Addio a Mario Vargas Llosa, maestro del romanzo e Premio Nobel per la Letteratura
14 Aprile 2025
di Antonio Russo
LIMA – Mario Vargas Llosa, uno dei più grandi narratori del Novecento e figura centrale della letteratura ispanoamericana, è morto sabato 13 aprile 2025 a Lima all’età di 89 anni. La notizia è stata confermata dalla famiglia, che ha comunicato che lo scrittore si è spento serenamente nella sua abitazione, circondato dai suoi cari. A renderlo noto il figlio Álvaro sul suo account ufficiale di X. “Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace”, ha scritto.
Il Perù e il mondo intero piangono la scomparsa di una delle voci più autorevoli del panorama culturale internazionale.
Nato ad Arequipa nel 1936, Vargas Llosa ha segnato profondamente la narrativa mondiale. Esponente di punta del cosiddetto “boom” latinoamericano, ha saputo fondere realismo politico, introspezione psicologica e sperimentazione formale in opere di grande potenza espressiva.
Tra i suoi romanzi più celebri figurano La città e i cani (1963), feroce ritratto dell’autoritarismo militare; Conversazione nella cattedrale (1969), considerato il suo capolavoro; La casa verde (1966), audace intreccio di storie e voci; e La festa del capro (2000), penetrante analisi del regime di Trujillo nella Repubblica Dominicana.
Il Premio Nobel per la Letteratura gli fu assegnato nel 2010 per la sua “cartografia delle strutture di potere e le immagini taglienti della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo”. Quel riconoscimento sancì una carriera già straordinaria e lo consacrò come uno dei massimi scrittori del nostro tempo.
Vargas Llosa è stato anche un pensatore lucido e spesso controverso, impegnato nel dibattito politico e culturale del suo paese e dell’Occidente. Anticomunista convinto e difensore della democrazia liberale, nel 1990 si candidò alla presidenza del Perù, sconfitto al ballottaggio da Alberto Fujimori.
Nel 2023 fu accolto tra gli “Immortali” dell’Académie française, diventando il primo autore ad accedere all’istituzione pur non avendo scritto opere in francese, a testimonianza del suo impatto globale sulla cultura e sulla lingua.
L’ultima opera narrativa di Vargas Llosa, Le dedico il silenzio (2023), è stata definita dallo stesso autore il suo romanzo d’addio. Il libro è un tributo alla musica criolla peruviana e al sogno di un’identità nazionale riconciliata, un’opera che mescola finzione e memoria con la consueta maestria stilistica.
Il governo peruviano ha proclamato il lutto nazionale per il 14 aprile, con bandiere a mezz’asta e cerimonie commemorative. Messaggi di cordoglio sono giunti da capi di Stato, istituzioni culturali e colleghi scrittori da tutto il mondo. “La letteratura in spagnolo dice addio a Mario Vargas Llosa, maestro universale della parola. La mia gratitudine come lettore per un’opera immensa, per così tanti libri decisivi per comprendere il nostro tempo”:ha postato così su X il premier spagnolo, Pedro Sánchez.
Mario Vargas Llosa lascia un’eredità letteraria vasta e influente. Le sue opere continueranno a essere lette, studiate e ammirate per la loro profondità morale, il loro vigore stilistico e la loro capacità di interpretare, con rara lucidità, le contraddizioni dell’uomo e della società.
“La letteratura è fuoco”, scriveva nel suo primo romanzo. E quel fuoco, acceso oltre sessant’anni fa, arderà ancora a lungo nei cuori dei lettori di tutto il mondo.