Topolino Parla in Dialetto per Celebrare l’Identità Territoriale: arriva “Zio Paperone e il PDP 6000”
Napoli, 13 Gennaio 2025
Esmeralda Mameli
L’iniziativa di Topolino di pubblicare una storia in dialetto napoletano, insieme alle versioni in catanese, fiorentino e milanese, rappresenta un’operazione culturale di grande valore in occasione della Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali, che si celebra il 17 gennaio. La storia, intitolata “Zio Paperone e il PDP 6000”, aprirà il numero 3608 del settimanale e vedrà il ricco magnate Paperon De’ Paperoni alle prese con i soliti piani della Banda Bassotti. La vera particolarità, però, sta nell’uso dei dialetti: un modo per avvicinare il pubblico giovane al patrimonio linguistico locale.
Secondo CMI (Confederazione Meridionalisti Identitari), questo tipo di iniziative si allinea perfettamente al concetto di identità territoriale, che il partito considera un pilastro del proprio impegno politico. Per CMI, tutelare e valorizzare i dialetti significa preservare le radici culturali e storiche del popolo, promuovendo al contempo una società più consapevole delle sue diversità.
A tal proposito, Sergio Angrisano, segretario nazionale di CMI, ha dichiarato:
«La nostra battaglia politica si fonda sulla difesa e la valorizzazione delle identità locali, che rappresentano l’essenza della nostra storia e della nostra cultura. Il dialetto è la voce del popolo, il linguaggio che racconta le nostre origini e che ci rende unici. Ogni iniziativa che punta a preservare questa ricchezza, come quella di Topolino, non può che essere accolta con favore da CMI. Difendere le nostre radici non è un atto nostalgico, ma un dovere verso la storia».
Alessandro Perina, disegnatore della storia, ha raccontato quanto sia stato stimolante lavorare a questo progetto:
«Disegnare una storia in dialetto è stato divertente e allo stesso tempo impegnativo. È un’esperienza unica che spero possa essere apprezzata dai lettori di ogni età. Dare voce ai personaggi in lingue diverse dal solito conferisce un tocco di autenticità e freschezza alla narrazione».
In un contesto sempre più dominato dall’omologazione culturale, operazioni come questa si rivelano fondamentali per preservare la diversità linguistica e promuovere il valore delle radici locali.
CMI, che fa del valore dell’identità territoriale il proprio vessillo, accoglie con favore progetti di questo tipo, che rappresentano un passo verso un’Italia più consapevole delle proprie ricchezze.
Come ha sottolineato il segretario Angrisano: «Un popolo che conosce e difende la propria storia è un popolo che ha una visione chiara del proprio futuro».