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Guerra dei Dazi e Incognite Globali – L’Occidente sotto scacco tra Recessione e Sfiducia

La Cina alza i controdazi fino al 125%. BlackRock avverte: gli USA sono già in recessione. L’Europa cerca una via unitaria tra mercati instabili, euro forte e dollaro in caduta.

11 Aprile 2025

Esmeralda Mameli

Le lancette della geopolitica commerciale tornano a correre all’indietro. La Cina ha annunciato un nuovo pacchetto di controdazi sui beni americani, innalzando le tariffe fino al 125%. Una risposta dura alle misure aggressive varate da Washington, che riporta il mondo sull’orlo di una nuova guerra commerciale.

Una crisi strutturale?

Larry Fink, CEO di BlackRock, non ha usato mezzi termini: “Gli Stati Uniti sono molto vicini, se non addirittura già in recessione”. Una dichiarazione che pesa come un macigno nel cuore della finanza globale, e che fotografa una situazione in cui la fiducia – come ha detto Maria Anghileri, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria – è ormai merce rara. “Oggi si scambiano sul mercato due beni opposti: la fiducia, carissima e scarsa, e l’incertezza, abbondante e praticamente gratuita”, ha dichiarato da un evento a porte chiuse in Puglia.

Mercati sotto pressione

Le Borse europee hanno reagito con nervosismo: Milano ha chiuso a -0,73%, Francoforte ha perso l’1,3%, mentre Londra si è salvata con un +0,4%. Anche Wall Street ha aperto in calo: il Dow Jones a -0,24%, il Nasdaq a -0,09%. Il mercato obbligazionario ha visto una forte impennata dei rendimenti dei T-Bond statunitensi (fino al 4,53%), mentre il differenziale con il Bund tedesco ha toccato quota 204 punti.

Parallelamente, il dollaro ha subito un tonfo, crollando a 0,88 euro – il minimo dal 2022 – mentre l’euro si rafforza dell’1,7%, portandosi a 1,147. L’oro, bene rifugio per eccellenza, vola a +2,97%, seguito dal franco svizzero, anch’esso ai massimi storici.

La reazione europea

In questo contesto, la presidente della BCE Christine Lagarde prova a rassicurare: “I mercati dell’Eurozona restano ordinati nonostante la volatilità”. Ma la preoccupazione per un possibile effetto domino sui titoli europei è palpabile. A Varsavia, l’Ecofin informale ha riaffermato l’unanimità degli Stati membri sulla necessità di un approccio unitario: dialogo con Washington, sì, ma senza rinunciare alla tutela delle imprese europee.

Il paradigma si ribalta

L’atteggiamento protezionista degli Stati Uniti – che solo pochi anni fa accusavano la Cina di minare le regole del commercio globale – si è trasformato oggi in un boomerang. Singapore ha contestato i dazi USA, mentre Pechino ha avviato nuovi ricorsi al WTO. L’erosione della fiducia internazionale verso la leadership americana si fa evidente.

Secondo Fink, “non si tratta più di uno scontro tra Wall Street e Main Street”. Il crollo dei mercati azionari colpisce direttamente i risparmi di milioni di cittadini, mentre l’ansia per il futuro domina le conversazioni tra investitori.

Uno scenario multipolare

La guerra dei dazi è solo la punta dell’iceberg. Sullo sfondo si staglia una ridefinizione degli equilibri globali, con un’Europa che tenta – non senza difficoltà – di ritagliarsi uno spazio autonomo tra due giganti in scontro. Anghileri invita a “non isolarsi”, ma a “aggregare i Paesi che stanno perdendo fiducia nella guida degli Stati Uniti”. Un appello alla costruzione di un’Europa più consapevole del proprio ruolo, capace di affrontare con freddezza e strategia le sfide del nuovo disordine globale.