Economia

Stellantis. Fine di un’era

Bari, 03 ottobre 2024

Stellantis. Fine di un’era

Stellantis da aprile ha perso metà del suo valore di borsa e negli ultimi giorni di settembre ha accelerato la caduta perché i dati contabili parlano di un futuro ancora più buio. Non certo va meglio per gli altri titoli del settore.

In poche ore dell’ultimo giorno di settembre il mondo si è trovato di fronte ad una dura realtà: l’idea della trazione elettrica non va. A ben guardare non è solo l’auto elettrica ma è l’intera filosofia che le sta dietro e che va sotto il nome di transizione ecologica, che non va. Cioè si tratta di una idea che, scoprendo che la tecnologia ha prodotto inquinamento insopportabile, decide di combatterla con nuova tecnologia. Una fesseria mortale. Infatti se la tecnologia ha inquinato lo ha fatto perché ha forzato la natura (dai concimi ai coloranti, alle plastiche, alle nanotecnologie, alla comunicazione, ai pesticidi, alla energia, cioè tutte le cose dalle quali dapprima debolmente ma dopo sempre più convintamente ci separiamo) quindi non sarà mai la tecnologia salvare la natura! Semplicemente perché ne è la negazione, l’inverso, l’artificialità davanti alla naturalità.

Sappiamo che da quando “Dio è morto” si è pensato di sostituirlo con la potenza incontestata della tecnologia: tecnologia che sfornava miracoli “razionali” e cioè certi e verificati concretamente e non frutto di dicerie antiche e improbabili. Il ferro che si muoveva docilmente a comando fino a volare, gente che si parlava a distanza di chilometri, case costruite senza pietre, pensieri che si potevano curare con la psicoterapia, senza parlare di persone che in passato sarebbero morte e che vengono salvate se non resuscitate da sieri miracolosi, non v’era dubbio: per i raziocinanti il vecchio Dio è morto! ne facciamo un altro. Una stupidaggine come poche altre nella Storia; particolarmente simile al vitello biblico al posto del quale hanno messo le tecniche.

Quindi i razionalisti andavano sicuri nella certezza che l’auto elettrica sarebbe decollata e avrebbe sostituito la vecchia auto a combustione. Ma come mai quei cattivoni dei consumatori pur allettati in tutti i modi dagli aiuti di stato, pur martellati in ogni modo dalla propaganda di ogni genere, tranne qualcuno intimamente genuflesso ai potenti, tutti hanno voltato le spalle a questa modernità? Perché semplicemente tecnologia non è Dio e non può tutto. Questa volta non gli è andata bene e hanno fallito; questa tecnologia “verde” è impossibile sotto ogni punto di vista e dimostra che tutte le altre hanno degli scheletri negli armadi che ne inficiano totalmente il valore.

Questo fallimento va a cadere in un momento particolarissimo che fa credere che un Destino determinato da un Ente Superiore che agevolmente va contro tutto e tutti i razionalisti è probabile che ci sia.

La guerra che ci si appresta a combattere contro i detentori delle materie prime, (petrolio in testa) che sarà combattuta con le armi della finanza e della tecnologia per ottenere la supremazia appunto dei detentori della finanza e della tecnologia sui detentori delle materie prime, non è più così certo che la vincano i primi.

Inoltre la finanza che ha salvato i listini di tutto il mondo con le manovre monetarie e dei tassi di interesse scivola su una buccia di banana di fondamentale importanza: il collasso dell’economia sottostante cominciando dall’automobile; collasso che si sarebbe evidenziato se i vari Draghi non si fossero mossi nel salvare i listini. Collasso che ora è emerso visivamente non solo come livello delle quotazioni (che sarebbe stato solo un sintomo che ben curato non avrebbe portato a questo sconquasso) ma come chiusura delle fabbriche e caduta della domanda. Certamente le Banche Centrali ridurranno subito i tassi per rilanciare l’economia ma sarà come la tachipirina che riduce la febbre lasciando che il male che l’ha determinata uccida il malato piano piano.

Cioè le cose si stanno mettendo malissimo per il sistema occidentale fondato sulla finanza e sulla tecnologia. E quindi sulla grande impresa. Purtroppo nessuno ha una strategia differente e quindi insisteranno nel salvare il sistema grand’industriale senza il quale i loro stipendi scandalosi non potranno esistere; ma non ce la faranno. Anche i giovani cui tradizionalmente si ripongono le speranze di cambiamenti anche arditi e visionari… nascono vecchi e intrisi di tecnologia e incapaci di pensare e sentire e sognare qualcosa d’altro.

Quindi non ci sarà un giudizio di appello.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore