La Zes? una nuova bolla di sapone?
Bari, 25 Gennaio 2025
Canio Trione
Un caro amico padre di due gemelli, e proprietario di una fabbrica di scarpe improvvisamente è morto. La fabbrica produceva mille paia di scarpe al giorno, dava lavoro a cinquecento persone e i figli pensarono di dividere il capannone e le macchine e le scorte e i dipendenti in due parti uguali per continuare ognuno per la propria strada l’attività del padre.
Poi venne la Zes, uno dei due decise di beneficiare degli aiuti previsti mentre l’altro pensava di continuare con le proprie forze. Il primo smise di pagare tasse mentre l’altro continuò a pagarle co-finanziando così gli aiuti destinati al fratello. Così le produzioni del primo aumentarono e si moltiplicarono di dieci volte mentre i suoi dipendenti furono dimezzati. Per smaltire tanta aggiuntiva produzione e beneficiando del fondo perduto e dei vantaggi fiscali il beneficiato dimezzò i prezzi pur conservando un discreto profitto. Così l’altro fratello che non aveva scelto le Zes e che continuava regolarmente a pagare le tasse chiuse licenziando tutti i dipendenti; mentre lui, il beneficiato, continuò fino a quando non dovette aumentare i prezzi per finanziare un nuovo cambio di attrezzature per l’obsolescenza di quelle che aveva; aumento dei prezzi che non incontrò il favore del mercato e così dovette chiudere pure lui.
Peraltro noi del Sud Italia sappiamo bene quello che è accaduto a tutti gli “investimenti” effettuati qui da noi con i nostri soldi da imprese estere e norditaliane.
La promessa di aumentare l’occupazione che giustificava la introduzione delle Zes e i suoi meccanismi finanziari così avversi ai principi e alle regole della economia libera è stata tradita da subito, il contribuente ha buttato dalla finestra i suoi soldi e il consumatore ha dovuto indossare scarpe fatte dalle macchine e non dalle mani umane.
Questa è la Zes che così pomposamente è stata introdotta e questo è il livello di competenza dei numerosi tecnici impiegati nella stesura di questa misura se non imbecille almeno suicidaria.
Nel caso odierno della Zes unica meridionale non abbiamo capito quanti soldi sono stati stanziati per finanziare questi investimenti e quindi, di fatto, il provvedimento praticamente non esiste se non nei titoli dei giornali e nella fantasia dei potenziali beneficiari. La precedente legge relativa alle varie Zes previste allora produssero un numero di richieste multiplo delle disponibilità fornite dalla legge e quindi non se ne è fatto nulla e riteniamo non se ne farà nulla. A braccio riteniamo che senza almeno 20 miliardi all’anno di stanziamenti pubblici non servirà a nulla.
Inoltre forse sarebbe bene precisare per quanti anni questa cosa sarà valida.
Non vogliamo infierire ulteriormente contro un provvedimento nato male e cresciuto malissimo, ma si impone una domanda semplice quanto difficile: Che si attende a voltare pagina?