Fantoccio di Elon Musk appeso a Piazzale Loreto: la provocazione del collettivo “Cambiare rotta”
Napoli, 22 Gennaio 2025
Esmeralda Mameli
Un manichino raffigurante Elon Musk è stato appeso a testa in giù in Piazzale Loreto, Milano, luogo storicamente legato all’esposizione del corpo di Benito Mussolini nel 1945. L’azione è stata rivendicata dal collettivo studentesco “Cambiare rotta”, che sul proprio profilo Instagram ha condiviso una foto del fantoccio con la didascalia: “C’è sempre posto a Piazzale Loreto Elon”. Il manichino, realizzato con una tuta bianca e il volto del magnate statunitense, noto per essere il proprietario di Tesla e della piattaforma X, sembra essere un gesto simbolico di protesta, forse volto a criticare il capitalismo tecnologico e il ruolo che Musk ricopre nel panorama economico globale. L’iniziativa è avvenuta il giorno dopo l’insediamento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, durante il quale Musk sarebbe stato al centro di polemiche per un presunto saluto romano, gesto che, se confermato, amplificherebbe la valenza simbolica del blitz. Il collettivo, noto per azioni provocatorie contro figure considerate rappresentative di un sistema economico elitario e diseguale, ha inteso rievocare un luogo carico di significato storico e politico per denunciare ciò che percepiscono come una deriva autoritaria e oligarchica del mondo contemporaneo. Tuttavia, l’episodio ha scatenato reazioni contrastanti: se da un lato molti utenti sui social hanno elogiato il gesto definendolo una critica audace e creativa, dall’altro c’è chi lo ha condannato come eccessivo e fuori luogo, sottolineando il rischio di banalizzare eventi storici di grande gravità. La scelta di Piazzale Loreto, in particolare, ha suscitato un dibattito su quanto sia opportuno utilizzare luoghi simbolici per messaggi che, pur critici, possono risultare divisivi. L’azione solleva interrogativi più ampi sulla crescente tensione tra i nuovi simboli del potere economico, incarnati da figure come Musk, e i movimenti che cercano di opporvisi, mettendo in discussione l’etica e le implicazioni sociali del loro operato.