Romania: la CEDU rigetta il ricorso sull’annullamento delle elezioni – Il caso Georgescu e le tensioni politiche
Napoli, 6 Marzo 2025
Esmeralda Mameli
La Corte europea dei diritti umani (CEDU) ha rigettato il ricorso presentato da Calin Georgescu, candidato indipendente alle elezioni presidenziali romene del 24 novembre, contro l’annullamento del voto da parte della Corte Costituzionale della Romania. La decisione della CEDU chiude così, almeno sul piano giuridico internazionale, una vicenda che sta scuotendo il sistema politico del Paese e sollevando dubbi sulla tenuta democratica delle istituzioni.
Il 24 novembre 2024, Calin Georgescu aveva ottenuto la maggioranza dei voti al primo turno delle elezioni presidenziali, ma la Corte Costituzionale ha successivamente invalidato l’esito e sospeso lo svolgimento del ballottaggio. La motivazione ufficiale dell’annullamento riguarda presunte interferenze russe nel processo elettorale, una questione che in Romania è particolarmente sensibile, considerata la storica diffidenza verso Mosca e il delicato equilibrio geopolitico dell’Europa orientale.
La decisione della Corte ha suscitato forti proteste tra i sostenitori di Georgescu e un acceso dibattito tra le forze politiche. L’annullamento ha infatti riaperto il processo elettorale, generando un clima di forte incertezza e alimentando il sospetto che l’establishment politico stia cercando di ostacolare un candidato considerato scomodo.
La situazione si è aggravata ulteriormente il 26 febbraio, quando Georgescu è stato arrestato con l’accusa di attentato all’ordine costituzionale e promozione di un’organizzazione di stampo fascista. Attualmente si trova sotto osservazione giudiziaria, mentre le indagini continuano. La sua detenzione ha innescato nuove tensioni, con manifestazioni di piazza da parte dei suoi sostenitori e richieste di chiarimenti da parte di organizzazioni internazionali per i diritti umani.
Oggi, 6 marzo, le autorità hanno arrestato altre sei persone nell’ambito della stessa inchiesta, intensificando il giro di vite contro la presunta rete che avrebbe sostenuto Georgescu e i suoi piani politici. Tuttavia, i dettagli sulle accuse restano vaghi, alimentando sospetti su possibili motivazioni politiche dietro la repressione.
Questa vicenda pone interrogativi sulla tenuta democratica della Romania e sul ruolo delle istituzioni nel garantire un processo elettorale trasparente e imparziale. L’annullamento delle elezioni e l’arresto di un candidato vincitore al primo turno non hanno precedenti nella storia recente del Paese e potrebbero avere ripercussioni anche sul piano internazionale.
L’Unione Europea e gli osservatori internazionali stanno monitorando la situazione con attenzione, mentre l’opinione pubblica romena è divisa tra chi ritiene giustificato il provvedimento della Corte e chi vede in esso un pericoloso precedente per la libertà politica.
Nel frattempo, la Romania resta in attesa di nuove elezioni, con il rischio che la tensione sociale e politica possa ulteriormente aggravarsi nelle prossime settimane.