Politica

Anche le guerre possono insegnare qualcosa

Bari, 13 agosto 2024

Anche le guerre possono insegnare qualcosa

Le guerre che si stanno combattendo in questi mesi hanno mostrato al mondo intero che esistono eserciti privati mercenari che combattono volentieri anche per super potenze nucleari.

Pare che queste organizzazioni siano molte e molto numerose e ben addestrate. Ovviamente servono non certo una idea o, tanto meno gli interessi della gente comune o degli elettori ma un committente. Chi più paga più sarà servito.

Il fatto che gli stati (tutti ) siano indebitati verso organizzazioni finanziarie fa pensare a quello che accadrebbe se quelle organizzazioni finanziarie volessero in un lontano futuro fare una guerra per conto loro.

L’accrescimento strutturale del debito pubblico di ogni stato del mondo ben oltre la possibilità di onorarlo ha travasato risorse incalcolabili dalle strutture istituzionali a quelle private slegate da ogni legame con un territorio (il famoso mondialismo) e quindi da ogni legittimità elettorale. Cioè le multinazionali conti alla mano si sono “mangiati” gli stati nei quali noi, gente comune, continuiamo a votare persone prive di conoscenze, idee e mezzi economici per rispettare gli interessi dei cittadini.

La cosa è molto seria come si intuisce e porta ad immaginare un interesse diretto di certuni a finanziare spese improduttive ((parchi, redditi di cittadinanza, restauri immobiliari, strade, ferrovie, ponti… superflui allo specifico fine di togliere agli stati ogni futura possibilità di avere una propria politica anche di difesa e comunque garantire ai finanzieri sufficienti soldi da occupare interi stati o distruggere qualunque nemico non volesse rispettare le loro volontà…. e non fra cento anni!

In questo contesto cosi complesso e in rapida perversa evoluzione l’unico modo per prendere tempo e, forse, limitare i danni è chiamarsi fuori da queste beghe imperscrutabili e dichiarare la neutralità perenne anche se non principalmente in ossequio alla prescrizione costituzionale, ai trattati internazionali vigenti e per preservare il patrimonio culturale e paesaggistico che custodiamo.

Quello che succederà è talmente grave ed imprevedibile che non possiamo che optare per questa opzione.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore