Scorie nucleari in Alta Murgia
Bari, 11 Gennaio 2025
Canio Trione
Se vuoi piantumare un ettaro di mandorli nel Parco dell’Alta Murgia devi passare una trafila burocratica per le necessarie autorizzazioni che garantiscano di non violare la bellezza e la verginità di una Terra unica nel suo genere.
Se da proprietario di un terreno in quel Parco chiedi di costruirvi un piccolo vano per ricovero attrezzi devi dedicare tutto il resto della tua vita a compilare documenti e progetti particolareggiati.
Se invece serve a non meridionali seppellire scorie radioattive per i prossimi dieci mila anni -e cioè in attesa che la radioattività si abbatta- la collocazione del Parco sembra la migliore del mondo.
Cioè ogni attività che possa dare una redditività alle popolazioni locali sono impedite dalla necessità ambientale che un dimenticato presidente di Provincia ha reputato ineludibile, ma in un qualche Palazzo romano si ritiene -sulla scorta naturalmente di chissà quale consulenza “scientifica” profumatamente retribuita- che quei luoghi possano essere violati nientedimeno che dal cemento armato che dovrà contenere scorie radioattive. Scorie radioattive che lo rimarranno per millenni e quindi che saranno pericolose per millenni!!! Scorie che dovranno affluire ed essere accantonate originando un traffico di automezzi dopo che si sarà creata una viabilità adatta allo scopo e dopo che sarà ultimata la colata di cemento che garantirà la eternità del sito. Questa è l’Italia dei Palazzi di oggi.
Naturalmente tutto questo cozza con quegli altri esperti che ci ricordano che il cemento dura alcune decine di anni e non dieci mila quanto durerà la pericolosità delle scorie; inoltre non molto tempo fa si pensò di interrare quelle scorie in Basilicata dalle parti di Montalbano Jonico; ma nonostante i “pareri” favorevoli non solo non se ne è fatto nulla -anche grazie alla fiera opposizione delle popolazioni locali- ma non se ne parla più neanche adesso. Quei pareri “scientifici” non erano sufficienti? Cosa ci fa pensare che potrebbero esserlo gli attuali? ma come mai nessuno ha pensato di seppellirle in Africa in pieno deserto magari con il consenso di alcune tribù locali? Costerebbe molto di meno e darebbe molto meno fastidio. In realtà i 51 siti individuati in Italia e considerati come “ideali”, sono raggruppati in cinque aree: una in Piemonte nella zona di Alessandria, l’altra in Lazio del nord, l’altra in Sardegna meridionale, un’altra in Sicilia occidentale e l’altra in Puglia/Basilicata.
In una nazione come la nostra densamente popolata, ogni angolo del suo territorio non va bene. E, a dire il vero non va bene anche per altre attività meno “esplosive” che vanno a carbone o a petrolio. Lo ha capito anche la magistratura europea che consultata sulla questione Ilva ha vietato che funzionino anche impianti produttivi “normali” come un siderurgico se solo possono danneggiare la salute delle popolazioni locali.
Naturalmente in quella sentenza non si è fatta eccezione per le popolazioni del Sud Italia che come le altre hanno diritto a non essere danneggiate nella loro salute al pari di tutte le altre! Al Sud si produce energia “verde” perché venga utilizzata al Nord mentre qui rimangono le famigerate pale a caratterizzare il nostro paesaggio. Al Sud si estrae petrolio per beneficiare chissà chi mentre noi paghiamo la benzina come se il petrolio da cui è ricavata venisse dal lontano golfo Persico mentre i nostri giacimenti si esauriscono. Al Sud si “producono” laureati perché vadano ad arricchire imprese di tutto il mondo mentre qui rimangono paesini disabitati.
Dopo lo scandalo dei rifiuti nordici interrati nella Terra dei fuochi con la complicità della parte peggiore della nostra popolazione; adesso anche le scorie radioattive!!!
Forse qualcuno dovrà fare una riflessione.