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Il Gran Caffè Gambrinus apre le porte al Principe della risata

Sono innumerevoli le attrazioni, i luoghi e le storie di cui noi Napoletani dovremmo essere davvero fieri, ed il Gran Caffè Gambrinus rientra sicuramente tra questi.

Partita nel 1860 con la sua fondazione nel palazzo della Prefettura sito in P.zza Plebiscito, la storia dello storico locale parte con l’inaugurazione a cura di Vincenzo Apuzzo ai tempi di Francesco II di Borbone, per proseguire con la sua straordinaria fioritura nel periodo della Bella Epoque, in cui artisti, scrittori, personaggi di rilievo nazionali ed internazionali hanno spesso avuto il piacere di sedersi per gustare il vero caffè napoletano – e D’Annunzio è solo uno tra i tanti -.

Ma il percorso del Gran Caffè non è stato rosa e fiori.

Nel 1938, infatti, fu ordinata la chiusura in seguito al forte declino che lo aveva visto sede di incontro dei cittadini antifascisti, per poi riaprire poco dopo, ma unicamente come vetrina sulla strada di via Chiaia, mentre il resto dell’intero locale finiva nelle mani del Banco di Napoli adiacente.

Fu solo nel 1973 che, per merito di Michele Sergio, riprese la propria attività a pieno ritmo, seppure dovendo combattere con un periodo non troppo felice nella storia Napoletana, caratterizzato dalla diffusione del colera, nonché dal sisma del 1980.

Ciononostante, da questo momento in poi il Gambrinus torna ad essere il punto di incontro preferito di migliaia di persone, provenienti da qualsivoglia parte di Italia e non, ed oggi, dopo 30 anni dalla divisione dal Banco Di Napoli, potrà finalmente veder realizzato il sogno della famiglia Rosati, che prevede il recupero di dieci sale che erano a disposizioni nell’epoca precedente alla chiusura fascista di cui suddetto.
Il Presidente della Provincia di Napoli, Amato Lamberti, nel 2001 infatti ha concluso un’aspra battaglia in favore della liberazione dei locali occupati dal Banco di Napoli.

Una guerra vinta, potremmo dunque dire, dato che domani, 13 giugno 2017, ci sarà l’inaugurazione del Salone dedicato al grande Antonio de Curtis, alias Totò, proprio in una di queste zone recuperate.

Ma le sorprese non finiscono qui. Sono previste infatti altre opere di ristrutturazione del Gran Caffè, con la creazione di una nuova sala, di una scuola, di un museo del caffè e per finire del ritorno del “caffè chantant”, ricco di spettacoli, varietà ed attrazioni.

Un sogno che si avvera, dunque, ma anche la realizzazione di parte dei desideri di noi Napoletani, che vedremo proseguire dei lavori che sicuramente garantiranno ancor più grande visibilità alla nostra patria partenopea, e che accrescerà maggiormente l’importanza delle nostre tradizioni, della nostra cultura e, in generale, della nostra meravigliosa gente.