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Cannabis light: gli agricoltori italiani vincono il primo round in Europa

Napoli, 11 Febbraio 2025

Esmeralda Mameli

La battaglia delle associazioni agricole italiane contro le restrizioni imposte dal governo Meloni sulla filiera della canapa industriale ha ottenuto un primo importante risultato a Bruxelles. La commissione Petizioni del Parlamento europeo ha accolto l’istanza presentata lo scorso settembre da numerose sigle nazionali e ha chiesto alla Commissione UE di avviare un’indagine preliminare sul divieto di produzione e commercio delle infiorescenze di canapa, nonché sulla classificazione del CBD per uso orale tra le sostanze stupefacenti. Il caso verrà discusso a marzo nell’Eurocamera, mentre in Italia il Ddl Sicurezza continua a minacciare un settore che conta 3.000 imprese e 15.000 lavoratori. Il presidente di Canapa Sativa Italia, Mattia Cusani, primo firmatario della petizione, ha ricevuto comunicazione diretta della decisione, sostenuta da organizzazioni come Confagricoltura, Federcanapa, Cia, Copagri, Altragricoltura, Associazione Florovivaisti Italiani, l’European Industrial Hemp Association (Eiha) e la francese UPCBD.

La commissione Petizioni ha richiamato una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 4 ottobre 2024, che vieta agli Stati membri di imporre restrizioni alla coltivazione della canapa industriale senza prove scientifiche concrete a tutela della salute pubblica. La petizione sottolinea come le restrizioni imposte dal governo italiano violino i principi fondamentali del diritto UE, in particolare la libera circolazione delle merci, e contrastino con la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’UE, che nel 2020 aveva già stabilito che il CBD non è una sostanza stupefacente. L’indagine della Commissione UE coinvolgerà la Commissione per l’Ambiente, la Sanità Pubblica e la Sicurezza Alimentare, nonché la Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale. La questione verrà discussa nelle prossime riunioni della commissione Peti, che potrebbe convocare Cusani o un altro firmatario per illustrare la petizione in aula.

Il governo Meloni ha adottato una linea proibizionista sulla cannabis light, vietando nel 2023 i prodotti orali a base di CBD e classificandoli come stupefacenti. Il decreto pubblicato a settembre ha portato a sequestri nei punti vendita, scatenando le proteste del settore. L’Associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici) ha impugnato il provvedimento, ottenendo dal TAR del Lazio, per quattro volte, la sospensione del divieto. Tuttavia, a maggio 2024, il governo ha rilanciato con un emendamento al Ddl Sicurezza che vieta produzione e commercio della cannabis light, colpendo un mercato da 500 milioni annui e danneggiando comparti come cosmesi, erboristeria e integratori alimentari. Il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione a Bruxelles evidenziando la contrarietà delle misure italiane alla normativa UE e alla giurisprudenza comunitaria. La decisione della commissione Petizioni rappresenta una prima vittoria per il settore, ma il confronto tra Roma e Bruxelles è solo all’inizio.