“Salva Milano” il decreto che divide la città: sviluppo edilizio contro rischio speculazione immobiliare
Napoli, 14 Febbraio 2025
Esmeralda Mameli
Il Consiglio comunale di Milano ha approvato l’ordine del giorno a sostegno del decreto “Salva Milano”, una normativa che allenta le regole urbanistiche per facilitare nuovi progetti edilizi, compresi quelli precedentemente bloccati per mancata conformità ai piani comunali. La decisione ha sollevato un acceso dibattito tra chi vede nel provvedimento un’opportunità per rilanciare il settore edilizio e chi lo considera una pericolosa apertura alla speculazione immobiliare. La legge, già passata alla Camera e ora in esame al Senato, non riguarderebbe solo Milano ma avrebbe un impatto su tutto il territorio nazionale. La maggioranza in Consiglio comunale si è spaccata: il PD, la Lista Sala e i Riformisti hanno sostenuto il provvedimento con una maggioranza risicata, mentre tre consiglieri di Europa Verde e uno del PD hanno votato contro, definendolo una sanatoria edilizia. Il centrodestra ha assunto una posizione ambigua, con la Lega contraria nonostante il decreto derivi da una sua proposta e Fratelli d’Italia che ha accusato il PD di incoerenza. Secondo gli oppositori, il decreto potrebbe favorire la speculazione edilizia e compromettere la sostenibilità della città, consentendo la realizzazione di nuovi edifici senza adeguate garanzie urbanistiche e senza l’obbligo di piani particolareggiati per le aree già urbanizzate. L’ampliamento della definizione di “ristrutturazione edilizia” consentirebbe demolizioni e ricostruzioni con aumento di volume o altezza, anche oltre i limiti precedenti, salvo un concreto interesse pubblico a mantenerli. Gli effetti economici sono un altro punto critico: il professore emerito di Diritto Amministrativo Aldo Travi ha evidenziato come i Comuni potrebbero subire perdite finanziarie, dovendo rimborsare i cittadini per le differenze tra oneri di ristrutturazione e di nuova costruzione. Mentre fuori da Palazzo Marino la protesta di ambientalisti e comitati cittadini denunciava il rischio di una cementificazione selvaggia, i sostenitori del decreto sottolineano i potenziali vantaggi, come la semplificazione burocratica, la possibilità di attrarre investimenti e l’incremento dell’occupazione nel settore edilizio. La maggiore flessibilità nelle ristrutturazioni potrebbe favorire la riqualificazione urbana e, aumentando l’offerta immobiliare, potrebbe persino portare a una riduzione dei prezzi delle case. Tuttavia, senza una pianificazione strategica, il rischio è che Milano e altre città italiane vadano incontro a un’espansione disordinata, con gravi conseguenze per la qualità della vita e la sostenibilità ambientale.