Buon solstizio d’estate 2020
Al di la dei “cronometri dissacratori”, che variano al millesimo di secondo le date di eventi che risalgono alla notte dei tempi, il 21 giugno è per convenzione di chi si tramanda questa cultura ancestrale, pagana, il giorno in cui il sole è più in alto nella volta celeste. E’ il ” Solstizio d’Estate “.
Il nome Celtico del Sosltizio d’estate
Litha, la giovane dea che ha incontrato il giovane Dio a Beltane, nella notte tra la fine di aprile ed il primo giorno di maggio, adesso è incinta e fertile come la terra, feconda e pronta a generare la nuova vita. Il 21 giugno è la festa celtica di Litha, nel giorno più lungo dell’anno.
I due “portali ” dell’anno
Questa data è una delle due, l’altra è quella del solstizio d’inverno, che aprono il portale tra il mondo degli uomini e quello degli dei, è una festa di fuoco e di danza.La parola Solstizio deriva dal latino sol stat, “il sole si ferma”. A ben guardare sembra quasi che il sole indugi in questa posizione prima di riprendere il suo cammino discendente.
Le celebrazioni solitamente iniziano alla mezzanotte del 20 Giugno e continuano fino al 23. Questo avviene in ogni civiltà agreste precristiana.Il Solstizio è la Luce sulla terra, e nella tradizione è un passaggio che ci porta dal predominio Lunare a quello Solare, e viene celebrato con la festa del Raccolto.Nell’antica Grecia i due solstizi erano chiamati “porte”: la “Porta degli Uomini” era il Solstizio d’Estate e la “Porta degli Dei”era il Solstizio invernale.
Attraversando queste porte il Sole dava inizio alle due metà, ascendente e discendente, del percorso annuale. Con la fase ascendente si entrava nel mondo materiale della creazione, mentre attraverso la fase discendente si entrava nel regno divino e soprannaturale.
Il solstizio e le “notti degli spiriti “
Nel folklore nord-europeo la vigilia di San Giovanni è una delle tre “notti degli spiriti” insieme alle vigilie di Calendimaggio e di Samhain (Halloween).
Fuochi, falò, ruote infuocate in tutta Europa
Tutte le tradizioni popolari europee vedono l’accensione di fuochi sulle colline, e processioni notturne con fiaccole e ruote infuocate gettate lungo i pendii. Si danza intorno ai falò e si salta sulle fiamme quando queste si abbassano.Un esempio del culto solare in ambito agricolo è rappresentato dal tradizionale gioco delle “ruzzole” praticato nell’Appennino modenese, ma lo è anche il lancio delle ruote infuocate, le “cìdulis” delle Alpi orientali del Friuli.Nonostante la demonizzazione secolare dei culti agresti, alcuni aspetti tipici di questa festa pagana non si sono spenti e hanno mantenuto una propria vitalità, conservando alcune caratteristiche: oltre ai fuochi, le sfilate, le danze, i giochi, il coinvolgimento collettivo in genere e soprattutto il gran falò finale.
La notte di San Giovanni, le Streghe ed i grandi falò
Ancora oggi si mormora che nella notte di S. Giovanni le streghe celebrerebbero i propri rituali. Un’altra pratica legata a S. Giovanni è la danza intorno alle grandi pietre megalitiche, considerate cariche di poteri magici. Stonehenge e Loughcrew sono tra i luoghi più noti.
Anche in Italia c’era il culto agreste e pagano del Solstizio d’Estate
Fino a qualche tempo fa i fuochi di San Giovanni venivano accesi in tutta la Valle Camonica, soprattutto nei paesi collocati più in alto, in modo che potessero essere ben visibili da lontano. Questi falò mantengono tradizione di antichi riti pagani legati al solstizio d’estate e sono praticati dall’Irlanda alla Russia, dalla Svezia alla Grecia e alla Spagna.
Documenti del XVI secolo ne testimoniano la presenza in quasi tutti i paesi della Germania. I rituali intorno al fuoco erano connessi alla fertilità del raccolto, alla salute, alla fortuna. In Austria, nel Salzkammergut, culla dei Celti della prima Età del Ferro, si usa ancor oggi accendere grandi falò sui fianchi delle montagne la sera del 23 giugno. Anche lo Highlight, un immane falò solstiziale viene acceso a Schwarzenbach durante il Keltenfest, la festa dei Celti.
Il portale si chiude nella ” Notte di San Giovanni “
La notte del 23 Giugno si spengono i fuochi. Questo accade nella Oidche Tein ‘Seaghan irlandese, la “Notte del fuoco di Giovanni”.