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Luigi Garzi, Il pittore dell’Accademia di San Luca fine ‘600 perfino a Napoli

Napoli, 16 Giugno 2023


Luigi Garzi, pittore pistoiese, principe dell’Accademia di San Luca a Roma,1682, fu contattato dai
frati domenicani per un ciclo di affreschi per l’chiesa di Santa Caterina a Formiello per impreziosire
la casa di Dio, impegnandolo per quattro anni a spese dei frati i quali gli diedero un alloggio
gratis. Un viaggio in carrozza, da Roma a Napoli, che cambiò per sempre il nostro patrimonio
pittorico.
Luigi Garzi nacque nel’38 del 600 a Pistoia, una città in provincia della Toscana. Giovanissimo, 15
anni, decise di diventare un pittore, quindi come tutti i suoi contemporanei, si spostò a Roma, la
città Eterna, dove potè imparare le arti del disegno e della pittura presso la bottega del suo
maestro Andrea Sacchi. Sacchi insegnò la pittura classicista al giovane Luigi Garzi che apprese negli
anni di apprendistato.

“ un disegno corretto, un vago comporre, un colorito tutto grazia, un tocco facile, gruppi ben
disposti, panneggiamenti di buon gusto”, scriveva lo storico dell’arte Pellegrino Antonio Orlandi. Il
giovane Garzi manifestò sùbito le sue doti per la pittura e i colori, infatti ebbe anche grandi
commissioni nella città del Papa. Lavorò fuori e dentro le mura dell’Urbe, creando grandi opere
d’arte. Sin da bambino nutriva grande interesse per le opere di Lanfranco, per le opere del
Domenichino, per le opere di Nicolas Poussin, e per le opere di Guido Reni.

Le sue opere riecheggiano tutt’oggi come le Storie di San Filippo Benizi nel convento di
San Marcellino datata 1671, la pala d’altare Ognissanti nella chiesa di Santa Caterina a
Magnapoli dove affrescò anche una Santa Caterina d’Alessandria simile a quella nella
chiesa napoletana di Santa Caterina a Formiello. Un pennello preciso, prefetto,
instancabile per la sua passione della pittura.

Luigi Garzi diventò una star della pittura romana in poco tempo e tentò di entrare in una delle
istituzioni prestigiose di Roma: l’Accademia di San Luca.
L’Accademia di San Luca ebbe origine dalla Universitas picturæ ac miniaturæ che svolgeva
la sua attività in Roma sin da tempi molto lontani e della quali furono rinnovati gli statuti
all’epoca di papa Sisto IV, il 17 dicembre 1478.

L’Universitas si riuniva in una chiesa situata nei pressi dell’abside di Santa Maria Maggiore
all'Esquilino dedicata poi a San Luca, pittore e iniziatore della tradizione artistica cristiana.
Il desiderio di restaurare le arti, di dare prestigio alla categoria degli artisti e di istituire
autorevoli corsi di insegnamento per formare i giovani, spinse Girolamo Muziano a farsi
promotore della istituzione di una Accademia che accogliesse gli artisti che avevano
raggiunta la notorietà. La proposta fu accolta da Gregorio XIII che, con un breve del 13
ottobre 1577, autorizzava la istituzione di una Accademia Romana di Belle Arti con annessa
Congregazione sotto l’invocazione di San Luca.

A pochi anni di distanza, un breve di Sisto V datato 31 maggio 1588 disponeva la cessione
alla nuova Accademia della chiesa parrocchiale di Santa Martina in tribus foris, al Foro
Romano, perché in essa potesse svolgere la sua attività la prevista Congregazione e nei
locali adiacenti fosse sistemato un ospizio per accogliere giovani artisti.
Spettò al suo primo Principe, Federico Zuccari, riunire le tre arti sotto la comune egida del
disegno e dare all’istituzione gli statuti nel 1593
.
L’apprendimento della pratica artistica, istituito da Federico Zuccari fin dal 1593, si svolgeva nella
sede accademica, un palazzetto riadattato nel tempo posto accanto alla chiesa di Santa Martina, e
negli studi degli artisti accademici. Attraverso l’insegnamento l’istituzione esercitò una notevole
influenza, non soltanto in ambito locale, annoverando tra i suoi frequentatori molti stranieri
presenti a Roma per periodi più o meno lunghi.

Nel 1754 Benedetto XIV volle rendere ancora più facile l’accesso allo studio ai giovani, fondando in
Campidoglio l’Accademia del Nudo e affidandone la direzione alla Accademia di San Luca.
Torniamo al nostro pittore Luigi Garzi provò il concorso dell’Accademia nel 1664, ma
fallendo. Negli anni successivi la star della pittura continuò a brillare di luce propria finché
riuscì a diventare un accademico di San Luca nel 1670 e poi superstar: reggente della
Congregazione dei virtuosi al Pantheon.
I frati domenicani chiamarono Luigi Garzi del monastero di Santa Caterina a Formiello a Napoli per
miglioramento della loro chiesa.
Garzi partì e lasciò Roma per questa importante commissione per circa quattro anni a spese dei
padri dei domenicani. Luigi Garzi osservò bene le pretese dei suoi committenti e scelse di
realizzare tre affreschi, dal 1696 al 1698, pertinenti a Caterina d’Alessandria. Purtroppo, non
conosciamo i nomi dei suoi aiutanti, conosciamo solo Francesco Franchini, pittore ornamentalista,
che gli diede una mano in quest’ impresa ciclopica: un uomo solo col pennello e migliaia chilometri
di superficie da affrescare
. Cominciò, nel 1696, ad affrescare la contraffacciata di Santa Caterina a formiello il Martirio di
Santa Caterina di Alessandria per ruota dentata, nel 1697 affrescò la volta della navata centrale
l’Estasi di Santa Caterina di Alessandria simile a quella romana, ma con colori molto più vivaci e nel
1698 dipinse nei quattro angoli della Cupola le virtù cardinali. Per quei lavori fu pagato più volte,
come dimostrano le bancali degli otto banchi pubblici napoletani ma in scudi romani e non in
ducati ( monete d’oro e argento in uso in quel periodo n.d.r.).
Dopo i lavori svolti per anni a Santa Carerina a Formiello, fu chiamato sull’isola di Procida, dove gli
fu dato l’incarico nel 1699 di realizzare un quadro raffigurante il glorioso arcangelo San Michele
che sconfigge il male. Un’opera con colori vivaci e datata 1699 e documentata dallo studioso
Pavone. Queste sono le uniche opere della regione Campania di Luigi Garzi, principe
dell’Accademia di San Luca di Roma. Un patrimonio che fa scuotere gli uomini e le loro emozioni,
osservando queste opere. Una star, Luigi Garzi, che non cadrà mai nell’oblio per il suo talento e
forza di volontà.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore