Napoli

Campi Flegrei e Ischia: scoperto un antico vulcano sommerso e una frana sottomarina potenzialmente tsunami-genica

Napoli, 17 Gennaio 2025
Esmeralda Mameli

La scoperta di un antico vulcano sommerso e di una vasta frana al largo di Ischia rappresenta un importante passo avanti nella comprensione della complessa geologia dell’area flegrea, notoriamente una delle più attive dal punto di vista vulcanico e tettonico. Questa ricerca, condotta dall’Ingv e dal Cnr, apre nuovi scenari sul rischio vulcanico e sugli eventi naturali che potrebbero aver segnato la storia del Mediterraneo.

Il Golfo di Napoli continua a stupire la comunità scientifica: le nuove indagini magnetiche condotte nel 2022 hanno permesso di individuare un antico sistema vulcanico sottomarino poco a ovest di Ischia e una vasta frana che si estende per decine di chilometri. La portata della scoperta è significativa, non solo per la comprensione della storia evolutiva dell’area vulcanica dei Campi Flegrei e di Ischia, ma anche per il rischio che simili fenomeni possono rappresentare per la popolazione locale.

I ricercatori, grazie all’integrazione di nuovi dati con rilievi storici del Cnr, hanno prodotto tre nuove mappe delle anomalie magnetiche, rivelando lineamenti geologici sconosciuti e possibili nuove faglie attive. Tra i risultati più rilevanti, la frana sottomarina individuata potrebbe essere stata causa di un antico tsunami, un evento che avrebbe avuto conseguenze significative sulle coste campane.

Questa scoperta, oltre al suo valore scientifico, richiama l’attenzione sulla necessità di un monitoraggio continuo e di un’efficace politica di prevenzione del rischio. Salvatore Passaro, co-autore dello studio, ha dichiarato: «La nostra ricerca offre una visione più chiara della geologia sottomarina dei Campi Flegrei, aprendo importanti riflessioni per la mitigazione del rischio vulcanico in una delle aree più densamente popolate d’Italia».

Il tema del monitoraggio e della prevenzione del rischio vulcanico si lega strettamente a una questione politico-gestionale molto dibattuta da CMI (Confederazione Meridionalisti Identitari).

Il partito ha più volte sottolineato come gli incassi derivanti da attrazioni culturali e turistiche del Sud, come gli scavi di Pompei e il Tesoro di San Gennaro, vengano gestiti da enti del Nord, limitando la possibilità di reinvestire tali risorse per la tutela del territorio meridionale. Una gestione locale di questi fondi potrebbe consentire di potenziare le infrastrutture di sicurezza, finanziare nuove ricerche geofisiche e attuare un piano di monitoraggio continuo dei fenomeni naturali.

In questo contesto, il dibattito sull’autonomia differenziata appare particolarmente rilevante.

CMI sostiene che una gestione autonoma delle risorse da parte delle regioni settentrionali potrebbe aggravare il divario già esistente, lasciando il Sud privo dei mezzi necessari per affrontare situazioni di emergenza vulcanica e sismica. La necessità di una gestione nazionale centralizzata del rischio appare imprescindibile, soprattutto per una zona densamente popolata e ricca di siti di interesse storico e turistico.

Sergio Angrisano, segretario nazionale CMI, ha commentato: «Queste nuove scoperte scientifiche dimostrano quanto sia fondamentale investire nella protezione delle nostre coste e delle aree vulcaniche del Sud. Il rischio di eventi catastrofici, come frane e tsunami, esiste e va affrontato con politiche adeguate, non con l’autonomia differenziata che condannerebbe il Mezzogiorno all’isolamento».

Oltre alla gestione delle risorse e alla prevenzione, CMI propone anche una revisione delle politiche educative. Inserire nei programmi scolastici uno studio approfondito sulla geologia e sulla storia naturale del Sud Italia, con particolare riferimento ai fenomeni bradisismici dei Campi Flegrei e alle eruzioni di Ischia e del Vesuvio, aiuterebbe a rafforzare l’identità territoriale e a sensibilizzare le nuove generazioni sui rischi naturali.

La scoperta di un antico vulcano sommerso e di una frana sottomarina potenzialmente tsunami-genica rappresenta un’importante opportunità di riflessione non solo per la comunità scientifica, ma anche per la politica e la società. Le future ricerche in quest’area potrebbero rivelare ulteriori dettagli sulla geologia del Golfo di Napoli, contribuendo a costruire una strategia di tutela e valorizzazione del territorio che metta finalmente al centro le esigenze del Sud.