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Sagra dei cavatelli a Sant’Agata dei Goti

Tra il 25 ed il 27 agosto

Tra il 25 ed il 27 agosto ritorna il grande evento estivo a Sant’Agata dei Goti, la XV edizione della Sagra dei cavatelli e degli gnocchi 2017. Una sagra davvero a cinque stelle per presenze, qualità dei prodotti e ospitalità. Cavatelli e gnocchi sono un formato di pasta unico che, nella sua semplicità, si abbinano perfettamente ai tanti condimenti diversi divenendo emblema della varietà su cui si fonda la cucina italiana, ma in particolare quella sannita.

Come sempre anche quest’anno ci sarà la pasta fresca fatta a mano e preparata secondo le antiche tradizioni locali: i mitici gnocchi al ragù, gli gnocchi del conte goti, i gustosi “cavatielli” al ragù, le straordinarie pennette all’arrabbiata e da quest’anno c’è una nuova grande specialità a fare da protagonista: i “cavatelli dei Normanni”. Ci saranno tante braci con misti di carne rigorosamente del Sannio, grigliate con verdure fresche , panini con salsiccia, capicollo, pancetta, patatine fresche fritte e tanti altri contorni. Il tutto accompagnato con vini locali: Aglianico, Falanghina, Solopaca, ed inoltre dolci e caffè.

Ma Sant’Agata dei Goti è anche storia, e tanta, per cui una volta arrivati in questa bellissima cittadina di 11.000 abitanti, una visita turistica è d’obbligo. Sant’Agata de’ Goti si forma Nel corso dell’VIII secolo, la città longobarda fu intitolata alla santa catanese probabilmente per volontà di Radoaldo e Grimoaldo, fratelli educati alla corte di Arechi I di Benevento, che abitarono nella gastaldia di Sant’Agata, inclusa nella Contea di Capua, e contribuirono qui alla fondazione della chiesa di S. Agata de Amarenis, detta Sant’Agatella, oggi distrutta, in segno di devozione alla martire, dopo la conversione religiosa dal cristianesimo ariano a quello cattolico. La seconda parte del toponimo si aggiunge in epoca normanna, con l’avvento dei feudatari della famiglia Drengot dopo il 1117: come è noto, Rainulfo Drengot conte di Sant’Agata apparteneva alla cerchia dei “Potentes” ed aveva quindi facoltà speciali e potere decisionale autonomo tra i quali quello di dare il suo nome alla fortezza. Ma col tempo il cognome Drengot sia in Francia che in Italia prese ad essere pronunciato diversamente fino a mutare all’epoca degli Angiò in De-Goth. A seguito dell’estinzione di eredi legittimi De-Goth dopo il 1140, il feudo santagatese passò ad altre famiglie conservando il nome normanno poiché l’usanza di dare il proprio nome ai propri possedimenti non esisteva più.

Oltre al Castello Ducale dei Drengot, risalente quindi a poco dopo l’anno mille, vi è il Duomo di Sant’Agata dei Goti, quindi troviamo la Chiesa di Sant’Angelo de Munculanis, la Chiesa dell’Annunziata, la Chiesa di San Menna, la Chiesa e il convento di San Francesco e la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli.

Vi è la possibilità di vedere anche ben 20 Palazzi civili costruiti da varie famiglie nobili e facoltose in quasi mille anni. Una visita ad una vera e propria capitale della cultura e della storia che se fatta in questi tre giorni si potrà concludere a tavola in modo indimenticabile.