Economia

Covid-19, cosa sta succedendo all’economia in Italia e nel mondo

Napoli, 18 novembre 2020

Sergio Angrisano

Credo sia giunto il momento di fermarci per un attimo e, cominciare a ragionare su quello che sta realmente accadendo. Mettere da parte le beghe da stadio e, fare un’analisi reale dell’economia, su quella della salute, alla luce dei fatti credo ci sia veramente molto poco da dire. Il dramma è sotto gli occhi di tutti. Quella che doveva essere l’eccellenza della sanità nazional, è deflagrata su se stessa, mettendo alla lice tutti i limiti e le esagerazioni della stampa in una narrazione fantasiosa. Il Nord, la Lombardia il Veneto, unitamente all’Emilia Romagna, hanno fallito, mettendo in evidenza tutte le lacune che fino allo scorso febbraio, apparivano come l’unico argine all’epidemia da coronavirus. Trovo inutile ricalcare il solco che ha visto in questi 9 mesi, collezionare un fallimento dietro l’altro. Non è andata meglio al Sud, guidato da un rinvigorito Masaniello, che si era trovato sul podio dei premiati, solo grazie al calo di contagio del virus, oramai sulla curva che porta verso la naturale fase di immunità di gregge.

Ma, vediamo come se la passa l’economia, rispetto alla narrazione mediatica che quotidianamente ci viene somministrata, annacquata con enormi dosi di terrorismo.

Il settore del Food, fa registrare un forte calo delle importazioni nel primo trimestre 2020 rispetto al 2019, per conserve di pomodoro, pasta, formaggi e oli di oliva. Due i motivi: 1) fattore COVID-19, i prodotti italiani sono molto presenti nel canale Horeca che purtroppo è stato fermato 2) i grandi approvvigionamenti che gli importatori e distributori della GDO hanno fatto prima delle elezioni di dicembre in vista della conseguente Brexit.. Non escludiamo che i prossimi dati potranno essere ancora più negativi.

Se il Food piange, di certo i produttori del settore del Vino non possono dirsi soddisfatti. Nei primi tre mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, le importazioni dall’Italia hanno registrato -8.41% in valore e -4,75 in quantità; anche se il calo dei prodotti importati dall’Italia è stato molto inferiore rispetto a quello di altri Paesi.

L’Agenzia ICE New York ci mostra un quadro complessivamente grave relativa ai mercati americani.

Gli USA sono il mercato in cui più forte è esplosa la crisi COVID-19, sia in termini sanitari che per i pesanti risvolti economici. La ristorazione è il settore più colpito, molti locali potrebbe non riaprire dopo la pandemia. Situazione molto differenziata nei vari Stati. Per l’epicentro di New York City non ci sono previsioni di ritorno alla normalità. Forte contrazione delle vendite nel canale Horeca, riduzione dal 40 al 50%. Nelle prime sette settimane di lockdown e vendite online di alcol + 234%. L’alcol è il comparto di e-commerce in più rapida crescita tra i beni di consumo confezionati. Nel 2019 l’Italia era tornata ad essere il primo fornitore di vino degli USA. A fine marzo aumentate del 145,3%., le vendite online dei prodotti alimentari.

Leggermente diversa la situazione che l’Agenzia ICE Madrid registra sul dato spagnolo.

Tradizionalmente negativo per l’Italia l’interscambio bilaterale Spagna/Italia del comparto alimentare; nel 2019 la Spagna ha esportato verso l’Italia prodotti alimentari per 5.033 mln di euro, mentre gli acquisti spagnoli si sono attestati a 1.609 mln di euro. Non sono ancora disponibili statistiche significative riferite alla crisi sanitaria da COVID-19. Performance negativa per le vendite di prodotti alimentari italiani durante la pandemia. Meno il 90% nel canale Horeca (principale canale di destinazione dei prodotti italiani, con circa l’80% del fatturato) Incremento del 100% delle vendite nella GDO e nei piccoli negozi specializzati. I prodotti italiani più venduti: pasta secca, salse, olio e aceto.

Nessun reale cambiamento negli scambi con la Francia ci dice ICE Parigi

Nel periodo del COVID-19, nessuna restrizione imposta allo scambio di merci fra Italia e Francia. Nessun calo di fatturato per i distributori di prodotti italiani per la GDO francese; incremento dal 10% al 20% su prodotti freschi e pasta fresca e pizze. Negativo per i prodotti italiani, il settore Horeca. Gli effetti del lockdown si potranno valutare nei prossimi mesi. Alcuni grossisti hanno registrato perdite dal 30% al 40%. Tutti aspettano la riapertura dei ristoranti, ad oggi, prevista tra inizio e metà giugno. Nel primo trimestre 2020, le esportazioni agroalimentari italiane verso la Francia hanno tenuto, rimanendo sempre sopra il miliardo e aumentando addirittura nel 2020 (+5%). Stabili anche le importazioni italiane dalla Francia. Calo generale del 3,85% per le importazioni francesi di vini italiani, nel corso del primo trimestre 2020, ma perdite relative, rispetto a quelle di altri Paesi (-12,85% per i vini spagnoli). Bene gli spumanti italiani,+13%, in particolare l’Asti DOP +83 %; incremento del 2, 1% per il Prosecco DOP.

In netta controtendenza gli scambi con la Germania ICE Berlino

Le importazioni dall’Italia dei prodotti agroalimentari nei mesi gennaio/febbraio 2020 sono aumentate dell’1,7% (pari a 1,199 mrd. di euro) rispetto agli stessi mesi del 2019.

Food: Bene le vendite nella GDO, invariate durante la crisi del COVID-19. Penalizzati i comparti food e wine nel canale Horeca. Il più colpito il settore wine, perché oltre un terzo del vino viene venduto attraverso questo canale. E-commerce, in aprile vendite di prodotti agroalimentari e vitivinicoli raddoppiate rispetto ad aprile dell’anno precedente. Secondo un sondaggio dell’Associazione delle Camere di Commercio e Industria tedesche, il 99,9% delle aziende del settore gastronomico ha indicato che il COVID-19 impatterà sul proprio fatturato, con una previsione del 25-50% in meno rispetto all’anno precedente. Vino: +3,2% (138,9 milioni di euro) rispetto all’anno precedente.

Questo è invece il dato registrato dall’Agenzia ICE Mosca

Federazione Russa: oltre 146 mln di abitanti e una classe media in continuo aumento. Circa l’85% del vino venduto nella Federazione viene prodotto localmente, il 15% viene importato. Nel 2019 l’Italia è stato il primo Paese fornitore, con 302 milioni di euro di fatturato export (+14,1% rispetto al 2018) coprendo quasi il 30% del mercato. Nei primi 2 mesi del 2020 l’Italia è sempre leader tra i Paesi fornitori della Federazione Russa, con 32 milioni di euro di fatturato export e una quota di mercato pari al 27% (con punte del 56% per il comparto degli spumanti. COVID-19 ha penalizzato le vendite di prodotti agroalimentari e vitivinicoli DOP IGP italiani per una serie di problemi legati al contenimento della pandemia. Gli operatori russi immaginano un graduale ritorno alla normalità solo dal prossimo luglio.

Positivo anche il bilancio dell’export  con il Paese del Sol Levante, così come conferma la ICE Tokyo

Nel 2019 export italiano in Giappone di prodotti alimentari e bevande pari a 832 milioni di Euro, + 8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche in Giappone, dove è stato adottato un “soft lockdown”, flessione nel comparto Horeca, e aumento delle vendite di generi alimentari e bevande nella GDO. Il consumo di pasti in casa, ha visto acquisti atipici tesi all’accumulo di scorte alimentari. Bene il mercato on-line nel settore alimentare, perché facile, comodo e sicuro durante l’emergenza sanitaria.

Ma vediamo come ha reagito il mercato cinese; l’Agenzia ICE Pechino ha pubblicato i seguenti dati

L’Italia è il 32° Paese per esportazioni in Cina, con una quota di mercato dello 0,4% del totale delle importazioni agroalimentari cinesi. Aumentate del 13,3% le importazioni di prodotti agroalimentari e vitivinicoli dall’Italia, nei primi tre mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019. Al primo posto resta il vino (ma con -16% rispetto al primo trimestre 2019 per emergenza sanitaria che ha coinciso con il Capodanno lunare cinese). Seconda posizione kiwi freschi ( +82%), seguiti dai prodotti in cioccolato. Forte incremento delle vendite di carni suine, caffè (+36,2%) e pasta (+16% circa). Stazionarie le vendite italiane di prodotti lattiero-caseari, negative -6,3% quelle di olio di oliva. La situazione è ancora complessa e incerta.

E, in Italia? Qual’è la reale situazione dei mercati italiani dell’esportazione ICE Roma ci offre un quadro sorprendentemente positivo, stranamente in netta controtendenza con la narrazione della stampa nazionale che, ci racconta di disastri e di catastrofi dell’economia .

Nell’attesa che l’emergenza possa terminare, l’Agenzia ICE sta intervenendo con numerose iniziative a favore del sistema produttivo italiano. Tutte le informazioni nel sito www.ice.it per permettere alle aziende di restare sempre aggiornate sull’evoluzione delle azioni che saranno realizzate a partire da giugno 2020, se la pandemia ridurrà i suoi effetti devastanti. Nella sezione “Fatti trovare pronto quando ci sarà la ripresa”, corsi gratuiti di formazione e news provenienti dai Paesi esteri.

L’Agenzia ICE Dubai

Non c’è stato nessun divieto di importazione dei prodotti agroalimentari dall’Italia verso gli EAU. Per facilitare le importazioni il governo degli EAU ha approvato un’esenzione temporanea dell’etichettatura in arabo. Male il settore Horeca: – 70%; Bene gli acquisti online: +70% GDO (aprile 2020) Per le difficoltà del momento i costi di logistica sono aumentati del 50% I prodotti più colpiti durante la pandemia: ortofrutticoli freschi, latticini, vini ed alcolici. Buone performance per le importazioni dall’Italia di prodotti alimentari a lunga conservazione.

Fonte: Consortium 2020_ 11

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore