cronaca

La “famosa invasione” dei napoletani a Roccaraso: Indignazione costruita e realtà taciute

Napoli, 3 Febbraio 2025

Esmeralda Mameli

Il caso dell’assalto dei napoletani a Roccaraso è stato trasformato in un’esagerazione mediatica, utile a rafforzare certe narrazioni dicotomiche sulla città di Napoli. Da una parte, la figura di Rita De Crescenzo come simbolo di un turismo chiassoso e fuori controllo, dall’altra Francesco Emilio Borrelli, il paladino del decoro e dell’ordine. In mezzo, però, c’è una realtà più complessa: la gestione del turismo di massa, l’assenza di regolamentazioni efficaci e un pregiudizio di fondo nei confronti di una parte della popolazione napoletana, spesso raccontata più per folklore che per dinamiche sociali ed economiche reali.

L’episodio di Roccaraso mette in luce un problema sistemico: il turismo popolare viene spesso deriso e stigmatizzato quando riguarda certe categorie sociali. I giornali hanno preferito raccontare la “calata dei barbari“, senza porsi domande fondamentali:

Chi ha autorizzato il flusso incontrollato dei bus?

Perché il Comune non ha predisposto un piano d’accoglienza adeguato?

È davvero un problema il turismo a basso costo o si tratta solo di un pretesto per costruire un’altra narrazione su Napoli?

Il dibattito che ne è scaturito sembra più funzionale a rafforzare una rappresentazione mediatica che a comprendere il fenomeno. E così, invece di analizzare il tema della gestione turistica, si finisce per ridurre tutto all’ennesima contrapposizione tra due personaggi.
Le immagini di pullman carichi di napoletani diretti a Roccaraso hanno fatto il giro del web, accompagnate da commenti indignati e retorica sul “degrado” portato dai turisti low-cost. Ma questo tipo di turismo, che esiste da sempre e non è certo una novità, viene raccontato come un’invasione solo quando riguarda certe categorie sociali e certe città. Se fossero stati pullman pieni di turisti stranieri o lombardi, non avremmo letto le stesse indignate denunce.
Il sindaco di Roccaraso e le istituzioni locali hanno una responsabilità evidente nella gestione del fenomeno. Non si può invocare il decoro senza predisporre un’organizzazione adeguata.

Mancavano le forze dell’ordine per garantire l’ordine pubblico.

Non sono stati previsti controlli sui bus turistici e sulla gestione dei flussi.

È stato molto più facile puntare il dito sui napoletani anziché affrontare i limiti della governance locale.

Dietro il disprezzo per i pullman a 15 euro si nasconde un’idea di turismo classista. Il turismo non può esistere solo per chi può permettersi hotel a quattro stelle e cene da 100 euro a persona. L’escursione giornaliera è un fenomeno che esiste in tutta Italia e coinvolge milioni di persone, ma quando riguarda Napoli diventa automaticamente un problema.
Il dibattito mediatico è stato costruito come una lotta tra due simboli contrapposti: da un lato Rita De Crescenzo, con il suo seguito tiktokiano e la rappresentazione di una Napoli “cafona”; dall’altro Borrelli, con le sue dirette indignate e la difesa della Napoli “perbene“. Una narrazione semplicistica, utile ai media, ma del tutto inadeguata a spiegare i veri problemi del turismo e della gestione del territorio.

L’invasione di Roccaraso è stata un fenomeno amplificato ad arte per costruire un nuovo scontro culturale su Napoli. Ma il problema che si è generato, riguarda esclusivamente la gestione amministrativa e la mancanza di adeguate strategie di accoglienza turistiche. Mentre l’attenzione è tutta rivolta sulla “guerra” tra i due personaggi citati, i problemi reali non vengono affrontati e le istituzioni restano indisturbate sullo sfondo, immobili, impalpabili e deresponsabilizzate.