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Trump e il discorso “ufficiale”

Bari, 21 Gennaio 2025

Canio Trione

Sul Colle Capitolino di Washington (che i nativi locali chiamano Capitol Hill per sentirsi anche loro un po’ Romani) Trump ha giurato in una solenne cerimonia divenendo così Presidente degli Stati Uniti.
Non ci siamo occupati della loro campagna elettorale -asperrima tanto da essere caratterizzata financo da tentativi di omicidio- in attesa e rispettosi del verdetto degli elettori e perché, si sa, che in campagna elettorale spesso si straparla….
Adesso non possiamo non commentare il discorso “ufficiale” e quindi impegnativo del nuovo Presidente. Ognuno degli argomenti trattati andrebbe guardato adesso con la lente di ingrandimento e non ce ne sarebbe né lo spazio, né abbiamo i dettagli necessari. Ma appaiono evidenti tre elementi dirompenti: la diversità, la concretezza, la spregiudicatezza.
Da alcuni decenni il “politicamente corretto” era il Verbo indiscusso. Il pensiero dell’Amministrazione coincideva magicamente con quello delle lobby ed era quello “giusto” per tutti. Che si parlasse di salute o di ambiente, di democrazia o di sessi la solfa era sempre la stessa decisa in chissà quale luogo e chissà da chi e chissà perchè. Cosa che si ritrova anche in Europa e che produceva la radiazione dalla comunità dei credibili per chi usciva da quella ortodossia per essere diverso. Qualcuno ha detto che in Occidente non v’è la sufficiente dose di diversità per essere detto democratico. Invece Trump fa un discorso diverso dimostrando così che anche negli USA, patria di lobby e Poteri Forti, può esistere la democrazia; e il fatto che molti capi di stato non siano intervenuti non significa che gli Stati Uniti siano stati “isolati” se non esclusi dalla comunità internazionale ma che questi hanno avuto e stanno vivendo una stagione di rinnovata pluralità culturale e quindi politica…quasi divincolandosi da finanza e uffici studi, militari e comitati varii.
Questa diversità comporta una evidente rottura della continuità, un chiaro altolà allo strapotere dei Poteri Forti o Occulti che dir si voglia, e un nuovo benvenuto al comune cittadino elettore che chiede all’Amministrazione di risolvergli i problemi “collettivi” che ha, ma anche se non maggiormente di rilanciare una ipotesi di futuro più promettente per tutti. Quindi poca retorica e molta concretezza per parlare al popolo e non ai pochi che frequentano i Palazzi. Vedremo che possibilità di realizzazione avrà questa concretezza vista la tecnologia disponibile ai Poteri Forti per vanificare le volontà del Presidente e degli elettori ma certamente il discorso è uno spartiacque tra un “prima” e un “dopo”. Una considerazione importante va fatta sul “nazionalismo” implicito a tutto questo. Infatti l’interesse nazionale può ledere quello di altri e il mondialismo è stato introdotto proprio per cercare un interesse unico mondiale e superare le lotte intestine al nostro unico “villaggio globale”. Detto in altro modo: non è che per fare i loro interessi gli americani ci danneggiano? La questione è molto più importante e “culturale” di quello che sembri e solo il tempo porterà una risposta esauriente ma noi diciamo che già oggi che il globalismo ha pestato i piedi a ben più di una metà del mondo con guerre militari ed economiche combattute con concorrenze sleali e assalti all’ambiente e al paesaggio che nessun nazionalismo avrebbe prodotto. Quindi vedremo come andrà a finire ma, per esempio, la questione Panama o Groeinlandia andrebbero trattate con la massima oculatezza.
Tratto comune -ma distinto- alla diversità e alla concretezza è la spregiudicatezza. Appare spregiudicato uscire così a gamba tesa dall’ordinarietà cui ci ha abituati la dittatura mondiale della sinistra con il suo internazionalismo di ogni genere, l’ambientalismo per lo più falso, la lotta ad ogni forma di autorità anche solo familiare come pure al merito….ma non è ancora più spregiudicato come negare la luce del sole asserire che i sessi sono tanti? La verità è che nelle nostre periferie ridotte a degli inferni, come nelle aree interne in via di evacuazione o nei Continenti lontani dallo sviluppo, come anche nelle comunità agiate sempre più dipendenti dalla droga e dalla psicoterapia e totalmente prive di progenie……si chiede a gran voce una via nuova, una guida che ci aiuti a diradare le nebbie in cui siamo immersi; certamente serve vera e propria spregiudicatezza culturale e il coraggio di dire “no” all’imbecillità pelosa e interessata che ci è stata inoculata dallo scientismo dominante. L’uomo deve tornare al centro e tutto il resto, la tecnologia come il capitale, la burocrazia come l’ambiente, devono essergli funzionale.

Sa Trump tutto questo? Forse no, ma intuisce ed interpreta tutto ciò; e assieme a lui decine e decine di milioni di persone negli USA e in tutto il mondo sanno tutto questo perché lo sentono, lo fiutano, e lo vogliono. Questa è Democrazia.

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore