cronaca

Massoneria, Stato e Chiesa: Un’Analisi Storica

Napoli, 20 Febbraio 2025

Esmeralda Mameli

La Massoneria, nata ufficialmente nel XVIII secolo con la fondazione della Gran Loggia di Londra nel 1717, si diffuse rapidamente in Europa e nelle Americhe. Fin dalla sua origine, essa promosse ideali di libertà, uguaglianza e fraternità, entrando spesso in contrasto con le monarchie assolute e le istituzioni religiose.

In Italia, la Massoneria giocò un ruolo significativo nei moti risorgimentali, sostenendo l’unità nazionale e la fine del potere temporale della Chiesa. Personalità come Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi furono strettamente legate agli ambienti massonici e contribuirono all’unificazione italiana. La breccia di Porta Pia (20 settembre 1870), che segnò la fine dello Stato Pontificio, fu interpretata dai massoni come una vittoria sui poteri ecclesiastici e come un passo avanti verso uno Stato laico.

Domenico Margiotta, massone del 33° grado che abiurò la Massoneria e si convertì al cattolicesimo, nel suo libro Ricordi di un trentatre… scrive riguardo a questa data:

Il 20 settembre 1870 non è soltanto una data italiana, ma soprattutto una data di grande rilevanza per la Massoneria. Segna, infatti, simultaneamente la soppressione del potere temporale del Papa e la nascita di un Rito Supremo all’interno della Massoneria, volto a conferire un carattere satanico a quella vaga divinità nota, più o meno chiaramente, con il nome di “Grande Architetto dell’Universo”.

Dopo l’unità d’Italia, i rapporti tra Massoneria e Stato furono altalenanti. Durante il fascismo, Benito Mussolini vietò la Massoneria nel 1925, considerandola un’organizzazione sovversiva. Nel dopoguerra, la Massoneria italiana tornò a esercitare una certa influenza, seppur con discrezione, nel panorama politico e istituzionale.

La Chiesa cattolica ha sempre guardato con sospetto la Massoneria, vedendola come un’organizzazione segreta e potenzialmente eretica. Già nel 1738, Papa Clemente XII emanò la bolla In eminenti apostolatus specula, che scomunicava i massoni. Nei secoli successivi, altri pontefici ribadirono la condanna, temendo che la Massoneria diffondesse idee razionaliste e anticlericali.

Con la presa di Roma nel 1870, il conflitto tra Chiesa e Massoneria si intensificò. Il Papa Pio IX definì la Massoneria come “sinagoga di Satana” e la Chiesa continuò a vietare ai cattolici di aderire alle logge. Solo nel XX secolo il dialogo tra le due istituzioni iniziò a stemperarsi, ma il Codice di Diritto Canonico del 1983, pur eliminando la scomunica automatica, confermò l’incompatibilità tra fede cattolica e appartenenza massonica.

Uno dei punti più controversi nei testi critici sulla Massoneria è la presunta lettera del 22 gennaio 1870 in cui Giuseppe Mazzini avrebbe scritto ad Albert Pike, alto grado della Massoneria americana, delineando un piano per un “Rito Supremo” segreto. Tuttavia, l’autenticità di questa lettera è ampiamente discussa dagli storici. Molti ritengono che si tratti di un falso prodotto nei primi del Novecento per screditare la Massoneria e le sue connessioni con la politica mondiale.

Mazzini, negli ultimi anni che precedettero la presa di Roma s’era messo in relazione con un capo Massone di Rito scozzese americano, il F… Alberto Pike, presidente del Supremo Consiglio di Charleston, e gran cabalista, che si era dedicato, con passione, a tutti gli studi dell’occultismo, ed era onorato di grande influenza dal punto di vista dottrinario.”

Mazzini aveva capito che la Frammassoneria sarebbe stata una leva potente per mettere sottosopra il mondo intero, ma la vedeva divisa in numerosi Riti, spesso tra loro rivali e talvolta persino ostili”. (…). Mazzini si rivolse ad Alberto Pike perché il Rito Scozzese Antico e Accettato, è il più importante per il numero di addetti, è praticato nel più gran numero di paesi, e perché il Pike aveva un peso considerevole sui Consigi Supremi nazionali di questo Rito, ed era già riconosciuto come il capo più esperto in campo di dommatica e di liturgia”.

Ora, come aveva voluto l’unità d’Italia, per abbattere il potere temporale della Santa Sede, Mazzini macchinava per l’unità della Massoneria, per distruggere la Chiesa nella sua potestà spirituale”.

Il rapporto tra Massoneria, Stato e Chiesa è stato segnato da fasi di conflitto e momenti di adattamento.

Mazzini, tuttavia, non fu il primo a occuparsi dell’unità della Massoneria. Già il massone francese F… Ragon, considerato dai suoi confratelli come il loro “Autore sacro”, scriveva a proposito dell’unificazione dell’umanità:

“Questa unificazione degli uomini non potrà realizzarsi se non laddove esista una vera unità massonica, ossia quando essa emanerà da un unico centro, da un immenso Congresso superiore capace di fornire l’impulso intellettuale e amministrativo al centro primario e secondario di ogni Stato o Nazione… Per raggiungere questo obiettivo, concepito da secoli, e giungere alla formazione di un centro unico universale, è indispensabile che in ogni singolo Stato vi sia una sola direzione.”[1]

Ragon e Mazzini non condividevano la stessa visione su come attuare questa unificazione. Per Ragon, era necessario che in ogni Paese esistesse un’unica federazione di Logge e, di conseguenza, un solo rito per tutta la Massoneria a livello globale.

Mazzini, invece, con il suo spirito pragmatico, riteneva che non fosse opportuno sopprimere tutti i riti a favore di uno solo. Egli sosteneva:

Lasciamo sussistere tutte le federazioni così come sono; manteniamo tutti i riti esistenti, con i loro sistemi, le loro autorità centrali e i loro canali di comunicazione tra gli alti esponenti di ciascun rito. Tuttavia, creiamo un Rito Supremo, segreto e ignoto, in cui iscriveremo i massoni di più alto rango che riterremo opportuno, imponendo loro il più rigoroso riserbo nei confronti dei loro fratelli appartenenti ai riti ordinari. Attraverso questo Centro Universale, governeremo l’intera Massoneria: sarà un centro di potere assoluto, tanto più efficace nella sua direzione quanto più sarà nascosto.”[2 -3]

Oggi la massoneria è un’organizzazione con ruoli e influenze che variano a seconda del contesto nazionale e dell’obbedienza massonica di riferimento e si presenta come un’associazione iniziatica, filosofica e filantropica che promuove valori come la libertà di pensiero, la tolleranza, la fratellanza e il miglioramento dell’individuo e della società. Il ruolo della massoneria è oggetto di discussione: alcune logge si concentrano sulla crescita personale e sul dibattito filosofico, senza alcun coinvolgimento nella politica o nell’economia; di contro, esistono anche visioni più critiche che attribuiscono alla massoneria un’influenza significativa nei centri di potere, sia a livello economico che politico.

 

[1]Cfr. Ragon, “L’Ortodossia massonica”, 1853, p. 354.

[2] Cfr. “Lettera di Mazzini ad Alberto Pike”, del 22 gennaio 1870, data-ta a Londra.

[3] Cfr. Domenico Margiotta, “Ricordi di un trentatre …”, Delhome e Briguet, Editori, Parigi settembre 1895, pp. 73-74.