La Nigeria entra nei BRICS come “partner” – Un passo verso un Nuovo Equilibrio Globale?
Napoli, 21 Gennaio 2025
Esmeralda Mameli
Il gruppo BRICS, nato nel 2009 e composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, è stato creato con l’obiettivo di promuovere la cooperazione tra economie emergenti e offrire un’alternativa all’ordine economico dominato dall’Occidente. Negli ultimi anni il blocco ha iniziato a espandersi, accogliendo nuovi membri e, più recentemente, Paesi con lo status di partner. Con l’annuncio della presidenza brasiliana, la Nigeria è ufficialmente entrata come partner BRICS, un passo che apre nuove prospettive per la cooperazione internazionale.
Lo status di partner è stato introdotto durante il vertice di Kazan, in Russia, e rappresenta una forma di coinvolgimento flessibile, pensata per ampliare l’influenza del gruppo senza ridefinirne continuamente la struttura interna. I Paesi partner partecipano a progetti specifici, collaborano su temi di interesse comune e possono essere invitati a summit e incontri rilevanti, ma non hanno potere decisionale o di voto nelle deliberazioni del blocco. Questo modello consente di includere attori strategici, come la Nigeria, valorizzandone il contributo senza alterare l’equilibrio interno dei BRICS.
La Nigeria, con una delle economie più grandi e dinamiche dell’Africa, ricca di risorse naturali e un mercato interno in crescita, rappresenta un’aggiunta strategica. Per il blocco, l’integrazione di un Paese africano di questa portata rafforza il progetto di creare un’alleanza che abbracci tutte le principali regioni economiche del pianeta. Tuttavia, il suo ruolo sarà limitato alla collaborazione su specifiche iniziative e non influirà direttamente sulle decisioni politiche o economiche del gruppo.
La crescita del BRICS pone interrogativi sul futuro equilibrio economico globale. Con il blocco che già rappresenta una significativa quota del PIL mondiale e del commercio globale, la sua espansione con nuovi membri, come l’Indonesia, e partner strategici, come la Nigeria, potrebbe consolidare un sistema alternativo a quello dominato dagli Stati Uniti e dalle istituzioni finanziarie occidentali. Strumenti come la New Development Bank e l’idea di un sistema di pagamenti indipendente dal dollaro sono tasselli chiave di questa strategia. Tuttavia, permangono criticità interne, come le differenze tra Cina e India, che potrebbero ostacolare la piena efficacia del gruppo.
Questa espansione non è passata inosservata agli Stati Uniti e ai Paesi occidentali, che guardano con attenzione alla crescita dei BRICS. Sebbene non rappresenti una minaccia immediata, il blocco viene visto come un potenziale rivale capace di erodere l’egemonia occidentale nel medio-lungo termine. La creazione di un sistema di pagamenti alternativo al dollaro, in particolare, potrebbe minare il predominio della valuta statunitense, una delle principali fonti del potere economico degli USA. Inoltre, l’inclusione di Paesi del Sud globale, come la Nigeria, amplia l’influenza del gruppo e sfida il controllo occidentale su istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Tuttavia, le divisioni interne e la mancanza di un’ideologia politica unificante rendono i BRICS meno coesi rispetto alle alleanze occidentali, limitandone per ora l’impatto.
L’ingresso della Nigeria segna un passo importante per i BRICS, ma la domanda resta aperta: il blocco riuscirà a trasformarsi in un’alternativa concreta al sistema economico globale attuale o le sue ambizioni resteranno frammentate dalle diversità interne? L’espansione è un’opportunità per rafforzare la propria posizione, ma anche una sfida per dimostrare che la collaborazione tra economie emergenti può davvero cambiare le regole del gioco.