Politica

Meloni punta al Premierato – “Riforme Necessarie per un’Italia Migliore”

Napoli, 9 Gennaio 2025

Esmeralda Mameli

Nel corso di una conferenza stampa presso l’aula dei Gruppi parlamentari della Camera, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha esposto con fermezza le sue intenzioni riguardo alle riforme istituzionali e fiscali. L’evento, organizzato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, ha visto la partecipazione di circa 160 giornalisti accreditati, con 40 domande selezionate per sorteggio, tra cui alcune da corrispondenti esteri.

Al centro dell’intervento della premier vi è la riforma del premierato, un sistema istituzionale che prevede l’elezione diretta del capo del governo da parte dei cittadini. In questo modello, il premier gode di una maggiore stabilità politica, poiché non può essere sfiduciato dal Parlamento, se non in casi eccezionali previsti dalla Costituzione.

Non è la prima volta che si parla di premierato in Italia. Già durante i primi anni 2000, il governo Berlusconi aveva avanzato una proposta simile, senza però riuscire ad approvarla. L’intento allora, come oggi, era quello di rafforzare il potere esecutivo per garantire maggiore stabilità politica in un Paese spesso soggetto a crisi di governo. Tuttavia, tutte le iniziative precedenti si sono arenate di fronte alle resistenze politiche e ai timori di un eccessivo accentramento del potere.

Meloni ha ribadito che il premierato potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’Italia, storicamente caratterizzata da governi di breve durata.
“Vorrei arrivare alle prossime elezioni con la riforma del premierato approvata e una legge elettorale tarata su questo modello”, ha dichiarato, aggiungendo che, in caso di ritardi nell’iter parlamentare, sarà necessario riflettere se l’attuale legge elettorale sia adatta a garantire la stabilità richiesta.

Il modello proposto da Meloni si avvicina a quello adottato nel Regno Unito, dove il primo ministro è il leader del partito che vince le elezioni e ha un ruolo centrale nell’attività di governo. Tuttavia, mentre nel sistema britannico il primo ministro non è eletto direttamente dai cittadini, ma attraverso il Parlamento, la proposta italiana punta a un’elezione diretta, simile a quanto avviene per i sindaci nelle città italiane.
In passato, anche Israele ha sperimentato un sistema di premierato con elezione diretta del primo ministro, ma lo ha abbandonato dopo alcuni anni a causa di difficoltà nel coordinamento tra potere esecutivo e legislativo.

Parallelamente alla riforma istituzionale, Meloni ha annunciato l’intenzione di completare entro la legislatura la riforma fiscale. L’obiettivo è chiudere tutti i testi unici in materia tributaria e creare un codice tributario unico che semplifichi il sistema fiscale e lo renda più trasparente per cittadini e imprese.
Questa riforma mira a ridurre la burocrazia e a fornire un quadro normativo più stabile, favorendo gli investimenti e la crescita economica.

Le proposte del governo hanno già suscitato reazioni contrastanti da parte delle opposizioni e di alcuni costituzionalisti. I critici temono che il premierato possa portare a un eccessivo accentramento del potere nelle mani del capo del governo, riducendo il ruolo del Parlamento nel controllo dell’attività esecutiva. Inoltre, vi è il timore che l’elezione diretta possa aumentare la personalizzazione della politica, rendendo più difficile la formazione di maggioranze parlamentari coese.
Non mancano, però, aperture al dialogo, soprattutto sulla riforma della giustizia. Meloni ha riconosciuto che alcune forze politiche dell’opposizione hanno mostrato disponibilità a collaborare su alcuni aspetti, pur ritenendo improbabile il raggiungimento della maggioranza qualificata dei due terzi necessaria per evitare il referendum confermativo.

Attualmente, il disegno di legge sulla riforma del premierato è in fase di discussione preliminare nelle commissioni parlamentari. Se il governo riuscirà a ottenere l’approvazione in prima lettura entro l’anno, la riforma potrà essere sottoposta al vaglio del Senato nel 2026. Tuttavia, le tempistiche restano incerte, vista la complessità del processo legislativo e la necessità di un ampio consenso parlamentare.

Con la proposta di riforma del premierato, il governo punta a garantire maggiore stabilità politica e una più diretta responsabilità del capo del governo nei confronti degli elettori. Sul fronte fiscale, l’obiettivo è semplificare il sistema tributario e ridurre il carico burocratico che grava su cittadini e imprese.
Resta da vedere se Meloni riuscirà a portare a termine queste riforme entro la fine della legislatura, mantenendo la promessa di consegnare agli italiani un Paese più stabile, moderno ed efficiente. Sarà decisivo il dialogo con il Parlamento e, forse, il coinvolgimento diretto dei cittadini attraverso il referendum.