La Lettera presentata alla Camera di Commercio di Napoli
“Gruppi di Azione Meridionale” è il testo che si legge sui cartelloni di chi, questa mattina, ha manifestato fuori la sede della Camera di Commercio di Napoli contro le effigi sui monumenti. Pietro Diodato, Sergio Angrisano e Carmine Ippolito gli organizzatori, con la straordinaria partecipazione di Andrea Santoro, che, da consigliere comunale, si è offerto di portare il documento presentano all’attenzione in aula.
Si riporta il testo della lettera presentata al Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Napoli, avv. Girolamo Pettrone, che sarà poi inoltrata per conoscenza al Presidente della Repubblica, al Ministro dei Beni Culturali ed al Sindaco di Napoli:
I sottoscritti , in qualità di rappresentanti dei Gruppi di Azione Meridionale, premesso che:
• nel salone centrale del prestigioso stabile di piazza della Borsa- storica sede dell’ente locale alla cui direzione la S.V. Ill.ma sovrintende – campeggiano i busti marmorei del Generale dell’esercito sabaudo Enrico Cialdini e del Camillo Benso Conte di Cavour;
• che la funzione di preservare la memoria storica,comunemente affidata all’effigi marmoree installate nella storica sede dell’ente camerale, giammai investe figure apprezzabili quali benefattrici dell’umanità ovvero di giusti che si distinsero per avere favorito la crescita ed il pacifico sviluppo dei nostri territori;
• che, stando alle inconfutabili conclusioni della storiografia più accreditata, il Cialdini – luogotenente Generale del Re Vittorio Emanuele II – si è macchiato di efferati crimini di guerra e contro l’umanità in gravissimo danno delle popolazioni meridionali. Vero è che il predetto Generale dell’esercito sabaudo – per fiaccare la mirabile resistenza dell’esercito del Regno delle Due Sicilie -durante l’assedio della fortezza di Gaeta, ordinò indiscriminati bombardamenti su ospedali e popolazioni civili. Nel corso di tale operazione, il Cialdini si rivelò, altresì, brillante anticipatore delle tecniche di guerra batteriologica impartendo il comando di contaminare acquedotti e canali di irrigazione di Gaeta con il morbo del tifo che decimò inesorabilmente gli abitanti dell’infelice fortezza. Il Cialdini, peraltro, nel corso dell’efferata campagna militare – concepita dallo stato Sabaudo per eradicare quelle strenue sacche di resistenza popolare all’esercito di occupazione, passate alla storia con lo sprezzante epiteto di brigantaggio – ordinò ogni sorta di efferatezze in danno delle popolazioni civili, distinguendosi in imprese che hanno trovato un posto speciale nella storia universale dell’infamia. Il Comandante dell’esercito di occupazione ha, tra l’altro, comandato l’inesorabile massacro degli abitanti di Pontelandolfo e Casalduni – avvenuto in data 14 agosto 1961.
All’esito di tale criminale impresa, le due cittadine furono – per esplicito ordine del Cialdini – completamente rase al suolo;
. che, se il Cialdini fu lo scrupoloso esecutore, certamente il Conte di Cavour, unitamente a Vittorio Emanuele II, fu senz’altro il mandante dei menzionati eccidi;
• che del Cavour,come ormai noto, basti rievocare che,ministro del Regno di Sardegna aveva affossato insieme ai Savoia l’economia dello Stato Piemontese che si indebitò con l’Inghilterra ma soprattutto con i Rothschild. Cavour concepì, volle e fortemente sostenne la “causa unitarista” al prevalente fine di asservire l’intera penisola ai disegni della famiglia sabauda, spogliando il Regno delle Due Sicilie delle risorse economiche di cui disponeva onde onorare i debiti contratti dallo Stato Sabaudo con la famiglia di banchieri Rothschild. Vero è che i Savoia avevano dato fondo alle riserve auree del regno per sostenere le loro politiche espansioniste e guerrafondaie. Il Banco di Napoli possedeva un notevolissimo capitale, in oro ed argento, e poteva battere moneta per 1200 milioni. L’invasione del Sud fu pagata con la vita, l’espatrio, il carcere ed il manicomio di un milione di meridionali il cui immane e perenne sacrificio doveva risultare funzionale al disegno Sabaudo di acquisire il possesso del Banco di Napoli e le riservee auree del Regno delle Due Sicilie.Gli effetti delle imprese del Cavour hanno distrutto le ricchezze del Meridione, costringendo, in seguito, moltitudini di meridionali all’emigrazione ed alla permanente successiva condizione di asservimento e sottosviluppo.
Tanto si sottopone alla Sv. affinché siano adottati i provvedimenti necessari alla rimozione delle effigi monumentali che campeggiano nel salone centrale della sede della Camera di Commercio di Napoli. Non può negarsi che le statue di cui si chiede l’immediata rimozione costituiscano permanente offesa alla memoria storica, alla dignità civile ed alla coscienza (intelligenza) politica dei cittadini napoletani e delle popolazioni del Meridione d’Italia. Non può negarsi che l’ulteriore permanenza dei summenzionati busti raffiguranti massacratori e criminali di guerra all’interno dell’edificio di un ente autonomo di diritto pubblico rappresenta un grave, costante ed indelebile oltraggio non solo alla memoria di quanti sono caduti sotto i colpi dei criminali atti di una ignominiosa guerra di conquista, voluta dal Cavour e portata a termine dal Cialdini, ma soprattutto all’irrinunciabile decoro di una nazione ingiustamente defraudata delle proprie ricchezze e, soprattutto, del proprio luminoso destino.
• che del Cavour,come ormai noto, basti rievocare che,ministro del Regno di Sardegna aveva affossato insieme ai Savoia l’economia dello Stato Piemontese che si indebitò con l’Inghilterra ma soprattutto con i Rothschild. Cavour concepì, volle e fortemente sostenne la “causa unitarista” al prevalente fine di asservire l’intera penisola ai disegni della famiglia sabauda, spogliando il Regno delle Due Sicilie delle risorse economiche di cui disponeva onde onorare i debiti contratti dallo Stato Sabaudo con la famiglia di banchieri Rothschild. Vero è che i Savoia avevano dato fondo alle riserve auree del regno per sostenere le loro politiche espansioniste e guerrafondaie. Il Banco di Napoli possedeva un notevolissimo capitale, in oro ed argento, e poteva battere moneta per 1200 milioni. L’invasione del Sud fu pagata con la vita, l’espatrio, il carcere ed il manicomio di un milione di meridionali il cui immane e perenne sacrificio doveva risultare funzionale al disegno Sabaudo di acquisire il possesso del Banco di Napoli e le riservee auree del Regno delle Due Sicilie.Gli effetti delle imprese del Cavour hanno distrutto le ricchezze del Meridione, costringendo, in seguito, moltitudini di meridionali all’emigrazione ed alla permanente successiva condizione di asservimento e sottosviluppo.
Tanto si sottopone alla Sv. affinché siano adottati i provvedimenti necessari alla rimozione delle effigi monumentali che campeggiano nel salone centrale della sede della Camera di Commercio di Napoli. Non può negarsi che le statue di cui si chiede l’immediata rimozione costituiscano permanente offesa alla memoria storica, alla dignità civile ed alla coscienza (intelligenza) politica dei cittadini napoletani e delle popolazioni del Meridione d’Italia. Non può negarsi che l’ulteriore permanenza dei summenzionati busti raffiguranti massacratori e criminali di guerra all’interno dell’edificio di un ente autonomo di diritto pubblico rappresenta un grave, costante ed indelebile oltraggio non solo alla memoria di quanti sono caduti sotto i colpi dei criminali atti di una ignominiosa guerra di conquista, voluta dal Cavour e portata a termine dal Cialdini, ma soprattutto all’irrinunciabile decoro di una nazione ingiustamente defraudata delle proprie ricchezze e, soprattutto, del proprio luminoso destino.