Intervista all’Avv. Angelo Pisani: un’arringa in difesa di Maradona

Napoli, 19 novembre 2022

Angelo Pisani, avvocato napoletano di Diego Armando Maradona, racconta l’odissea giudiziaria del campione argentino che ha vissuto tra luci e ombre

di Antonio Russo

Oggi incontriamo l’avvocato Angelo Pisani, esperto di diritto tributario e relazioni umane, e difensore anche di Diego Armando Maradona, nel suo studio legale “Pisani & Partners” al vomero, a piazza Luigi Vanvitelli, a Napoli. Nel suo ufficio non mancano ì cimeli del Pibe de Oro: il pallone e la maglia del Napoli firmata dal campione argentino, incorniciata in un quadro e affissa alla parete, la biografia autografata da Maradona sul tavolino, fotografie sparse ovunque sulla libreria, documenti, la procura notarile a rappresentarlo e la copertina del libro “ L’avvocato del D10S. Un’arringa in difesa di Diego Armando Maradona” e uno zaino con sua immagine in bianco e nero. Potremmo definire lo studio di Pisani una Iglesia dedicata a Maradona. Angelone, come lo chiamava Maradona, ci accoglie con gentilezza. È occupato con fascicoli e libri, telefonate e messaggi dei clienti sul cellulare. Nasce P.R, come ama raccontare, e scherza dicendoci che una volta era il re delle notti napoletane. Si laurea in giurisprudenza e, in memoria del padre, inizia la sua carriera di avvocato, organizzando ricorsi per i giovani che non passavano il test di ammissione alla facoltà di medicina e chirurgia. Negli anni ’90, invece, subito guadagna la fama dell’avvocato delle cartelle esattoriali, combattendo lo strapotere dell’Agenzia delle Entrate che con il nome gestline vessava i cittadini. Fonda l’associazione “ Noi- Consumatori” ed il movimento anti Equitalia per chiedere leggi più umane e stop al tartassamento dei cittadini . È stato anche il presidente dell’ VIII Municipalità di Napoli, dove ha affrontato mille disagi sociali, soprattutto nel quartiere Scampia, come racconta nel suo libro intitolato “Luci a Scampia”. Ha difeso Gennaro Esposito e anche Diego Armando Maradona dall’ Agenzie delle Entrate. Quest’ultimo accusato di essere un evasore fiscale. Un’ impresa vinta durata 10 anni e raccontata, con dovizie di particolari, nel suo libro intitolato “ L’Avvocato del D10S. Un’arringa in difesa di Diego Armando Maradona”. Un avvocato che fa giustizia, facendo prevalere il bene sul male.

Com’è nato il suo rapporto di fiducia con Diego Armando Maradona ?

“ Il mio rapporto con Diego Armando Maradona è nato, per un gioco del destino. Ero un avvocato, tra i più esperti dell’epoca, in materia di riscossione, quando i miei colleghi , commercialisti e giudici non si occupavano neanche ti tanti numeri ed atti incomprensibili. Mi preoccupavo dei cittadini più deboli ai quali venivano pignorati gli immobili, ed erano tartassati dall’Agenzia delle Entrate. Nessuno, circa 20 anni fa, si interessava di questa materia del tutto nuova e delle terribili conseguenze delle procedure esattoriali : dopo il ’73 e fino al ’95 lo Stato non aveva mai fatto una riscossione così violenta nei confronti dei cittadini. Alcuni amici giornalisti e, soprattutto, i miei fratelli ( Antonio Pisani medico e professore e Sergio Pisani, avvocato esclusivamente penalista come ama definirsi, n.d.r). Mi dissero difendi tu Maradona dal Fisco italiano, è l’unico modo per farlo tornare in Italia. Lo Stato voleva 40 milioni di euro da lui ( 34 milioni di sole sanzioni, spese ed inteso n.d.r.). Così accettai questa sfida e mi misero in contatto con Maradona. All’inizio sembrava un gioco poi capii che c’era poco da scherzare . Bisognava capovolgere tutto e nessuno ci credeva. Mi ricordo che anche Maradona si era fatto convincere dal sistema di essere evasore fiscale …”.

Ha avuto la fortuna di conoscere personalmente la mano di Dios. Com’era Maradona al di fuori dei campi di calcio?

“ Diego Armando Maradona era un uomo non comune, ma era un genio nel pensiero, nei movimenti e nei rapporti che prediligeva . Era un essere umano, come tutti noi, con pregi e difetti ma un essere speciale . Al di fuori dei campi di calcio era una persona molto generosa, a tratti superficiale, non aveva una cultura formale, ma aveva una visione della vita non comune, amava la politica mondiale e anche la cultura del cibo. Era un uomo dal quale si poteva imparare tanto, accettando anche tante stravaganze: che erano i suoi difetti. Questi difetti lo rendevano geniale e allo stesso tempo facevano comprendere che un essere umano può risollevarsi dalla polvere e diventare un vero campione”.

Quali furono le emozioni di Maradona una volta tornato a Napoli da uomo libero ?

“ Era felice come un bambino , cantava e abbracciava tutti . ricordo bene anche il primo incontro e i giorni che frequentai Diego a Dubai, sembrava una vacanza . Quando gli dissi torniamo in Italia, la prima volta mi fece una faccia triste un po’ contrariata, per dirmi se torno in Italia, inizieranno di nuovo con i pignoramenti degli orologi, infatti, mi disse: Angelone, ( soprannome che Maradona diede ad Angelo Pisani, n.d.r.) neanche

al peggior criminale hanno fatto quello che hanno fatto a me e stai attento faranno male anche a te. Maradona mi raccontò di quando gli tolsero l’orologio, l’orecchino e come lo hanno perseguitato dipingendolo come un Criminale-tipo Alcapone – per mezzo mondo. Diego era scocciato di tornare sotto i riflettori con i plotoni dell’Agenzia delle Entrate e delle forze dell’ordine che lo aspettavano all’aeroporto. Mi serviva un po’ di tempo per tentare il colpaccio e tornare a colpo sicuro . Accettai la sua scelta e gli dissi: va bene, non ti preoccupare, presenterò il ricorso, dopo torneremo in Italia e nessuno ti toccherà un capello. E fu cosi. Presentai il ricorso; ottenni la sospensiva ( provvedimento con cui si sospende l’esecuzione , in attesa di provvedimento definitivo, n.d.r.) dai giudici tributari i quali questa volta anche per il gran casino che montai con giornali e social iniziarono a capire che non c’era stata alcuna evasione fiscale da parte di Maradona che non aveva mai tolto un euro agli italiani contrariamente a quanto pubblicizzavano tanti suoi nemici e speculatori o meglio avvoltoi . Io e Diego tornammo insieme, da Dubai a Roma, all’aeroporto di Fiumicino. In quell’occasione, almeno quella, non ci fu la Guardia di Finanza, ma ad accoglierlo furono i tifosi, fotografi e giornalisti, insieme a tutte le forze di polizia ma per scortarlo e chiedere autografi . Tutti lo osannavano senza togliergli niente… Fu un ritorno bellissimo a Napoli. Mi disse che aveva una sensazione paragonabile alla sua prima volta al San Paolo. Fu una gioia bellissima per Diego”.

Cosa pensa a distanza di a due anni dalla morte del Pibe de Oro e della questione legata all’eredità?

“ A distanza di quasi due anni dalla morte di Diego, ancora oggi non riesco a spiegarmi tante cose. Sono convinto che si parlerà, col tempo, ancora molto di Maradona, dobbiamo ancora capire i suoi tantissimi messaggi, alcuni ancora da decifrare. La sua sua morte è inspiegabile, purtroppo, gli esseri umani non riescono mai ad essere buoni e trattare gli altri senza interessi e speculazioni . Ecco in quella fine assurda ho visto il male: come è un male sfruttare le amicizie. Il male sembra che prevalga, ma non è così, Maradona ci fa vedere cose che vanno evitate per scansare tristi conseguenze. Oggi, continuiamo a parlare della generosità, della grandezza e del bene di Maradona , dei lati buoni di Maradona ma anche i lati meno buoni sono serviti a farlo diventare quello che è . Ritengo, quindi, che la morte di Maradona sia servita a dare un segnale al mondo intero di scegliere bene gli amici e i valori, non lasciarsi mai nel buio. Sfortunatamente, Maradona si è fatto trascinare nel buio a causa della sua grande generosità e della sua superficialità”.

Il brand di Maradona è superiore all’ eredità lasciata ai figli ?

“ La vera eredità di Maradona è il brand. Non sono solo le auto, i gioielli, gli orologi e i milioni. L’eredità di Maradona è spiritualità e cultura di valori sportivi. È un qualcosa che i veri eredi dovrebbero custodire, sviluppare e trasmettere agli altri. Il brand di Maradona può portare grande ricchezza, ma può esser anche un’officina di valori, per evitare tanti errori nei percorsi giusti. Si parlerà di Maradona all’infinito, è quello il brand dal valore inestimabile. Questa storia può servire a far capire i veri valori ai giovani del calcio e di come comportarsi nella vita, mettendo in evidenza, soprattutto, i successi al pari degli errori che lui ha sempre superato. Proprio dagli errori si impara e chi si rialza, è davvero un campione”.

Lei ha la procura notarile di Maradona dal 2014 per le cessioni, mandati e diritti. Non le stata mai revocata dal campione argentino. Perché Maradona le ha dato una responsabilità del genere ?

“ Sì, ho avuto una procura notarile da Maradona. Se avessi voluto, sia in sua assenza sia in sua presenza, avrei compiuto qualsiasi atto. Ovviamente, ho sempre fatto i suoi interessi, non ho mai sfruttato la sua amicizia e ho rischiato in prima persona. Ho visto cosa accadeva intorno a lui e non è stato piacevole (sospira)…”.

Quali erano i rimpianti di Maradona e cosa non è riuscito a portare a termine?

“ Non so quali rimpianti abbia avuto. Ha fatto di tutto, anzi non ha rinunciato a nulla, ha provato il bene, il male e l’amore della gente, dei tifosi , della sua famiglia e e dei figli che lo hanno cercato e abbracciato . Sicuramente, Maradona voleva far vincere il calcio vero, la maglia come diceva lui. Viveva per far vincere il bene sul male come ho scritto nel mio libro”.

Cosa l’ ha spinta a scrivere 10 arringhe in difesa di Maradona ?

“Ho scritto questo libro per mantenere una promessa fatta a Diego. Dovevamo scriverlo a due mani, purtroppo, Diego ci ha lasciati prima (sospira). Questo libro è la testimonianza della verità di Diego. Ho

cercato di raccontare tutti i suoi problemi, le sue battaglie, i suoi successi, i suoi avversai e i fallimenti che la vita gli ha posto davanti e lui ha superato, dribblando tutti i suoi nemici ”.

A chi consiglia di leggere il suo libro “ L’ avvocato del D10S – un’arringa in difesa di Diego Armando Maradona” ?

“Penso che il mio libro possano leggerlo tutti quelli che l’hanno conosciuto, ma soprattutto, quelli che non l’hanno conosciuto. Mi piacerebbe che il libro lo leggessero i giovani e se ne discutesse nelle scuole : dalle storie di Maradona si può capire quali percorsi sono da evitare come superare i problemi della vita quando si cade. Il mio libro non racconta solo il calcio, ma racconta anche la vita di un uomo, di un campione con tanti valori. È la storia di Maradona uomo che voleva far vincere il bene sul male. Una cosa è certa in questo libro: il male fa rumore, ma il bene, in silenzio col tempo, vince sempre”.

Maradona era un uomo buono, intelligente e combattivo. Perché non ha allontanato i suoi speculatori dalla sua cerchia di amicizie ?

“ Maradona era un uomo buono, brillante, generoso, stravagante e superficiale, ma mai indifferente al nulla: non ha mai allontanato i suoi nemici e i suoi speculatori, anzi li attraeva per poi farci capire da chi stare lontano. Commetteva errori che amplificava proprio per farli percepite come esempio del male, che poi l’ho stesso riusciva a dribblare . Secondo me, cercava in questo modo di dare messaggi alle persone su come fare scelte diverse. Alla fine Maradona metteva tutti alla Berlina e si schierava sempre con i deboli . chi l’ha sfruttato, non dovrebbe dormire la notte e non dovrebbe mettere la testa sul cuscino, l’hanno offeso e strumentalizzato, poi è stato abbandonato alla morte, complice anche il periodo Covid e la mancanza di veri affetti vicino . Questi che hanno solo approfitto e speculato su Maradona non hanno vinto niente. Maradona, invece, rimarrà sempre Diego Armando Maradona.”

Nel suo libro narra anche che l’ Agenzia delle Entrate non voleva esibire la famigerata cartella esattoriale, mal notificata al Pibe de oro…

“ L’Agenzia delle Entrate non voleva rilasciare la prova della inefficacia cartella esattoriale, non voleva esibire i documenti da cui risultava, senza dubbio, che Maradona non era un evasore fiscale, a tutti interessava usare il mostro evasore da sbattere in prima pagina senza capire e spiegare null’altro . Era facile, senza mostrare i documenti, portare avanti la storiella che Maradona era un evasore fiscale. Maradona è stato un capro espiatorio, per far pagare le tasse a tutti, ma anche le esenzioni, folli interessi e sanzioni esagerate. In pratica, era un sistema. Abbiamo lottato per ottenere le prove della sua innocenza e, quindi, leggendo i documenti si può capire che Maradona non è mai stato un evasore fiscale. Questa battaglia è finalmente finita, abbiamo vinto questa guerra e il bene ha vinto sul male”.

Narra pure nel suo libro del suo primo incontro con Diego a Dubai dove spiegò al campione argentino che non era un evasore fiscale, ma un innocente come tanti altri. Perché Maradona non credé alle sue parole in un primo momento ?

“ No, non è vero che Maradona non abbia sùbito creduto alle mie parole, anzi devo dire che non sono passati nemmeno cinque minuti e si era già affidato completamente a me. Forse, anche se non abbia creduto sùbito di vincere questa sfida con il fisco, lo ha detto subito ai figli che aveva capito di essere innocente e ha immediatamente iniziato a giocare questa partita”.

Afferma che il piede sinistro di Maradona fosse lo strumento con il quale gli emarginati del Sud del mondo hanno trovato riscatto e continua scrivendo che Maradona sia addirittura intervento sulla questione meridionale all’ epoca ancora viva. Oggi la questione meridionale è morta oppure non ha più veri sostenitori come Maradona ?

“ Sicuramente, Maradona ha fatto vincere il bene sul male; così ha fatto con la sua famiglia: rialzandola dalla polvere, dalla povertà. Così fece anche con il suo popolo argentino, facendolo vincere la partita con la mano di Dios contro gli inglesi, compensando gli equilibri e i valori. Ha vinto con il Napoli, con il suo spogliatoio contro le città razziste del Nord Italia, prendendo in mano la città in piena crisi, durante la problematica meridionale, ristabilendo i valori e le potenzialità del Sud contro il Nord. Ha sempre vinto. Penso che la

questione meridionale, purtroppo, esiste ancora e spero che esitano altre persone come Maradona che non accettano compromessi con un minimo di dignità possano portare avanti le battaglie senza pensare di arricchirsi. Lo stesso Maradona non si è mai arricchito, anzi ha fatto vivere brillantemente tutti quelli che vivevano al suo fianco, facendo di Diego un bambino”.

È stato il promotore per la cittadinanza onoraria a Maradona per motivi sportivi. Un evento indimenticabile per tutti i napoletani, ma ci furono delle maldicenze di certe persone nei riguardi di Maradona: che avesse intascato soldi per prendere la cittadinanza onoraria. Può dirci le parole che Maradona le disse per questa situazione?

“ Ci sono sempre le malelingue e i pettegolezzi. Spesso dico: nessuno ti dice lavati la faccia che sembri più bello di me. Come diceva Maradona: l’invidia e la gelosia sono lo sport nazionale come in ogni paese, soprattutto, in Italia . Abbiamo fatto quello che era giusto, lo rifarei altre mille volte. Maradona è cittadino onorario napoletano anche grazie a me e ad Alessandro Siani che ha sùbito organizzato lo spettacolo dopo averci incontrato e salutato in un albergo napoletano . Le Istituzioni hanno solo cavalcato la passerella, ma mai nessuno ci ha aiutato a far brillare la bandiera azzurra di Maradona che sarà sempre alzata”.

Narra pure le la vicenda del riconoscimento di paternità di Diego Armando Maradona Junior. Lei e l’ Avv. Enrico Tuccillo avete cooperato per far recuperare un rapporto tra padre e figlio. Quanto è stato complesso riallacciare i rapporti tra Diego e suo figlio Maradona Junior?

“ Devo dire una cosa importante: sono contento di aver contribuito, più di tutti, a far riavvicinare Diego a suo figlio Diego jr, a farli fare pace. Questa è la mia più grande vittoria aver fatto abbracciare papà e figlio , due Maradona un solo Maradona un esempio della vittoria dell’amore su cui nessuno scommetteva . Diego Jr e i suoi familiari dovrebbero abbracciarmi solo, per questo. Sono riuscito in quello che in molti non riuscivano a pensare. Tutti pensavano che Diego non volesse vedere il figlio, ma è una cosa non vera: Diego era allontanato da quel figlio, purtroppo, dalla gente vicina a lui che mirava a spartirsi la torta in maniera più grande. Il cuore di Diego, invece, ha vinto i tanti ostacoli, impedimenti e malelingue. Alla fine Diego Armando Maradona ha dimostrato di amare quel bambino, oggi adulto , che porta il suo sangue e che è il figlio. Questa è, per me, la battaglia più grande vinta: convincere il mio assistito a fare la cosa giusta, abbracciando il figlio. Maradona voleva fare da tanto questa cosa, ma qualcuno lo distraeva e complicava tutto”.

Un’ ultima domanda prima di salutarci: sono state esposte due statue in onore di Maradona fuori e dentro allo stadio che oggi porta il suo nome realizzate separatamente da Domenico Sepe e Dario Caruso. Cosa ne pensa di questi gesti dedicati a Maradona?

“Penso che un po’ tutti gli artisti e i anche i semplici cittadini con una statuetta, con una bandiera, con un adesivo, un disegno o una canzone , ricorderanno Diego Armando Maradona. Si parlerà sempre di Maradona perché lui è anche arte, musica, cultura e religione. Ma, era anche esempio di sbagli da cui però sapersi rialzare nella vita. Un campione è colui che si rialza, non solo colui che segna un goal”.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore