Ombre sui social: la memoria delle vittime offesa dalla criminalità
Napoli, 26 Gennaio 2025
Sergio Angrisano
La denuncia di Antonio Maimone è un appello drammatico che mette in luce una realtà inquietante: l’uso dei social media come piattaforme di glorificazione della violenza e della malavita. Le parole di Maimone non solo esprimono il dolore di un padre che ha perso un figlio innocente, ma evidenziano un problema più ampio legato alla cultura della violenza che si sta diffondendo tra i giovani. È inaccettabile che la memoria di Francesco Pio e di altre vittime venga strumentalizzata e infangata da profili anonimi che si nutrono di odio e glorificazione della criminalità. La richiesta di chiudere questi profili e indagare sui loro gestori è fondamentale per proteggere non solo la memoria delle vittime, ma anche per arginare l’influenza negativa che tali contenuti possono esercitare sulle giovani generazioni.
È essenziale che le istituzioni, insieme alle famiglie e alla società civile, uniscano le forze per affrontare questo fenomeno. La creazione di un ambiente online più sicuro, che tuteli le vittime e scoraggi la glorificazione della violenza, dovrebbe essere una priorità. In questo contesto, la sensibilizzazione e l’educazione dei giovani sui rischi dei social media e sulle conseguenze delle azioni criminali sono fondamentali. Solo attraverso un impegno collettivo e una vigilanza attenta possiamo sperare di costruire una società in cui la vita e la memoria delle vittime siano rispettate e onorate, piuttosto che derise.