cronaca

BYD sbarca a Napoli: il colosso cinese accelera sulla mobilità elettrica, ma CMI denuncia i rischi del settore

Napoli, 26 Febbraio 2025

Esmeralda Mameli

L’apertura del primo store BYD a Napoli segna un passo significativo nell’espansione europea del gigante cinese dell’auto elettrica, consolidando la sua presenza in Italia. L’azienda, leader nel settore EV e pioniera nelle batterie e nella guida autonoma, non si limita alla vendita, ma mira a creare sinergie con la filiera italiana dell’automotive.

 

Tuttavia, non mancano le critiche. La Confederazione Meridionalisti Identitari (CMI) si oppone fermamente all’espansione delle auto elettriche in Italia, denunciando gravi rischi per la sicurezza e lo sfruttamento minorile nella filiera produttiva di questi veicoli.

L’incontro con oltre 380 aziende italiane della componentistica, organizzato a Torino con il supporto di ANFIA, evidenzia l’interesse di BYD a sviluppare una rete di fornitori locali per supportare le sue prossime fabbriche europee, in particolare in Ungheria e Turchia. Questa strategia potrebbe aprire nuove opportunità industriali per l’Italia, con possibili ricadute economiche e occupazionali significative.

L’Italia diventa così una tappa cruciale nel road show europeo del colosso cinese, che punta a integrare le proprie tecnologie avanzate con il know-how manifatturiero italiano. Il settore automotive nazionale, in cerca di rilancio nella transizione all’elettrico, potrebbe trarre beneficio da questa collaborazione, mentre BYD continua la sua sfida ai giganti occidentali con investimenti massicci in ricerca e sviluppo.

CMI: “Le auto elettriche non sono il futuro, ma un pericolo per la sicurezza e l’etica

Di fronte all’espansione delle auto elettriche, CMI lancia un allarme: la transizione all’elettrico non può essere considerata una soluzione sostenibile se non si affrontano i suoi effetti collaterali.

Negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli episodi di auto e autobus elettrici esplosi improvvisamente, senza alcun preavviso, mettendo a rischio la vita di passeggeri e pedoni. Le batterie al litio, che alimentano questi veicoli, sono soggette a surriscaldamento e incendi difficili da domare, rendendo questi mezzi potenziali bombe su strada.

https://www.ilgiornaleditalia.it/video/esteri/536236/parigi-autobus-elettrico-esplosa-batteria-feriti.html

CMI sottolinea come i governi stiano incentivando l’elettrico senza tenere conto delle evidenti criticità di questa tecnologia, favorendo un cambiamento che potrebbe rivelarsi dannoso per la sicurezza pubblica.

Dietro l’industria dell’elettrico, si cela lo sfruttamento minorile, infatti, altra questione fondamentale riguarda l’origine delle batterie al litio. La loro produzione si basa su materiali estratti in paesi come la Repubblica Democratica del Congo e la Bolivia, dove bambini e adolescenti vengono sfruttati nelle miniere in condizioni disumane.

Secondo la Confezione Meridionalisti Identitari, la mobilità elettrica è tutt’altro che “green” e nasconde nuove forme di neocolonialismo e schiavitù moderna, alimentando un sistema produttivo basato sullo sfruttamento delle risorse umane e ambientali.

Di fronte a queste criticità, la Confederazione Meridionalisti Identitari si oppone fermamente alla diffusione delle auto elettriche, chiedendo un ripensamento delle strategie di transizione ecologica.

«L’auto elettrica non rappresenta il futuro, ma una falsa soluzione che mette a rischio sicurezza e diritti umani», dichiara Sergio Angrisano,Coordinatore Nazionale CMI. «La politica deve smettere di promuovere acriticamente l’elettrico e investire in soluzioni realmente sostenibili, che rispettino l’uomo e l’ambiente», continua il Segretario di CMI.

Mentre BYD e altri colossi cinesi puntano a dominare il mercato europeo dell’auto elettrica, CMI continua a battersi per una mobilità che sia davvero etica, sicura e sostenibile.