Economia

Qual è il più grande rischio per l’Eurozona? Le previsioni Finanza e Mercati

Roma, 01 luglio 2018

È la guerra commerciale il più grande rischio economico per l’Eurozona.

A dirlo il Direttore Operativo dell’FMI Christine Lagarde, che ha sottolineato come, malgrado l’espansione economica oltre il potenziale nel 2017, lo slancio sta rallentando al momento. È quindi probabile che il Fondo abbasserà leggermente le sue previsioni economiche a luglio.

Cosa aspettarsi dall’economia europea?

L’FMI non si aspetta un rallentamento economico forte, e questo soprattutto perché la politica monetaria continuerà a sostenere la crescita dell’Eurozona, ma esistono una serie di rischi secondo la politica francese e il primo di questi è la guerra commerciale:

“Al primo posto nella lista dei rischi ci sono sicuramente le crescenti tensioni commerciali avviate dall’aumento delle tariffe su acciaio e alluminio”.

Trump ha infatti annunciato a marzo che avrebbe imposto una tariffa del 25% sulle importazioni di acciaio e un’altra del 10% sulle importazioni di alluminio. Nonostante un’esenzione temporanea, l’Unione Europea è stata assoggettata a quelle tariffe all’inizio di giugno.

In risposta ai dazi, l’Unione Europea sta imponendo nuove tariffe su merci statunitensi come succo d’arancia, mais dolce, burro d’arachidi e blue jeans. Secondo Lagarde, il problema non deriva dal contraccolpo macroeconomico diretto, visto che si parla di percentuali troppo basse per poter essere considerate significative, ma dall’impatto sulla fiducia tra Paesi, inevitabilmente ridotta dalle tensioni.

Ha aggiunto che se si innesca un meccanismo di rappresaglie è perché in questo caso si parla di impatti macroeconomici più elevati e, in secondo luogo, di un indebolimento della fiducia alla base delle relazioni nell’ambito di un sistema basato sulle regole. Per Lagarde i crescenti dazi sulle merci diventano un problema ancora più grande nell’attuale contesto economico, dove il prezzo del petrolio è in aumento:

“Mi preoccupano in particolare anche i Paesi poveri, che hanno beneficiato delle condizioni migliori portate dalla crescita negli ultimi due anni, con il prezzo delle materie prime in ripresa, cosa davvero fenomenale per loro, e anche per i Paesi che sono cresciuti, o altrimenti è sempre la gente povera a soffrire di più a causa di barriere o tariffe commerciali”.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore