COVID – La Regia di NATO e INTELLIGENCE nella Gestione dell’Emergenza Pandemica
Napoli, 9 Febbraio 2025
Esmeralda Mameli
Il dossier pubblicato da Debbie Lerman e Sasha Latypova getta nuova luce sulla gestione della pandemia, rivelando un coinvolgimento diretto di strutture militari e di intelligence nella risposta globale al Covid-19. L’analisi delle due ricercatrici, basata su documenti ufficiali ottenuti tramite richieste FOIA, evidenzia come l’emergenza sanitaria sia stata trattata alla stregua di un’operazione di sicurezza nazionale in diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada, Paesi Bassi, Germania e Italia. Il dossier afferma che la pandemia è stata affrontata attraverso strategie di contenimento e risposta tipiche di scenari militari, con il coordinamento di organismi sovranazionali come la NATO. L’amministrazione statunitense ha dichiarato lo stato di emergenza già nel 2020, attivando il PREP Act, che garantisce immunità legale ai soggetti coinvolti nell’implementazione delle misure di contenimento, e autorizzando l’uso di emergenza (EUA) di contromisure solitamente destinate ad attacchi biologici o chimici. Il Covid Prep Act, rinnovato fino al 2029, rafforza il quadro di un’operazione ancora in corso. Il coinvolgimento della difesa è stato esplicitato da documenti del Dipartimento della Difesa americano, che alla fine del 2020 ha informato aziende farmaceutiche come AstraZeneca che il Covid-19 rappresentava una minaccia per la sicurezza nazionale, giustificando così l’adozione di strategie militari. Le rivelazioni sul coordinamento tra intelligence e governo emergono con forza anche in Europa. In Germania, i documenti desecretati dell’Istituto Robert Koch (RKI) confermano il ruolo dell’intelligence nella gestione della crisi. Nei Paesi Bassi, il ministro della Salute ha ammesso in Parlamento che la gestione dell’emergenza è stata diretta dal coordinamento nazionale per la sicurezza e l’antiterrorismo e dal Ministero della Difesa, secondo gli obblighi NATO. In Italia, sebbene il dossier non disponga ancora dell’elenco completo delle agenzie coinvolte, emergono prove del ruolo della NATO nelle decisioni del Comitato Tecnico Scientifico (CTS). Nei verbali desecretati del 5 marzo 2020 si registra la presenza del generale Bonfiglio, rappresentante del punto NATO presso l’Unione Europea Occidentale del Dipartimento di Protezione Civile, che ha disposto che la documentazione del CTS venisse trasmessa tramite il suo ufficio e il Ministero della Salute. L’intervento del generale segue la preoccupazione dell’allora ministro della Salute Roberto Speranza riguardo alla fuga di notizie sulle decisioni del CTS, in particolare sulla chiusura delle scuole. La gestione militare della pandemia solleva interrogativi sulla reale natura dell’operazione Covid-19: se le misure adottate sono state dirette da enti preposti alla difesa e alla sicurezza nazionale, è legittimo chiedersi quali siano stati gli obiettivi reali della strategia adottata e se tali dinamiche siano ancora in atto. I riferimenti normativi, come il PREP Act e le dichiarazioni di emergenza statunitensi, confermano che l’apparato militare ha giocato un ruolo chiave, mentre le evidenze scientifiche su lockdown e strategie vaccinali restano oggetto di dibattito. Approfondire il legame tra governance sanitaria e apparati di difesa è essenziale per comprendere la portata e le conseguenze di scelte che hanno trasformato radicalmente la società negli ultimi cinque anni.