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Giuseppe Canone, una superstar della scultura del’900

Napoli, 05 Giugno 2023

Giuseppe Canone, una superstar della scultura del’900

di A. Russo
Un maestro scultore napoletano noto per le sue opere e la sua bravura
Antonio Russo
Nasce a Napoli  il primo luglio del 1953. Con una forte determinazione, si laurea nel 1975
all’Accademia di belle Arti di Napoli con grandi suoi maestri e
amici come Giuseppe Pirozzi, Armando De Stefano e Gianni Pisani. Lavora per 20 anni
in fonderia, specializzandosi sull’uso del bronzo. Oggi, per la realizzazione delle
sue opere, il maestro spazia tra i più svariati materiali: dal legno, alla terracotta e il marmo.
Ha lavorato per 38 anni al Comune di Napoli fino alla pensione. Oggi ho un appuntamento
per un’intervista con Giuseppe Canone, scultore, di 70 anni, ci sentiamo per cellulare, affinché si
fissi un incontro nella sua casa-bottega per la sua realizzazione del busto di San Giuseppe Moscati
collocato già al Gesù Nuovo nella sua cappella. Ci incontriamo nei pressi di Santa Teresa degli
Scalzi, Vico Fonseca ( coincidenza anche questa ?) in un palazzo al terzo piano. Busso il
campanello della porta e mi apre il maestro Giuseppe Canone e mi saluta e mi fa strada in casa,
osservando involontariamente in giro vedo una porta semiaperta con un busto di argilla che non mi
è nuovo, sorridendo comprendo chi è e avrà a breve una forma eterna. In quella casa sembravo che
fossi Stephen Dedalus in un’atmosfera borgesiana: una casa labirintica, piena d’opere d’arte, in ogni
angolo, in ogni parete.
Entrando nella casa del maestro Canone, la prima cosa che colpisce è il forte odore di
argilla e la struttura labirintica dell’edificio: quasi come un grande museo ricco di opere
d’arte in ogni angolo, su ogni parete.

Ci sono i busti di terracotta di Tommaso Campanella e Giordano Bruno che scrutano
l’ospite dall’alto in basso. C’è il busto di Aurelio De Laurentiis che sarà donato dallo
scultore in persona per l’ultimo scudetto vinto del Napoli.

Persino il tavolo è realizzato proprio dallo scultore insieme ai membri della Fonderia De
Pietro a Capodimonte: i fratelli Alberto, cesellatore, e Patrizio.

“Questo è il gesso di Giordano Bruno di Fonderia per avere il ricordo.
Lo potrei rifare, volendo. Questo mi fu ordinato dal direttore del lessico intellettuale
Europeo Tullio Gregori, noto filosofo. Pensi che questo busto è conosciuto anche in
Germania. Questo pezzo lo portai a Roma, perché il lessico intellettuale Europeo è una
branchia del CNR, cioè loro sono degli scienziati, studiano. Mio fratello Eugenio è stato
uno dei più grandi ricercatori di Tommaso Campanella e Bruno Giordano per 35 anni al
CNR. Tullio Gregori chiese a mio fratello Eugenio: che voleva donare un busto di Giordano
Bruno alla Sapienza, in cui è collocata la Biblioteca di filosofia, quindi mio fratello,
Eugenio, fece il mio nome come scultore per la realizzazione del busto. Giunti a questo
punto, feci il busto, lo portai a Roma e venne collocato al centro della stanza della
Biblioteca di filosofia detta Giordano Bruno”, racconta Giuseppe Canone della sua storia di
scultore e di artista. E continua a raccontare: “ Gli uomini che si sono distinti in vita, vanno
ricordati sempre. Io non volevo alcune pubblicità sul busto di terracotta di San Giuseppe
Moscati, ma Peppe Serroni ha insistito, perché siamo amici di vecchia data e

abbiamo molti progetti insieme come la Sirena sul monte Echia (circa 6 metri n.d.r.) e il
monumento ai caduti del’43 a Piazza San Gaetano. devozione e l’ho donato come si legge
sulla targhetta. Io non volevo alcuna pubblicità, ma appena l’ha visto Peppe Serroni
rimanendoci di sasso. L’opera nasce dal cuore ex novo. Feci una promessa a Moscati ‘Se
tutto va bene ti lo farò una statua e te la porterei nella tua cappella’. E spiega a proposito
del busto di Giordano Bruno: “Un giorno il ministro Lamberto Dini vide ciò che avevo
realizzato nella sala Giordano Bruno, mi fece chiamare dal suo sottosegretario il quale mi
fece i suoi complimenti. Poco dopo, ricevetti una chiamata dai carabinieri che mi
comunicarono del premio ottenuto, cioè ero stato insignito del titolo di Cavaliere della
Repubblica italiana per meriti artistici come riporta il documento firmato da Giorgio
Napolitano e controfirmato da Romano Prodi”.

Continua Canone con i suoi aneddoti:” Enzo Arbore, durante lo spettacolo con l’orchestra
italiana, si fermò e mi chiamò sul palcoscenico, per mostrare il mio busto di terracotta che
lo raffigura all’Arena Flegrea. Lui disse: ‘ sono foggiano ma di adozione sono napoletano,
perché mi sono laureato qui,  ho vissuto qui e adoro la città di Napoli’ Fu una grande
soddisfazione vissuta quella volta. Comunque, ho realizzato il busto di terracotta
del musicista James Senese. E conclude : “ Un altro progetto che ho in cantiere durato 6
mesi di lavoro, è un cerchio di un diametro 1,80 e 350 chili di bronzo.
Sembra che sia uno scudo di un oplita. Sulla sua superficie sono rappresentati bambini
insieme a Maradona. Ho fatto pure le medaglie. Comunque, questo lavoro giace nella mia
fonderia ed è costato circa €2,500. Voglio proporre quest’opera alla società di Ciro Ferrara
e Paolo Cannavaro”.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore