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Comunicato Stampa – ANALISI DEL VOTO A NAPOLI PER IL RINNOVO DEL PARLAMENTO EUROPEO DEL 8/9 GIUGNO 2024

Napoli, 17 giugno 2024

ANALISI DEL VOTO A NAPOLI PER IL RINNOVO DEL PARLAMENTO EUROPEO DEL 8/9 GIUGNO 2024

di Rffaele Federico

Il confronto dei dati relativi alle votazioni, ci permettono di analizzare fenomeni, e
formulare possibili percorsi e strategie politiche.
L’astensionismo al voto risulta essere una pratica consolidata in alcune aree
geografiche caratterizzandone il profilo geopolitico. Esiste inoltre uno stretto
connubio tra astensione al voto e clientelismo politico
E’ certo che l’affluenza al voto è determinata dall’interesse che il risultato delle
elezioni suscita nella popolazione, i fattori che influenzano i cittadini ad esprimere o
meno il loro voto sono essenzialmente di due tipologie, ovvero istituzionale e di
opportunità.
Per fattori istituzionali si intendono quegli aspetti giuridico-istituzionali, norme e leggi
che garantiscono la partecipazione dei cittadini alla vita politico amministrativa che
ispirano al senso dello Stato e di responsabilità e di appartenenza ideologica.
Gli aspetti di opportunità sono quei fattori oggetto di valutazione personale che
ponendo il cittadino di fronte a scelte di convenienza e di utilità, lo inducono a
compiere una scelta che sia l’espressione del voto o del non voto.
Uno dei fattori che influenzano maggiormente la partecipazione al voto è quanto
questo possa effettivamente influenzare un cambiamento desiderato o temuto.
Tra i motivi che inducono il cittadino a non esprimere il voto ne esistono due molto
significativi. Il primo è la convinzione della stabilità politica e dell’inutilità che la sua
decisione di votare o meno possa apportare mutamenti significativi; il secondo è il
convinto rifiuto dell’intero sistema politico nel quale vengono identificati tutti i
soggetti politici, siano essi partiti di governo che quelli di opposizione per la loro
incapacità di dare voce al dissenso.
Mentre è l’appartenenza ad un gruppo ideologico o subculturale, o la convinzione di
qualche utilità personale o la fiducia riposta in una organizzazione o personaggio
politico che non nei programmi (promesse elettorali), ma nella costante azione
concreta e documentata, ad indurre i cittadini a recarsi ai seggi elettorali.
E’ storia quotidiana l’influenza di come avvenimenti di cronaca abbiano un effettivo
peso nell’ambito della vita politica e sociale e sulla partecipazione elettorale.
Il clientelismo politico, basato sulla capacità di mediazione tra il bisogno della
popolazione e risorse e favori, ha costruito un meccanismo di compensazione alla
necessità di garantire fiducia tra le parti per la partecipazione al voto.

Con la trasformazione da un clientelismo popolare o “di piccoli favori”, al quale
avevano aderito anche i partiti d’opposizione, a quello di in cui si favorisce
l’arricchimento personale escludendo dai benefici e quindi dal “voto di scambio”,
vasti strati della popolazione, si è assistito alla crescita del fenomeno dell’astensione
alla competizione elettorale.
Da quanto finora esposto si può affermare che i cittadini (35, 68 % ) che a Napoli ha
partecipato al voto nella ultima tornata elettorale lo abbia fatto:
1– per convenienza personale
A–desiderio di cambiare o di mantenere lo status quo
B—ottenere favori personali o clemenza dalle istituzioni
2—giuridico-istituzionali
A—senso di responsabilità e dovere civico
B—appartenenza ideologica o subculturale
C—fiducia nei programmi e nelle promesse elettorali

Il restante 64,32% dei cittadini che non hanno partecipato al voto, lo abbiano fatto
per:
1–Convinzione della stabilità politica e quindi dell’inutilità del proprio voto;
2– Rifiuto totale del sistema politico
In conclusione dobbiamo altresì riconoscere che esiste un discordanza molto
interessante riguardante il giudizio politico verso una maggioranza di governo
(centrale, regionale o comunale) ovvero tra il consenso che viene espresso nel voto
ed il reale grado di fiducia che il cittadino ha verso le istituzioni e che ne influenza in
maniera determinante l’espressione di voto.
E di questo ne sono responsabili i mass media che, per sostenere il potere,
manipolano l’informazione trascurando o banalizzando alcuni avvenimenti ed
esaltandone altri in tal modo condizionano il giudizio degli spettatori/lettori
Ma la causa principale del non voto dei cittadini che aspirano ad un cambiamento
positivo del loro territorio è l’ assenza di un partito che possa svolgere la funzione di
rappresentare in maniera distaccata i consensi elettorali, ed impegnarsi in una assidua
e rilevante funzione di rappresentanza delle istanze di disagio ed affermazione dei
diritti.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore