Campi Flegrei – La rabbia dei cittadini: ” Dirottate qui i soldi per la guerra”
Napoli, 18 Marzo 2025
Esmeralda Mameli
Una scossa improvvisa ha squarciato il silenzio della notte tra il 12 e il 13 marzo, quando un terremoto di magnitudo 4.2 ha colpito i Campi Flegrei all’1:25, facendo tremare Napoli e la sua provincia. Il bilancio è di diversi crolli, controsoffitti collassati, calcinacci in strada e un ferito a Bagnoli, dove alcune persone, rimaste bloccate in casa, hanno dovuto trovare scampo dalle finestre.
Il fenomeno del bradisismo, il sollevamento del suolo che sta interessando l’area flegrea, continua a destare preoccupazione tra cittadini ed esperti.
Il terremoto dell’Italia meridionale del 5 dicembre 1456, con una magnitudo stimata di 7.1, è considerato il più forte e letale del II millennio, causando tra i 20.000 e i 30.000 morti nel Regno di Napoli. A Napoli crollarono il campanile di Santa Chiara e la chiesa di San Domenico Maggiore, segni della devastazione che colpì l’intero Meridione.
Il ricordo corre anche al terremoto dell’Irpinia del novembre 1980, con una magnitudo di 6.9, che provocò quasi 3.000 vittime e oltre 280.000 sfollati.
La paura si mescola alla rabbia dei cittadini, che chiedono interventi concreti per la messa in sicurezza del territorio e la prevenzione dei disastri annunciati. “Dirottate qui i soldi per la guerra”, ripetono in coro, puntando il dito contro le risorse destinate ai conflitti invece che alla tutela della popolazione.
L’allarme per il bradisismo, fenomeno che negli ultimi mesi ha visto un’accelerazione nel sollevamento del suolo, porta con sé la domanda se esistano reali piani di evacuazione e se le infrastrutture siano pronte a un eventuale peggioramento della situazione.
Gli esperti sottolineano che il sollevamento del suolo ha ormai superato i 20 centimetri rispetto ai livelli di pochi anni fa, aumentando la probabilità di scosse più intense e dannose. Nel frattempo, gli abitanti della zona si sentono abbandonati, costretti a vivere con il timore costante di nuovi crolli. La gestione dell’emergenza è un nodo cruciale: mentre il governo stanzia fondi per le missioni militari all’estero, la richiesta di destinare maggiori risorse alla sicurezza delle aree sismiche resta inascoltata. L’Italia ha già visto la distruzione causata da eventi sismici nel passato e il rischio che la storia si ripeta è concreto. Nel 2009 il terremoto dell’Aquila, nonostante le lezioni apprese dal sisma dell’Irpinia, mise in luce ancora una volta ritardi nei soccorsi e una ricostruzione lenta e farraginosa. Oggi il Sud si trova a fronteggiare una minaccia costante, mentre i fondi per la prevenzione restano insufficienti. La rabbia dei cittadini si unisce a una riflessione più ampia sulla gestione del territorio e sulla necessità di una politica che metta al centro la sicurezza della popolazione. L’esistenza si muove tra forze costruttive di vita e forze distruttive di morte, entrambe parte del divenire della natura e della storia.
L’esistenza si muove tra forze costruttive di vita e forze distruttive di morte, entrambe parte del divenire della natura e della storia. Giordano Bruno descriveva le alture del suo orizzonte con immagini di fertilità e rigoglio, mentre il Vesuvio, lontano, era “brutto, coperto di fumo, senza frutti”.
Oggi lo sguardo è rivolto ai Campi Flegrei, dove il destino è sospeso tra bellezza e minaccia, e dove la terra continua a tremare, ricordando all’uomo la sua fragilità.