Argentina – Milei Apre gli Archivi Segreti sulla Fuga dei Nazisti: Nuove Rivelazioni e Possibili Implicazioni Storiche
Napoli, 26 Marzo 2025
Esmeralda Mameli
Il presidente argentino Javier Milei ha annunciato la declassificazione degli archivi segreti relativi alla presenza di criminali di guerra nazisti fuggiti in Argentina dopo la Seconda Guerra Mondiale. La decisione, confermata dal capo di Gabinetto Guillermo Francos, è seguita a un incontro tra Milei e i rappresentanti del Centro Simon Wiesenthal, durante il quale è stata consegnata al presidente una lettera del senatore statunitense Chuck Grassley in cui si sollecitava la cooperazione dell’Argentina nelle indagini ancora in corso. Gli storici stimano che il Paese abbia accolto circa 5.000 fuggitivi nazisti, tra cui figure di spicco come Adolf Eichmann e Josef Mengele. L’apertura degli archivi potrebbe far emergere nuovi dettagli sulle reti di complicità che facilitarono l’arrivo e la protezione di questi criminali, in particolare durante il governo di Juan Domingo Perón, spesso accusato di aver favorito la fuga di ex gerarchi del Terzo Reich attraverso la cosiddetta “Ratline“, una rete di fuga che coinvolgeva settori della Chiesa Cattolica e organizzazioni europee. Uno degli aspetti più controversi riguarda il possibile coinvolgimento di ambienti ecclesiastici, come quello del vescovo austriaco Alois Hudal, noto per aver aiutato numerosi ufficiali nazisti a ottenere documenti falsi e a raggiungere il Sud America. La declassificazione potrebbe anche offrire nuovi elementi sul ruolo giocato dalle comunità tedesche già presenti in Argentina, come quelle di Bariloche e Cordoba, che secondo alcuni documenti storici avrebbero fornito supporto logistico ed economico ai fuggitivi. Al di là della dimensione storica, la decisione di Milei si inserisce nel più ampio quadro del suo riallineamento politico con Stati Uniti e Israele, due Paesi che da decenni sollecitano trasparenza su questo capitolo oscuro della storia argentina. La politica estera del presidente si è caratterizzata per un forte avvicinamento a Washington e Tel Aviv, e il suo stesso processo di conversione all’ebraismo è stato interpretato come un segnale di questa nuova direzione. L’apertura degli archivi potrebbe anche avere ripercussioni politiche interne, riaccendendo il dibattito sul grado di connivenza dello Stato argentino con i nazisti e sulle responsabilità istituzionali che hanno permesso la loro fuga e integrazione nella società locale. La pubblicazione dei documenti potrebbe portare a nuove richieste di giustizia, riaprendo casi mai del tutto chiariti e sollevando interrogativi su eventuali risarcimenti o indagini tardive. Alcuni esperti ritengono che potrebbero emergere elementi utili per ricostruire il percorso di nazisti che, dopo un primo rifugio in Argentina, si spostarono in altri Paesi sudamericani come Paraguay e Brasile. Un altro aspetto rilevante riguarda l’impatto che questa iniziativa avrà sull’opinione pubblica argentina: la nazione ha sempre avuto un rapporto complesso con il proprio passato, e la declassificazione potrebbe rappresentare un punto di svolta nel confronto con la memoria storica del Paese, già segnato dal difficile processo di revisione delle responsabilità legate alla dittatura militare del 1976-1983. La decisione di Milei potrebbe dunque avere conseguenze profonde, sia sul piano politico che sociale, riaprendo ferite ancora non del tutto rimarginate e ponendo l’Argentina di fronte alla necessità di una riflessione più ampia sul suo passato e sulle sue scelte geopolitiche future.