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I versi di Napoli.Eduardo poeta e profetaIncontro al Liceo “Giorgio de Chirico”lunedì 28 ottobre ore 10:00

Torre Annunziata (Na) 24 ottobre,2019

I versi di Napoli.Eduardo poeta e profetaIncontro al Liceo “Giorgio de Chirico”lunedì 28 ottobre ore 10:00Una straordinaria occasione per ricordare –o, forse, presentare –la figura di Eduardo ai nostri giovani, quella di lunedì 28 ottobre al Liceo “Giorgio de Chirico”di Torre Annunziata.Certo è difficile trovare ultraquarantenni ai quali normali eventi quotidiani (un caffè, tanto più se non irreprensibile; il rito del presepe o del cenone natalizio, con lo sgusciante capitone: l’immancabile diverbio familiare…) non rimandinoalricordodi una commedia vista in tv. Ai quali soprannomi come “settebellizze”, “nennillo”, “’o cricco”oppure“’o miezprevet’ –tuttora in uso –non richiamino volti di attori ormai scomparsi. Ai quali battute come “’e muorte so’ tutteeguale!”, “tepiace ‘o presepe?”o “’efiglieso’figlie!”, “addà passà ‘a nuttata”o “se no vengono limacciosi”non riconducano i pensieri ad un’unica persona. Eduardo, appunto. Quello stesso che molti nostri figli e nipoti ignorano del tutto.Per questo è parsonecessario parlarne, e parlarne in una scuola, ai nostri figli e nipoti. E a farlo sarà Mario De Bonis, autista per caso, divenuto amico personale del grande artista. Figura singolarmente versatile, quella di Mario De Bonis, fratello di Donato,nominato vescovo da Giovanni Paolo II e confessore di Eduardo, esponente del mondo finanziario, ai vertici del sistema bancario nazionale, ma, anche sindaco effettivo dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, sotto la presidenza del premio Nobel Rita Levi Montalcini, nonché presidentedell’Associazione “Dal Vesuvio al Gran Sasso”. Poeta e scrittore,vincitore nel 2016 del premio “Paolo Borsellino”,per la cultura(conferito negli anni precedentia personaggi quali Dario Fo, Fabrizio De André, Umberto Eco, Oriana Fallaci, Andrea Camilleri, Alda Merini e Mario Luzi, solo per citarne qualcuno), e autore del libro “Eduardo visto da vicino”, che costituiràla parola “narratae narrante”della mattinata.Il volume, l’opera più completa su Eduardo poeta, èuna testimonianza intensa e viva anche dell’uomo Eduardo, oltre che delle sue liriche, ricondotte, attraverso un’esegesinel contempo rigorosa e“affettuosa”,ad una serie di sezioniche toccano i temi essenziali della vita umana: la famiglia, la fede, l’amore, ma anche l’affetto per gli animali domestici, la cucina povera napoletana…Di notevole interesse l’apparato iconografico, con bellissime e inedite foto, articoli di giornali e, soprattutto, copie di biglietti autografi del commediografo, alcuni personali, d’occasione, di auguri e che pure nella loro sintesi sono delle autentiche sillogi della profondità e acutezzaeduardiane, ispirate a quel senso “tragico” dell’esistenza,ma sempre governatada una vena d’ironia, che lo amplifica e non lo annulla. Perché tale è stato il contrassegno di tutta l’operadel maestro, il miracolo della sua arte, dove la stesura, apparentemente piatta della vita, tutta a colori primari, si ravviva e rifulge nei suoi vividi contrasti di tragedia/riso, commedia/angoscia.Tra queste testimonianze,il primointervento del senatore EduardoDe Filippo, o, meglio, solo Eduardo, come rivendicòa palazzo Madama, dichiarando che “c’aveva messo tutta una vita per essere chiamato solo col nome”e non intendeva rinunciarci da senatore. Primo intervento interamente dedicato ai ragazzi del Filangieri, l’istituto per la rieducazione dei minoridi Napoli,a conferma di un’attenzione –confermata dai suoi contatti e dalle sue visite nel carcere di Nisida -per il mondo giovanile, in particolare quello più difficile e a rischio.E frale rarità del libro di Mario De Bonis, non si può non ricordare la bellissima ed intensa poesia “Pier Paolo”, del 1975, un’autentica preghiera in morte dell’amico, sentito come fraterno nella comune fede in “un’anima autenticamente popolareed essenzialmente cristiana”. Anima identificata da entrambi, nella città di Napoli, individuata da Pasolini quale “una sacca storicache ha deciso di restare quella che era e, così, di lasciarsi morire”; la stessa, luogo di nascita,ma non di morte, per Eduardo e“odiata”di un amore viscerale; cittàforse irredimibile, ma proprio per questo eternamente indecifrabile, esattamente come la condizione umana.Un Eduardo cheforse molti di noi hanno dimenticato troppo in fretta. Un uomo e un artista straordinari che, probabilmente, molti dei nostri alunni non hanno mai conosciuto; di cui non abbiamo parlatocon loro abbastanza.Se così è stato è stata unamancanza imperdonabile. Lunedì è l’occasione per rimediare. Forse solo in parte, ma con indifferibile urgenza.E siamo sicuri che “il pubblico reagirà veramente”, a citare sempre lui. Eduardo.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore