Cronaca estera

Tensione nella Zona Demilitarizzata – Colpi d’Avvertimento dell’Esercito Sudcoreano Contro Sconfinamento di Soldati del Nord

9 Aprile 2025

Sergio Angrisano

Martedì 8 aprile, l’esercito della Corea del Sud ha sparato colpi d’avvertimento dopo che una decina di soldati nordcoreani ha superato la linea di demarcazione militare nella parte orientale della Zona Demilitarizzata (DMZ), la fragile frontiera che divide le due Coree dalla fine della guerra di Corea (1950-1953). L’incidente si è verificato intorno alle 17:00 ora locale (le 10:00 italiane) ed è stato prontamente gestito attraverso spari intimidatori e messaggi diffusi tramite altoparlanti, che hanno indotto i soldati nordcoreani a fare immediatamente retromarcia.

Secondo quanto riportato dal Comando congiunto sudcoreano, i militari del Nord erano armati, ma trasportavano principalmente attrezzature e materiali da costruzione, suggerendo che il loro sconfinamento potrebbe essere stato accidentale. L’episodio si inserisce in un contesto di crescente attività nella DMZ, infatti, il giorno prima, circa 1.500 soldati nordcoreani erano stati avvistati nella zona per esercitazioni militari, alimentando le preoccupazioni di Seul e degli alleati occidentali.

 

COSA È LA DMZ

La Zona Demilitarizzata (DMZ) è una striscia di terra lunga 250 chilometri e larga circa 4, che separa Corea del Nord e Corea del Sud dal 1953. È stata istituita con l’armistizio firmato dopo la guerra di Corea, che non si è mai conclusa con un trattato di pace. Nonostante il nome, è una delle zone più militarizzate e sorvegliate al mondo.

Vi sono frequenti episodi di tensione, sconfinamenti, scontri armati, lanci di palloni aerostatici e attività propagandistiche da entrambe le parti.

 

Un equilibrio instabile

L’incidente avviene in un momento delicato, segnato dal rafforzamento delle alleanze strategiche tra Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone, e da una crescente cooperazione militare tra Corea del Nord, Cina e Russia. Pyongyang, capitale della Corea del Nord, ha intensificato nei mesi scorsi i propri test missilistici, alcuni dei quali simulavano attacchi nucleari tattici. Ben si comprende come in questo clima, anche uno sconfinamento involontario può rappresentare una miccia pericolosa.

Gli analisti militari non escludono che l’attività edile dei soldati nordcoreani possa essere parte di un consolidamento delle postazioni avanzate lungo la linea di confine. Le autorità di Seul hanno dichiarato che continueranno a monitorare la situazione con la massima attenzione, mentre crescono le pressioni internazionali per una ripresa dei colloqui diplomatici, interrotti ormai da anni.

In una nota diffusa alla stampa, il portavoce del Comando di Stato Maggiore congiunto della Corea del Sud ha dichiarato:

Abbiamo risposto in maniera proporzionata e secondo protocollo. L’incursione sembra non essere stata intenzionale, ma la nostra priorità è garantire la sicurezza lungo la linea di demarcazione e prevenire qualsiasi tentativo di provocazione o errore che possa degenerare in conflitto aperto.

Secondo il professor Kim Jae-hyun, docente di Relazioni Internazionali all’Università di Seul ed esperto di dinamiche intercoreane, episodi come questo non vanno sottovalutati.

Anche quando non sono pianificati, gli sconfinamenti riflettono un clima di instabilità permanente. Il Nord sa che ogni movimento viene osservato, e talvolta usa questi episodi per testare le reazioni del Sud. In un contesto in cui la diplomazia è congelata, anche piccoli incidenti possono diventare messaggi strategici.

 

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore