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Trump-Zelensky: Scontro alla Casa Bianca e Nuovi Equilibri Geopolitici

Napoli,1 Marzo 2025

Esmeralda Mameli

Lo scontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca ha acceso il dibattito internazionale, con reazioni che variano a seconda delle prospettive geopolitiche.

Se in Occidente l’incontro è stato visto come un segnale di crescente tensione tra Washington e Kiev, in Russia l’evento è stato interpretato come la conferma di un cambio di rotta netto nella politica americana nei confronti dell’Ucraina.

Il quotidiano Kommersant ha raccolto l’opinione di diversi esperti russi, secondo i quali Zelensky avrebbe sottovalutato l’effetto della nuova amministrazione Trump sulle dinamiche diplomatiche. Fyodor Lukyanov, direttore della rivista La Russia negli affari globali, sostiene che il presidente ucraino sia stato ingannato dalla permissività occidentale degli ultimi anni, che gli ha fatto credere di poter continuare a muoversi senza ostacoli. L’approccio diplomatico permissivo, con il quale Kiev è stata percepita come vittima e dunque destinataria di un sostegno incondizionato, avrebbe reso Zelensky impreparato a confrontarsi con una Casa Bianca guidata da un presidente che vede il conflitto ucraino come un ostacolo piuttosto che come una battaglia ideologica.

Anastasia Likhacheva, preside della Facoltà di Economia Mondiale e Affari Internazionali presso la Scuola Superiore di Economia dell’Università Nazionale di Ricerca, ha descritto lo scontro come un evento senza precedenti nella politica mondiale recente, sottolineando che le prossime settimane potrebbero rivelarsi particolarmente pericolose, anche in modo irrazionale, lasciando spazio a un possibile “rinnovo del cast” sulla scena diplomatica.

Maksim Suchkov, direttore dell’Istituto per le relazioni internazionali del MGIMO, ritiene che Zelensky abbia sbagliato completamente approccio con Trump, toccando temi che il presidente americano percepisce come tabù. In particolare, il leader ucraino avrebbe insistito sulla vulnerabilità degli Stati Uniti, attribuendo la loro forza esclusivamente alla posizione geografica favorevole, una mossa che Trump avrebbe interpretato come una provocazione piuttosto che come un’analisi strategica.

  1. Dmitry Suslov, vicedirettore del Centro per gli studi europei e internazionali presso la Scuola Superiore di Economia, evidenzia come Trump non veda la guerra in Ucraina come una battaglia morale tra bene e male, ma piuttosto come un problema economico e strategico da risolvere rapidamente, in modo che gli Stati Uniti possano concentrarsi su sfide più rilevanti per i loro interessi geopolitici. Questo episodio sembra rappresentare una svolta nella politica americana: mentre la presidenza Biden aveva rafforzato il sostegno militare e diplomatico all’Ucraina, l’amministrazione Trump appare determinata a ridimensionare l’impegno statunitense, lasciando Kiev in una posizione di incertezza.

Secondo El País, Zelensky avrebbe lasciato la Casa Bianca in modo precipitato, senza un accordo e dopo aver subito un duro attacco verbale da parte di Trump, il quale lo ha accusato di “giocare con la possibilità di una Terza Guerra Mondiale” e di non essere all’altezza del ruolo diplomatico richiesto.

Il Wall Street Journal ha invece sottolineato che Zelensky, pur avendo mostrato una forte opposizione a Putin nel corso del conflitto, ora si trova costretto a gestire una nuova sfida: convincere un presidente americano scettico sulla necessità di continuare il sostegno a Kiev.

La stampa anglosassone evidenzia come la posizione di Trump sia chiara: porre fine alla guerra il prima possibile, anche a costo di sacrificare parte delle richieste ucraine.

Secondo The Australian, l’incontro tra i due leader si è trasformato in un vero e proprio “incidente diplomatico” dalle conseguenze potenzialmente devastanti, segnalando un punto di rottura tra Washington e Kiev.

Nel contesto europeo, la reazione è stata mista: alcuni analisti vedono questa frattura come un’opportunità per l’UE di rafforzare il proprio ruolo nella gestione della crisi ucraina, mentre altri temono che un eventuale disimpegno americano possa indebolire la posizione di Kiev nei negoziati con Mosca. A questo punto, il destino dell’Ucraina dipenderà non solo dalle mosse della nuova amministrazione statunitense, ma anche dalla capacità di Zelensky di adattarsi alla nuova realtà geopolitica e di trovare nuovi alleati pronti a sostenerlo in un contesto in rapido mutamento.