L’Italia è con Trump: il governo Meloni non firma contro le sanzioni USA alla Corte Penale Internazionale
Napoli, 8 Febbraio 2025
Esmeralda Mameli
La Corte Penale Internazionale (CPI), istituita nel 1998 con il Trattato di Roma ed entrata in vigore nel 2002, è l’organismo giudiziario permanente incaricato di perseguire crimini internazionali come genocidio, crimini di guerra, crimini contro l’umanità e, dal 2018, il crimine di aggressione. Indipendente dalle Nazioni Unite, la CPI ha giurisdizione su cittadini di Stati firmatari e su situazioni riferite dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU o da Stati membri. Tuttavia, non tutti i paesi riconoscono la sua autorità: tra questi figurano Stati Uniti, Russia, Cina e Israele, che non hanno ratificato il Trattato di Roma o si sono ritirati da esso. La decisione di Donald Trump di sanzionare la CPI affonda le radici in un conflitto aperto tra Washington e il Tribunale dell’Aia, nato quando quest’ultimo ha avviato indagini su presunti crimini di guerra commessi dalle forze statunitensi in Afghanistan e sul coinvolgimento di Israele nei territori palestinesi. L’amministrazione Trump ha interpretato queste iniziative come un attacco alla sovranità nazionale, sostenendo che gli Stati Uniti non riconoscono la giurisdizione della CPI sui propri cittadini e alleati. Di conseguenza, nel 2020 l’allora presidente ha firmato un ordine esecutivo imponendo restrizioni finanziarie e di viaggio ai funzionari del Tribunale, vietando loro e ai loro familiari l’ingresso negli USA e congelando eventuali beni detenuti nel paese. Questa politica, mantenuta anche in seguito da Washington, si è scontrata con la posizione della maggioranza dei paesi dell’Unione Europea, che hanno condannato le sanzioni in una dichiarazione congiunta sottoscritta da 79 nazioni, sostenendo che tali misure minacciano l’indipendenza della CPI e il principio di giustizia internazionale. Tra i firmatari figurano Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, mentre l’Italia, allineandosi con la posizione statunitense, ha scelto di non aderire alla dichiarazione. La scelta del governo Meloni evidenzia una chiara sintonia con Washington e un ulteriore avvicinamento alle posizioni trumpiane, in contrasto con i principali partner europei. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione UE, ha ribadito il sostegno dell’Europa alla CPI, sottolineando l’importanza della lotta contro l’impunità e il rispetto del diritto internazionale. La vicenda si inserisce in un contesto geopolitico teso, in cui la CPI gioca un ruolo chiave anche nel caso Almarsi, un elemento che potrebbe influenzare ulteriormente gli equilibri diplomatici tra Italia, Unione Europea e Stati Uniti.