NO al ddl Sicurezza: Proteste in tutta Italia Contro il Governo Meloni
Napoli, 24 Febbraio 2025
Esmeralda Mameli
Migliaia di persone sono scese ieri in piazza per protestare contro il disegno di legge 1660, ora ribattezzato ddl 1236, in un’azione collettiva organizzata dalla Rete No DDL Sicurezza – A Pieno Regime che ha visto la partecipazione attiva di movimenti sociali, lavoratori, ambientalisti e migranti in tutte le principali città italiane, esprimendo un forte dissenso contro misure giudicate repressive e anticonstituzionali.
Durante la manifestazione sono emerse numerose critiche, in particolare per l’art. 11, che trasforma in reato il blocco stradale o ferroviario con il proprio corpo, prevedendo pene da un mese fino a due anni di reclusione se il comportamento è messo in atto in gruppo, e per l’art. 19, che inasprisce le pene per chi ostacola la realizzazione di opere pubbliche o infrastrutture, aumentando la condanna di due terzi in presenza di violenza o minaccia.
Numerosi giuristi e costituzionalisti hanno espresso preoccupazioni circa le ripercussioni di tali norme. C’è chi ha evidenziato come la trasformazione di un illecito amministrativo in reato penale per un atto di protesta costituisca un pericoloso precedente che potrebbe erodere i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, alimentando un clima di repressione e autocensura; chi ha sottolineato la vaghezza dell’articolo 19, sostenendo che la sua applicazione potrebbe essere strumentalizzata per reprimere non solo i movimenti sociali, ma anche chi si oppone a progetti infrastrutturali controversi, compromettendo così il diritto di critica democratica; chi ha messo in guardia contro la confluenza di misure restrittive insite nel ddl, affermando che il ribattezzato ddl Paura non mira esclusivamente a garantire la sicurezza, bensì trasforma il dissenso in un reato, minacciando la partecipazione attiva dei cittadini e il funzionamento stesso della sovranità popolare, in un contesto in cui la sicurezza diventa sinonimo di repressione e controllo sociale.
Queste opinioni, congiunte alle azioni simboliche e alle proteste registrate in città come Roma, Milano, Venezia e Napoli, delineano un quadro complesso in cui il ddl rischia di compromettere le libertà civili e il diritto alla manifestazione, instaurando un clima di insicurezza giuridica che potrebbe avere ripercussioni ben oltre il campo delle proteste, trasformando il dissenso in un elemento pericoloso e criminalizzato a scapito del dibattito democratico.