Cronaca estera

Le Terre Rare dell’Ucraina: La Ricchezza Mineraria in Cambio degli Aiuti di Trump

Napoli, 23 Febbraio 2025

Esmeralda Mameli

Aiuti militari e finanziari all’Ucraina in cambio delle sue materie prime critiche, tra cui le terre rare: sarebbe questo l’accordo che Donald Trump vorrebbe stipulare con Kiev. L’Ucraina, infatti, è uno dei primi dieci fornitori al mondo (e il primo in Europa) di risorse minerarie strategiche, di enorme importanza economica soprattutto per l’industria tecnologica e per la transizione energetica, ma il cui approvvigionamento è limitato. Il Paese ospita circa 20.000 giacimenti che forniscono nel complesso 116 tipi di minerali diversi. Tra le materie prime critiche più importanti dell’Ucraina vi sono le terre rare (Rare Earth Elements –REE), il titanio, il litio, il berillio, il manganese, il nichel, il rame, il gallio, la grafite. Le regioni ucraine più ricche di queste risorse sono quelle orientali, come il Donbass, su cui ricade l’interesse della Russia.

La ricchezza mineraria dell’Ucraina è legata alla particolare geologia del suo territorio. La parte centrale del Paese è occupata dallo scudo ucraino, una superficie piatta che occupa un’area di circa 250.000 km2 dal Mar d’Azov a sud fino al confine con la Bielorussia. Questa superficie è ciò che rimane di catene montuose risalenti al Precambriano, antiche anche 3,7 miliardi di anni e ormai smantellate dall’erosione. Lo scudo ucraino è costituito da rocce metamorfiche (come gli gneiss) e magmatiche (come i graniti), rivestite da strati di rocce sedimentarie spessi anche centinaia di metri. Queste rocce hanno una composizione chimica molto eterogenea, che determina la presenza di una grande varietà di minerali da cui si ricavano molti metalli che rientrano nella lista delle materie prime critiche stilata nel 2023 dalla Commissione Europea. Sul territorio sono presenti anche molti giacimenti che, anche se non forniscono materie prime critiche, sono fonte di altre importantissime risorse minerarie, per esempio l’uranio, il ferro, lo zirconio, l’apatite e l’oro.

Tra i più importanti giacimenti di materie prime critiche presenti sul territorio ucraino vi sono quelli di:

Terre rare, che comprendono 17 elementi chimici tra cui europio, lutezio e cerio, utilizzate nella realizzazione di smartphone e auto elettriche, computer e turbine eoliche; in Ucraina si stima che le riserve di terre rare contenute nel giacimento di Azov superino quelle dei più importanti giacimenti del Nord America, anche se attualmente non vengono ancora sfruttate.

Litio, presente nei giacimenti della regione di Donetsk, in Ucraina orientale, e a Kirovograd, nella sua parte centrale (si stima che il Paese ne ospiti 500.000 tonnellate); il litio è fondamentale nella produzione di batterie ricaricabili e nell’immagazzinamento dell’energia generata da fonti rinnovabili. Il giacimento più grande di litio, tuttavia, si trova nelle vicinanze della città di Pokrovsk, in Donbass, ed è attualmente nella zona grigia tra il territorio controllato da Kiev e quello occupato da Mosca.

Titanio, che trova impiego soprattutto nell’industria aeronautica e aerospaziale, nel settore medico e nella produzione di cementi; l’Ucraina ospita le più grandi riserve di titanio in Europa e il 7% di quelle mondiali.

Grafite, di cui l’Ucraina detiene ben il 20% delle riserve mondiali e che, tra le molte applicazioni, trova impiego negli impianti elettrici e nucleari.

Gallio, di cui l’Ucraina è il quinto produttore mondiale e che è essenziale per produrre semiconduttori e LED.

Berillio, presente nei depositi di Perha, nel nord-ovest del Paese e utilizzato in particolare nei settori medico, nucleare ed elettronico.

Per la Casa Bianca è centrale lo sfruttamento delle risorse minerarie. Intanto, però, i russi sono molto vicini al più grande giacimento di litio. L’amministrazione Trump potrebbe cercare di concludere un accordo semplificato sui minerali con l’Ucraina, in modo da stipulare rapidamente un patto e negoziare in seguito i termini dettagliati, come la quantità di risorse ucraine che gli Stati Uniti controllerebbero,

Le ambizioni di Trump nel voler legare gli aiuti militari ed economici all’accesso alle risorse minerarie ucraine rientrano in una più ampia competizione globale per il controllo delle materie prime critiche. Gli Stati Uniti dipendono in larga parte dalle importazioni di terre rare, con la Cina che domina il mercato globale, controllando circa il 60% della produzione mondiale e il 90% della raffinazione.

Un accordo con Kiev permetterebbe a Washington di ridurre la propria dipendenza da Pechino, assicurandosi una fornitura stabile di minerali strategici per la produzione di tecnologie avanzate. Inoltre, il controllo su queste risorse avrebbe implicazioni dirette per il rafforzamento dell’industria americana e della sicurezza nazionale.

Sebbene l’idea di uno scambio tra aiuti e materie prime possa sembrare vantaggiosa per entrambi i Paesi, vi sono numerose difficoltà legate all’effettivo sfruttamento di questi giacimenti. Al momento, molte delle risorse minerarie ucraine non sono ancora state sviluppate su larga scala, e l’infrastruttura necessaria per l’estrazione e la lavorazione è limitata. Inoltre, gran parte delle aree più ricche di materie prime si trova nelle regioni orientali, come il Donbass, attualmente interessato dal conflitto con la Russia.

Se l’Ucraina accettasse di cedere parte delle sue risorse in cambio di aiuti militari, si troverebbe di fronte a una scelta strategica complessa: da un lato, il sostegno americano potrebbe essere cruciale per la sua difesa, dall’altro, potrebbe compromettere la sua indipendenza economica e politica nel lungo periodo.

La ricchezza mineraria dell’Ucraina la rende un attore chiave nella geopolitica delle risorse, attirando l’interesse di potenze come gli Stati Uniti e la Cina. L’eventuale strategia di Trump di vincolare gli aiuti alla cessione di materie prime critiche potrebbe rappresentare una svolta nella politica internazionale, ma solleva interrogativi sulla sostenibilità e sulle implicazioni per l’autonomia ucraina. L’equilibrio tra necessità immediata e tutela delle proprie risorse strategiche sarà cruciale per il futuro del Paese.