attualità

LA VIA CRUCIS DEI 330 LAVORATORI GEPIN CONTACT

Sono 220 a Napoli e 11° a Roma i lavoratori a rischio licenziamento

Napoli, 17 marzo 2017

Hanno sfilato in corteo i lavoratori della Gepin Contact, hanno inscenato una vera e propria via crucis gli  oramai ex lavoratori, ricalcando (dato il periodo pre-pasquale) quella che fu la via Crucis del Cristo, con tanto di croce di legno portata a turno a spalla dai lavoratori. Un lungo serpente umano si è snodato per le vie del centro di Napoli. Si sono dati appuntamento questa mattina presto davanti ai cancelli del deposito delle Poste in via Galileo Ferraris, dove, di li a poco si è formato il corteo che è poi partito  alla volta di Piazza Matteotti sede della posta Centrale. Una vera e propria via Crucis per questi oramai ex lavoratori, Inevitabili le ripercussioni sul traffico che è andato letteralmente in tilt.  Presenti alla manifestazione anche rappresentanti delle istituzioni, l’assessore regionale Sonia Palmeri con delega al lavoro, una “presenza significativa” a sostegno della vertenza dei lavoratori, oramai ex dipendenti. Presenti anche i segretari territoriali e regionali delle sigle sindacali che denunciano senza mezzi termini la latitanza di Poste Italiane al tavolo delle trattative,

“Oggi per noi è stato importante tenere questo corteo per le strade di Napoli – dichiara il Segretario della UilCom Campania Massimo Taglialatela. –  Non vogliamo far dimenticare che ci sono circa 350 lavoratori, di cui solo 220 nella sede di Casavatore in provincia di Napoli di Gepi Contact”. “Sono circa 2 anni – continua il segretario –  che purtroppo questa vertenza va avanti senza una conclusione; per noi è essenziale sensibilizzare tutte le istituzioni, non solo quelle locali, ma anche e soprattutto quelle nazionali. Va bene la data del 4 aprile –  continua il leader della UilCom Campania Massima Taglialatela  -; siamo stati convocati attraverso Teresa Bellanova, viceministro dello Sviluppo Economico; il Governo a questo punto deve farsi carico della questione in atto e deve mettere in campo il suo peso per intervenire su una delle più grandi aziende a partecipazione statale in Italia. Riteniamo paradossale – puntualizza il Segretario – che il Governo consenta ad un’azienda committente che lavora per lo Stato italiano di aver giocato a ribasso dei costi per la committente Poste Italiane; ci troviamo quindi oltre i limiti della ragionevolezza e della serietà “.il Segretario regionale della categoria – che il 4 aprile finisca questa penosa altalena tra Napoli e Roma con la convocazione del tavolo di trattativa, con la necessaria presenza di una rappresentanza di Poste Italiane. Tutto ciò per dare una valida risposta ai lavoratori coinvolti nella vertenza, soprattutto per garantire la salvaguardia del lavoro e della vita di questi ex dipendenti” – conclude Massimo Taglilatela.

“Ci siamo quasi, a  luglio scadranno i termini dei primi ammortizzatori sociali – Naspi –  i lavoratori  denunciano  l’immobilismo del  (MISE) Ministero dello Sviluppo Economico, ma soprattutto del principale assente ingiustificato, il committente unico, cioè Poste Italiane.  “gli impegni assunti dalle istituzioni per cercare di risolvere il dramma delle 220 famiglie, che da maggio scorso non hanno più un lavoro, dopo che l’azienda ha chiuso i battenti della sede napoletana, restano ad oggi inevasi” . Siamo oramai a pochi mesi dal termine di scadenza dei primi ammortizzatori sociali e stiamo ancora scontando un preoccupante immobilismo del Ministero dello Sviluppo Economico e dei vertici di Poste Italiane”. Il 4 aprile i sindacati sono stati convocati a Roma dal ministero dello sviluppo economico. La preoccupazione è veramente tanta – a luglio ci saranno interi nuclei familiari che non avranno i soldi non solo per far fronte a : mutuo casa, bollette e utenze varie, ma addirittura ci sono persone che non avranno neppure i soldi per fare la spesa – così i lavoratori intervistati.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore