Calcio

Intervista ad Emilia Curranone, la prima artefice donna della scultura di Maradona

Napoli, 02 ottobre 2023

Intervista ad Emilia Curranone, la prima artefice donna della
scultura di Maradona

di Antonio Russo

Incontriamo l’artista napoletana Emilia Curranone, classe ’88, diplomata all’ Accademia di Belle Arti di
Napoli in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo con indirizzo pittura, ha partecipato a diversi premi,
commissioni e progetti come il secondo posto al concorso Nazionale “Arte e Sport” organizzato dall’
A.O.N.I. di cui il presidente della giuria è l’architetto Franco Sapio delle Scuderie del Quirinale, una scultura
di terracotta ed abiti di seta diventata di proprietà del monsignore Lluse Bonèt, parroco della Sagrada
Familia di Barcellona e dulcis in fundo ha tenuto una personale presso il Castel dell’Ovo, Sala delle Terrazze,
intitolata “ Poiesis”, patrocinata dal Comune di Napoli e presentata dall’ex sindaco di Napoli Luigi de
Magistris e Alessandra Clemente. L’artista partenopea ci racconta del suo omaggio a Diego Armando
Maradona, realizzato nel 2020, la scultura in una lega di zinco e rame. Una scultura di Maradona giovane e
sognatore che incarna tanti giovani che hanno un sogno.
Può descriverci il processo creativo della scultura, dalla bozza di argilla alla realizzazione?
“In realtà raccontarlo oggi mi strappa un sorriso … Il mio studio è uno studio da pittrice: dunque non ero
attrezzata per una scultura di quelle dimensioni.  Dal momento che l'ho pensata la mia inquietudine
creativa non ha lasciato troppo spazio alla tecnica. Ho preso ciò che avevo sottomano e ho iniziato. La
struttura interna della scultura l'ho costruita man mano con diversi materiali, ma siccome non si sosteneva,
utilizzai del legno che mio fratello aveva conservato tra le sue cose. Così poté mantenersi in piedi e da lì
iniziai. Carta e plastica intorno al legno e poi l'argilla. Iniziando dai piedi, così la costruivo man mano
aggiungendo massa su massa in argilla e dandole la forma che desideravo. La struttura interna la creavo
man mano che mettevo su il resto. Tutto a dirsi molto intuitivo. Ricordo addirittura di aver sacrificato dei
telai per creare il sostegno per le braccia … La scultura così realizzata, tutta su un pezzo e nell' angolo della
stanza dove dipingevo, non aveva le dimensioni né la struttura per essere portata fuori da quella stanza.
Ma dovevo trovare una soluzione poiché l'avevo già terminata. Così alla fine ho trovato chi poteva venire a
"salvare" la scultura aiutandomi a fare il calco nel mio studio proprio i giorni prima di Natale. Fu una
benedizione per me. Neanche immaginavo come poter proseguire il lavoro. Non avevo idea del processo e
del materiale che avrei utilizzato in seguito. Non avevo programmato nulla e così si sono risolte le cose
poco a poco.  Dopo il calco ho tenuto con me alcune parti della scultura ma oggi ne conservo solo parte
della testa. Solo mesi dopo decisi di realizzare la fusione in due leghe della stessa”.
Quali  tecniche ha usato?
“Quando ho iniziato la scultura ho lavorato con i soli materiali che avevo nel mio studio e ho acquistato
dell'argilla. Non saprei definire esattamente una tecnica poiché  ho utilizzato la memoria delle esperienze
fatte nel campo artistico e l'intuito. Ho lavorato con i pochi attrezzi che avevo per modellare piccole cose,
con pennelli e con le mani. Così l'ho modellata su una struttura portante in legno a cui ho aggiunto altri
materiali per dare corpo e poi l'argilla. Finita in un unico pezzo, non l'ho costruita di modo da poter essere
divisa  in più parti. È stato fatto dunque, il calco in gesso sul pezzo tutto intero. Sono state tagliate solo le
braccia facendo il calco a parte. Dopodiché quando ho deciso di realizzare il lavoro definitivo dal calco è
stata tratta la forma in cera, che consente di rifinire alcuni dettagli nel caso venissero persi e poi realizzato
la fusione in due leghe rame e zinco secondo la tecnica della cera persa. E ad oggi il risultato finale è quello
che potete vedere”.

Quanto tempo ha impiegato per la realizzazione della statua?
“Ho realizzato la scultura in argilla in circa un mese. L'ho iniziata subito dopo la scomparsa del Pibe de Oro,
dunque negli ultimi giorni di novembre 2020 e l'ho terminata alla vigilia di Natale dello stesso anno.
Ovviamente ho dovuto lavorare ininterrottamente tutto il giorno fino a notte inoltrata e tutti i giorni, così
sono riuscita a terminarla. Avendola costruita dal nulla e senza gli attrezzi necessari sono rimasta sorpresa
io stessa di esserci riuscita in questo lasso di tempo. È vero che mi sono dedicata solo ad essa, senza
rientrare a casa a dormire, riposavo allo studio e ricominciavo. È stato un rapporto così intimo che per me è
stato meraviglioso lavorarci. Mentre lavoravo venivano persona a vederlo ma io non mi staccavo da lui, non

potevo fare a meno di vederla finita, anche perché dovevo fare in modo che l'argilla non seccasse. Quando
hai un impeto creativo davvero non puoi domarlo. Così ho visto terminato il calco alla viglia di Natale,
stremata ma estremamente felice. Dopo aver fatto il calco ci sono voluti alcuni mesi prima di decidere cosa
fare e alla fine ho deciso di realizzarla. È stata una decisione difficile perché non mi restava altra alternativa
che autofinanziarmela, ma alla fine ho deciso di farlo. Così ho dato inizio al processo per la fusione. Per
questa ci sono voluti mesi, ed esattamente ad un anno della sua scomparsa e dunque ad un anno dall'inizio
del lavoro, mentre il popolo napoletano era fuori lo stadio per lui, io vedevo la mia scultura terminata,
possente davanti ai miei occhi”.

Come e quando è nata l’idea di dedicare una statua a Maradona ?
“L'idea di dedicare una statua a Maradona… beh semplicemente quando mi recai fuori lo stadio alla sua
scomparsa. Mi arrivò la notizia ed ero al mio studio e subito presi un foglio e disegnai il suo profilo mentre
mantiene sul capo il pallone in equilibrio. La telefonata di un amica che mi invitava ad andare fuori lo
stadio, e così a piedi da Soccavo ( quartiere dove è nata e cresciuta, n.d.r.) mi recai fuori lo stadio con il mio
disegno per omaggiarlo. Arrivata fuori lo stadio c'era qualcosa di meraviglioso che univa tutti sebbene nel
dolore, la riconoscenza. Alcune cose non si possono spiegare… sono comunque cresciuta in un quartiere
difficile e dove Maradona si allenava e onestamente sento molto sulla pelle la condizione dei ragazzi di
strada. Io avevo un sogno fin da bambina e Maradona era colui il quale aveva realizzato il suo sogno per le
sua grande passione, e io credevo di poter realizzare il mio, perché credo che chiunque possa farlo. Non
essere famosi, beninteso, ma realizzare il proprio sogno vivendo la propria passione questo si! Canalizzando
le energie in qualcosa di costruttivo! Questo fu quello che mi mosse dentro e nient'altro. E desideravo che
questo messaggio arrivasse a tutti così tornando a casa pensai "farò una scultura dedicata a lui" questo fu
quanto. Sul disegno infatti avevo scritto "Nati per realizzare sogni … grazie per avercelo dimostrato! Da un
artista napoletana fiera, che aveva un sogno ed é partita dal basso e ha provato a realizzarlo! Con stima e
affetto un'amica pittrice" e così sulla scultura ho inciso la frase "Nati per realizzare sogni" … “.
Quali sono state le difficoltà nella realizzazione della statua del Diez ?
“Le difficoltà per realizzare la scultura sono state molteplici. Non credevo di farcela al principio. Non
riuscivo a creare una struttura che tenesse. Iniziai con dei blocchi di argilla per la base e con delle aste di
legno sottili ma non mantenevano. Provai e riprovai e misi su un manichino della posizione che desideravo
ma non avrebbe sostenuto il peso dell'argilla. Così chiamai mio fratello che mi venne in aiuto con un palo di
legno che fu la struttura portante di tutta la scultura e da lì man mano cercavo di costruire il resto. Con una
base solida fu più semplice iniziare. Ovviamente non nascondo la difficoltà di aver lavorato in un angolo di
una stanza neanche troppo grande, poiché era l'unico spazio disponibile, la quale cosa non mi consentiva
del tutto di lavorarci intorno o di osservarla da lontano. La testa ad esempio l'ho lavorata su uno scaletto in
una scomoda posizione e senza poterci girare intorno e così tutto il resto. Non avevo neanche molta luce in
verità, montai una lampada e così continuavo il lavoro. Anche nella fusione a cera persa ci fu molto lavoro e
qualche difficoltà. Avevo lavorato ad una scultura con i suoi molti dettagli. Dovetti stare attenta affinché
questi dettagli sebbene impercettibili da lontano, non si perdessero. Per me avevano una grande
importanza e quindi anche la fase della fusione fu abbastanza complessa, ma alla fine le difficoltà quando si
interpongono a noi certe volte si rivelano una grazia, poiché se si tiene davvero a qualcosa non si molla, e i
sogni si realizzino così”.

Qual è il messaggio  della sua statua e perché ha scelto quella posizione ?
“Il messaggio della statua per me si esplicita nella sua presenza. Il fatto stesso di averla realizzata e che
esita è per me una testimonianza. Il messaggio è che i sogni si possono realizzare e questo messaggio è per i
piccoli e per i più grandi. Certe volte smarriamo la strada … Tutti abbiamo ferite emotive alcuni più
profonde di altri, ma facendo i conti con noi stessi, possiamo decidere di vedere la nostra vita come una
benedizione o come una maledizione. Molti ragazzi oggi pensano di non avere alternativa perché
conoscono una sola lettura della propria vita e molte volte vige la legge della sopravvivenza. I sogni ci

insegnano a prendere contatto con la nostra parte creativa, la quale ci induce a trovare soluzioni nuove e
risposte nuove dove sembri non esserci più la speranza. I sogni ci aiutano in tal senso a canalizzare le
energie "negative" in qualcosa di creativo e autentico, qualunque sia il sogno e a qualsiasi età. In tal senso il
sogno, nell'ottica dell'eternità a cui siamo chiamati ( l'amore stesso ci rende eterni perché non muore mai ),
ha un potere salvifico. Ecco perché quello rappresentato è il Maradona giovane e sognatore, con il torace
aperto e le braccia pronte ad accogliere, fiero e consapevole della vittoria intesa come riscoperta del
proprio sogno vissuto pienamente, che accoglie chiunque abbia un sogno finché lo realizzi. E come un inno
alla vita vissuta con dinamicità, poiché nulla avviene restando statici. Ecco che le sue gambe sono in
movimento, avanzano. Non calciano il pallone poiché non era per me necessario descrivere l' azione di un
goal ad esempio, quando la sua passione si evince già nella sua forza. Il pallone infatti non manca perché è
emblema dell'eredità che ci ha lasciato e che ha lasciato all'umanità intera. Lui non lascia a noi
semplicemente un pallone, ma ce lo mostra quasi fosse il suo trofeo che dona alle nuove generazioni, così
che chiunque, bambini e non, possano toccarlo. Lui offre così in eredità il sogno come fonte universale di
ciò che muove la passione, ovvero l'amore con il quale lo si vive”.

Oggi la statua dove si trova e dove vorrebbe collocarla ?
“La scultura al momento ce l'ho io ben custodita. Dove collocarla … Un desiderio in particolare in merito
non ce l'ho, ma so che se ricevessi la giusta proposta saprei riconoscerla. Non mancano idee chiare, solo
che sono cambiate molte cose e dunque anche i miei desideri in merito. Forse ad oggi sono l'unica donna e
artista che è nata e cresciuta proprio vicino al campo paradiso dove lui si allenava che abbia messo su una
scultura, tra l'altro su un unico pezzo, per lui, mossa da un desiderio autentico. Per me questo significa
molto. Ci sono molti posti nel mondo dove Maradona è amato. Mi piace pensare che la mia scultura, che
sento essere stata molto ispirata, sia nata per qualche motivo e desidero che adempia al motivo per cui è
nata.  Ho comunque vissuto un esperienza significativa durante lo scudetto perché sono scesa in strada con
la scultura e ho girato tra Soccavo e Fuorigrotta fino allo stadio. Ma la cosa più emozionante è stata quando
nel Rione Traiano mi sono vista intorno alla scultura tutti gli "scugnizzi" del quartiere. Moltissime le persone
che hanno fatto la foto con la scultura, l'unica che è stata toccata dai napoletani. Era quello che volevo. Non
mettere la scultura su un piedistallo ma tra la gente. Per me e anche per molti resta simbolo di questo
scudetto. L'arte deve unire … È stata una gioia indescrivibile. Sinceramente la vedo in qualunque parte del
mondo che dia valore al suo significato. Ovunque vada nel mondo, vorrei che fosse fruibile il più possibile e
che fosse per molti”.
Ha realizzato una statua di un mito calcistico che non cadrà mai nell’ oblio. Che emozione prova ad aver
contribuito alla memoria di Maradona e averlo omaggiato con una statua ?
“A dir la verità questa cosa mi rende molto felice. Nessuno prima d'ora che io ricordi mi aveva fatto questa
domanda. Questa scultura per me è stata determinante, sia a livello artistico che personale e ha portato
con se molte contraddizioni che non mi hanno lasciata indifferente. Ma proprio qualche tempo fa
ripensando al vero motivo per cui l'avevo realizzata trovai pace proprio in questa risposta: se anche il
messaggio non fosse arrivato a molti, resta comunque un fatto quello di averla realizzata e nonostante le
aspettative deluse dopo la sua realizzazione, la sua presenza stessa è una testimonianza. Voglio dire che al
di là di ogni tipo di soddisfazione umana come notorietà, riconoscimenti ecc… come Maradona ha
realizzato il suo sogno vivendolo io realizzando la sua scultura ho contribuito a realizzare il mio. Quindi a
modo mio ho contribuito alla sua memoria e l'ho fatto per qualcosa che dura per sempre, il mio amore
autentico per l'arte. E ad ogni modo un'opera d'arte vive molti più anni di una vita di una persona, spero di
lasciare qualcosa all' umanità in questo modo …
Una settimana fa viaggiando per lavoro mi trovai all'estero, a parlare con un bambino di sette anni (non
italiano), il quale appena seppe che ero di Napoli mi disse che amava il Napoli perché li era stato il
calciatore più grande di tutti i tempi! E al chiedergli di chi stesse parlando, mi guardò quasi come a dire…
Ma come non lo sai? E mi rispose… "Maradona!" A volte immagino che bello sarebbe se questa scultura
fosse motivo di attrazione per poter diffondere un messaggio, quello per il quale ho tanto lottato… “.
Un’ultima domanda prima di salutarci : a cosa sta lavorando adesso?

“Mi trovo in una nuova fase del mio lavoro, oggi preferisco pensare che ogni giorno sia un’ occasione per
vivere e mettersi in gioco, sono e continuo ad essere amante della pittura, ma sento anche l' esigenza di un
cambiamento. Sto dipingendo cercando di mettere su un progetto che esprima nel migliore dei modi l' idea
che ho maturato dell'arte. Ho sempre amato la filosofia e penso che tutto concorra all’ unità, penso che
non siamo isole ma universi unici e parte di un progetto più grande. Penso che siamo universi di luce ed è
quello che desidero esprimere con la mia arte. Al contempo sto lavorando ad un altro progetto per
Maradona che preferisco non anticipare. Come la scultura fu fatta per pura intuizione anche in questo caso
si tratta di un'idea non commissionata… Credo di essere un inguaribile romantica con i piedi a terra ma con
lo sguardo verso il cielo…”.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore