Cambiamento climatico: preoccupazione fondata o naturale evoluzione del clima? I dati di gennaio 2025
Napoli, 9 Febbraio 2025
Krystian Samulak
Il mese di gennaio 2025 è stato il più caldo mai registrato a livello globale, secondo i dati del Servizio di Cambiamento Climatico Copernicus (C3S). La temperatura media globale ha raggiunto i 13,23°C, superando di 0,79°C la media del periodo 1991-2020 e di 1,75°C i livelli preindustriali.
In Europa, si è registrato un aumento medio di 2,51°C, mentre altre zone del mondo, tra cui Canada, Alaska, Siberia, Sud America, Africa e Antartide, hanno sperimentato temperature superiori alla norma.
Le anomalie termiche hanno avuto un impatto sulla stagionalità e sulle precipitazioni, con fenomeni come la fioritura anticipata di alcune specie vegetali, tra cui i bucaneve a Mosca, e un’alternanza tra periodi di siccità e piogge più intense in alcune regioni. Secondo gli scienziati, questi dati rientrano in un trend di riscaldamento che è stato osservato negli ultimi decenni, e diversi esperti sottolineano l’importanza di monitorare attentamente l’evoluzione del clima per comprenderne meglio le cause e le possibili conseguenze.
Samantha Burgess, vicedirettrice del C3S, ha evidenziato che gennaio 2025 rappresenta il dodicesimo mese consecutivo con temperature elevate, un dato che suggerisce la necessità di approfondire le analisi sulle dinamiche atmosferiche e sull’influenza di fattori naturali e antropici. Anche Bill McGuire, climatologo dell’University College di Londra, ha definito questi numeri “significativi”, sottolineando l’importanza di strategie per la gestione del cambiamento climatico.
Se da un lato i dati mostrano un chiaro aumento delle temperature, dall’altro gli studiosi invitano a mantenere un approccio basato sull’analisi scientifica e sulla ricerca di soluzioni concrete. Le variazioni climatiche fanno parte della storia del nostro pianeta e, sebbene il riscaldamento attuale presenti caratteristiche uniche, la comunità scientifica lavora per comprenderne l’evoluzione e adottare misure che possano ridurne gli impatti. L’obiettivo principale rimane quello di garantire un equilibrio tra sviluppo sostenibile e tutela dell’ambiente, senza allarmismi ma con consapevolezza e responsabilità.