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Obbligo Vaccinale e Libertà Sanitaria – Equilibrio tra Salute Pubblica e Scelte Individuali

Napoli, 13 Novembre 2024

Esmeralda Mameli

L’obiettivo del Decreto Lorenzin del 2017 era quello di prevenire epidemie e proteggere la salute pubblica riducendo l’incidenza di infezioni provocate da malattie prevenibili, vale a dire quelle malattie per cui esistono vaccini efficaci che possono evitare il contagio o ridurre significativamente il rischio di sviluppo delle stesse.

Il Decreto fu introdotto in un periodo di preoccupante aumento dei casi di morbillo e di altre affezioni infettive.

Nel contesto del decreto, vengono elencate dieci patologie per cui è obbligatoria la vaccinazione: poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilus influenza di tipo B, morbillo, rosolia, parotite e varicella.

Nel 2018, il Decreto Milleproroghe ha introdotto alcune modifiche temporanee, ma il nucleo centrale della legge Lorenzin è rimasto in vigore.

Il D.L.n.73/2017 prevede:

  • sanzioni amministrative dai 100 ai 500 euro per il mancato adempimento all’obbligo vaccinale;
  • l‘esclusione all’accesso ai nidi e alle scuole dell’infanzia per i bambini non vaccinati in età prescolare;
  • la presentazione, da parte dei genitori per l’iscrizione a scuola, di apposita documentazione vaccinale o autocertificazione correlata di documentazione ufficiale;
  • la collaborazione tra i servizi sanitari e scolastici per verificare lo stato vaccinale dei bambini;
  • la promozione di iniziative di sensibilizzazione e di informazione rivolte ai genitori, per una maggiore consapevolezza dell’importanza delle vaccinazioni.

Il Decreto Lorenzin ha avuto un impatto significativo sul dibattito pubblico italiano, con discussioni accese tra sostenitori e oppositori delle vaccinazioni obbligatorie, ha influenzato la politica sanitaria negli anni successivi e ha contribuito ad un aumento delle coperture vaccinali nel paese.

Le espulsioni dei bambini non vaccinati dai nidi e dalle scuole dell’infanzia è sempre più frequente in ogni regione d’Italia e in particolar modo in Lombardia, dove si è riacceso il dibattito sulla libertà di scelta in ambito sanitario.

Mattia Marchi dell’Associazione Corvelva, attiva da anni per la libertà di scelta in materia sanitaria, ha evidenziato che la pressione per l’attuazione della legge Lorenzin sta aumentando a livelli estremi e critica aspramente l’introduzione del nuovo sistema informatico LOVS (Lombardia Obbligo Vaccinazioni Scuole) promosso dalla Regione Lombardia.

Con questo sistema la comunicazione tra le aziende sanitarie e le scuole sarà immediata e capillare, facilitando l’esclusione dei bambini non in regola con il calendario vaccinale.

L’implemento di un sistema automatizzato di verifica delle vaccinazioni (che potrebbe essere adottato anche nelle altre regioni italiane) attua una misura di esclusione, marginalizzazione e di ulteriore controllo sociale.

La normativa però presenta dei limiti rassicuranti per i genitori: la mancata vaccinazione non può, per legge, portare all’intervento degli assistenti sociali o alla perdita della responsabilità genitoriale.

L’Associazione ribadisce la sua posizione contro ogni obbligo vaccinale e fa appello a una mobilitazione popolare, sostenendo che solo una resistenza di massa potrà fare pressione sulle istituzioni. I numeri e le capacità per contestare tali misure esistono, ma serve un’azione coordinata e unitaria da parte del popolo per difendere le libertà individuali.

L’opposizione all’obbligo vaccinale si inserisce in un dibattito più ampio riguardo alle vaccinazioni forzate, facendo riferimento soprattutto al vincolo vaccinale imposto in Italia nel periodo pandemico da Covid-19.

Se da un lato è argomentata l’importanza della vaccinazione di massa per contenere la diffusione di virus, proteggere le persone più vulnerabili, ridurre le ospedalizzazioni, i decessi e facilitare il ritorno alla normalità della vita, di contro si discute sulla violazione del diritto all’autodeterminazione, sulla libertà di fare scelte riguardanti il proprio corpo, sullo scetticismo nel farsi inoculare un vaccino sviluppato troppo repentinamente, sull’inefficacia dei vaccini, sull’impossibilità per alcune persone di sottoporsi all’obbligo vaccinale per ragioni mediche.

Il dibattito sull’obbligo vaccinale innesca forti tensioni tra questioni etiche e sociali, tra doveri collettivi e diritti personali, tra imposizioni della sanità pubblica, tutela dei diritti individuali e delle libertà genitoriali.

E’ evidente la necessità di un dialogo aperto, affinchè la ricerca di un giusto equilibrio possa da un lato garantire la salute pubblica e dall’altro non compromettere le libertà fondamentali.