cronaca

“ La musica come riscatto sociale”: intervista al rapper napoletano Joka Diablo

Napoli, 01 Marzo 2022

Salvatore Celentano, in arte Joka Diablo, 25enne, napoletano, nato e cresciuto in un quartiere popolare di Napoli emerge dalla strada attraverso la sue canzoni con milioni di visualizzazioni su Youtube

Antonio Russo

Napoli. La città di Napoli è un paradiso abitato da diavoli. Questa volta incontriamo un buon diavolo, Joka Diablo, nome d’arte di Salvatore Celentano, rapper napoletano, 25enne, nato nel vicoletto Giganti, zona popolare di Napoli. Il suo nome artistico Joka deriva da un acronimo di un suo singolo “ jacket of King Alien”, l’altro, invece, Diablo deriva dalla sua canzone “Diabla”. La sua adolescenza, invece, l’ha trascorsa a Forcella, altro quartiere popolare con diversi problemi. In questo quartiere Joka Diablo tesse i primi rapporti di amicizia con i ragazzi del quartiere. Joka, assieme a quei ragazzi, ha uno scopo preciso: emergere dal basso, dare voce ai propri sogni e desideri di riscatto sociale ed economico. Joka, come tanti ragazzi nati nelle popolari, cerca la propria strada esistenziale: la musica. Attira l’attenzione delle persone attraverso la musica, mezzo di comunicazione trasversale, per lanciare a gran voce un messaggio di denuncia e riscatto sociale di tanti giovani napoletani come lui. Ci racconta che inizia a muovere i suoi primi passi con gli amici, inserendo le sue strofe nelle canzoni che lo porterà a fare milioni di visualizzazioni su youtube. È un autodidatta come tanti. Lungo il suo percorso incontra Clementino, il quale dà consigli e lezioni a Joka su come svolgere al meglio le sue performance musicali. Ha collaborato con diversi artisti della canzone popolare napoletana come Tommy Riccio, Pino Franzese, Francesco Da Vinci, figlio di Sal Da Vinci, e attualmente con il cantante Rico Femiano. Ho già prodotto molte canzoni che hanno avuto molte visualizzazioni su Youtube. Si ispira alla musica latino – americana, non solo alla canzone della old school napoletana.

Com’è nata la sua passione musicale ?

“La mia passione musicale nacque all’età di cinque anni. Canticchiavo canzoni di ogni genere. È nata in questo modo la mia passione per la musica. Mi sono avvicinato lentamente al genere musicale che faccio oggi”.

La sua forza di volontà di emergere scaturisce dal fatto che è cresciuto in un quartiere popolare di Napoli?

“Sì, la mia forza di volontà di emergere nasce in quel quartiere popolare, perché ho vissuto la mia adolescenza a Forcella, un quartiere popolare di Napoli, in cui c’è un alto tasso di criminalità. Questo mi ha dato e mi dà la forza per emergere e dimostrare che non c’è solo quello a Napoli, c’è qualcosa di buono anche in quel quartiere”.

Chi sono stati i suoi maestri musicali ?

“No, non ho avuto maestri musicali. Sono un autodidatta. Ho ascoltato la old school napoletana per la maggior parte. Ho partecipato a diversi concerti di piazza. In questi eventi ho incontrato Clementino. Lui si è sempre dimostrato disponibile nei miei confronti. Mi ha dato consigli e dritte per migliorare”.

Perché ha scelto il nome artistico Joka Diablo?

“ Il mio nome artistico Joka nasce da un mio singolo “A51”( Area 51, n.d.r.). È un acronimo che viene fuori dalla frase inglese “ Jacket of King Alien”. Lo so, è stravagante come nome (ride). Successivamente ho aggiunto Diablo, dopo l’uscita del mio singolo “ Diabla”, perché i miei fan hanno iniziato a chiamarmi Diablo”.

Quali sono i suoi cantanti preferiti ?

“ Preferisco ascoltare musica latino-americana per la maggior parte. Mi piacciono molto due cantanti: uno è Bad Bunny, cantante portoricano di musica reggaeton e trap latina, l’altro, invece, è J Balvin (José Alvaro Osorio Balvin cantante colombiano, n.d.r.)”.

A cosa si ispira e a cosa pensa quando scrive una canzone ?

“ Mi ispiro ai miei ricordi, al mio passato, alle storie vissute e alle storie raccontate. Mi piace riassumere storie nelle mie canzoni. Sono una persona che ama informarsi, amo la poesia e la cultura. Queste due mi danno l’ispirazione quando scrivo”.

Ci sono state polemiche negative riguardo la canzone “Scuola” realizzata insieme a Bomberup in scuola in provincia di Caserta.

Cosa voleva comunicare davvero con questa canzone ?

“Volevamo comunicare il disagio della nostra generazione verso le Istituzioni, soprattutto quelle che si trovano in Campania. Non avevamo modo di attirare l’attenzione delle Istituzioni e delle persone su questo aspetto. Oggigiorno, purtroppo, le persone sono interessate ad altre cose: la partita di calcio, lo scudetto del Napoli… Ho avuto un confronto in radio Marte di Gianni Simioli. In quell’occasione mi sono confrontato con il consigliere regionale Emilio Borrelli. Lui non ha compreso il mio messaggio provocatorio.La canzone “Scuola” voleva attirare l’attenzione sul tema scuola”.

La scuola, insieme alle famiglie, ha il compito di educare e dare delle nozioni di base alle nuove generazioni. Lei cosa ne pensa della scuola?

“Penso che la scuola sia importantissima.L’unico difetto è che la scuola non ti prepara adeguatamente al mondo del lavoro. La scuola va modificata, migliorata per preparare bene le nuove generazioni al mondo del lavoro”.

Quali sono i messaggi che cerca di comunicare ai giovani attraverso le sue canzoni ?

“Il messaggio principale che voglio dare alle nuove generazioni è questo: se ci riesco io, puoi farlo anche tu.

La necessità di riscattarsi, emergere dal basso in maniera onesta. I messaggi delle mie canzoni sono provocatori, devono far scattare quella scintilla per un miglioramento. Cerco di mandare anche il messaggio di non sbagliare ai miei coetanei. I temi, inoltre, che tratto nelle mie canzoni sono il riscatto sociale, l’amore, la donna e la stupidità di noi uomini”.

Com’è nata la collaborazione con Francesco Da Vinci nella canzone “Te arrubbat o’ core?

“ Io e Francesco Da Vinci ci siamo conosciuti tramite amici nello studio del padre Sal Da Vinci, nei pressi del Corso Vittorio Emanuele. Abbiamo stretto un’amicizia forte. Siamo come fratelli. La collaborazione in questa canzone nasce dal coinvolgimento di Francesco. Lui mi chiama e mi dice:”ascolta questa canzone che ti ho mandato e dimmi cosa ne pensi”. Ascoltai la canzone e mi piacque moltissimo. Decisi subito di fare parte del progetto di Francesco”.

La sua canzone “ Motorola Italian” ha avuto 3,7 visualizzazioni su Youtube. Com’è nata questa canzone?

“È nata per scherzo. Io e i miei amici eravamo in uno studio di un nostro amico regista. Mentre mangiavamo qualcosa insieme, sentimmo una base musicale. Creai la canzone per scherzare sul cellulare di una ragazza. Facemmo la bozza della canzone e la caricammo su Tic Tok. Ebbe un grande successo. Poi decisi di fare il video musicale”.

Quali saranno le sue prossime collaborazioni ?

“La mia prossima collaborazione sarà con il cantante Rico Femiano. Stiamo preparando un video musicale. Il vdeomaker che si sta occupando del video è Salvatore Amodio. Il video sarà distribuito su tutte le piattaforme digitali”.

Può dirci a quale canzone sta lavorando?

“Sì, sto lavorando a una canzone per l’estate. Credo che uscirà in primavera, anzi fra venti giorni già sarà pronta. La canzone a cui sto lavorando con Rico Femiano si chiama “Sahara”.Rico Femiano sta già diffondendo informazioni su questa nuova canzone. La canzone parla di una donna che seduce la mente di uomo con il veleno di uno scorpione. Altro non posso dire…”.

Un’ultima domanda prima di salutarci: quali sono i suoi progetti per il futuro?

“ Il mio progetto per un prossimo futuro è fare un concerto allo stadio Maradona… Sogno in grande”.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore