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La famiglia Aponte Conquista i Mari –  Superato BlackRock nel Controllo dei Porti. L’Italia al Centro del Nuovo Asse Washington-Roma-Mosca

Con il possibile passaggio di 43 porti dalla CK Hutchison alla MSC, l’Italia getta le basi per una nuova egemonia marittima globale. Il ritorno al sovranismo economico segna un cambio di rotta epocale.

15 Aprile 2025

Sergio Angrisano

La famiglia Aponte, con il colosso marittimo MSC, si appresta a compiere un’impresa storica: superare persino BlackRock nel controllo globale dei porti strategici. Con l’eventuale acquisizione di 43 scali attualmente gestiti da CK Hutchison (Hong Kong), su un totale di 53, l’Italia entrerebbe di prepotenza nella cabina di regia dei commerci marittimi internazionali. Si tratterebbe di un sorpasso simbolico e pratico su BlackRock, che finora ha mantenuto una posizione dominante nel controllo indiretto delle infrastrutture logistiche globali.

Rimarrebbe a BlackRock, per ora, solo la gestione di Panama, mentre l’asse del potere portuale potrebbe spostarsi verso l’Italia. Un segnale geopolitico chiaro e potente, che si inserisce perfettamente in un quadro internazionale in rapida trasformazione.

Questo scenario si innesta in un processo più ampio di de-globalizzazione, alimentato dalla crisi delle catene di approvvigionamento, dalla guerra in Ucraina, dalle tensioni tra USA e Cina e dal ritorno del sovranismo economico. In questo contesto, l’alleanza informale tra gli ambienti patriottici americani e russi, rappresentata simbolicamente dall’asse Trump-Putin, potrebbe aprire spazi inattesi per l’Italia, che sembra oggi pronta a recuperare un ruolo centrale nel Mediterraneo e oltre.

Non è un caso che molti osservatori parlino ormai apertamente di un possibile asse Washington-Roma-Mosca. Un triangolo strategico che, superando i vecchi equilibri NATOcentrati e l’unipolarismo americano, potrebbe dare vita a una nuova configurazione multipolare del potere globale.

Chi è la famiglia Aponte e cos’è MSC

Mediterranean Shipping Company, fondata a Napoli nel 1970 da Gianluigi Aponte, è oggi il primo operatore mondiale nel trasporto container. Gestita come una holding familiare, MSC rappresenta un’anomalia nel mondo della finanza globalizzata: indipendente, solida, discreta. La famiglia Aponte ha mantenuto un profilo basso pur amministrando un impero che spazia dalla logistica alle crociere (con MSC Cruises), contribuendo a rafforzare l’immagine dell’Italia nel mondo senza ricorrere a speculazioni o delocalizzazioni aggressive.

Perché il controllo dei porti è fondamentale oggi

In una fase storica dominata dall’instabilità, il controllo dei porti è diventato un fattore strategico primario. Significa potere sulle rotte commerciali, accesso alle risorse energetiche, capacità di influenza nei conflitti globali. È il ritorno del seapower, il concetto teorizzato dall’ammiraglio americano Alfred Mahan: chi controlla i mari, controlla il mondo. E MSC, con base a Ginevra, ma anima italiana, è sempre più vicina a questa centralità.

Il declino anglosassone e la crisi dell’ordine liberale

La parabola dell’impero anglosassone sembra segnare il passo. Dalla Brexit alla crisi della City, dalla perdita di leadership morale americana alla frammentazione della NATO, l’ordine globale liberale costruito a Bretton Woods vacilla. Le potenze emergenti si muovono in spazi sempre più aperti, mentre i vecchi centri decisionali si scoprono deboli e divisi. In questo contesto, il rilancio di una potenza mediterranea come l’Italia non è solo possibile, ma necessario per colmare un vuoto geopolitico.

Il ruolo della Cina e la sfida all’Asia

Il ridimensionamento dell’influenza di CK Hutchison nei porti internazionali rappresenterebbe anche un ridimensionamento, seppur indiretto, della presenza cinese in infrastrutture strategiche in Occidente. L’Italia, che per anni è stata vista come una testa di ponte per la Belt and Road Initiative, potrebbe ora riposizionarsi come terzo polo autonomo, in grado di dialogare sia con Washington che con Pechino, ma senza sottomissioni.

Gli interessi italiani nella logistica globale

Oltre a MSC, l’Italia può contare su altre eccellenze nel settore infrastrutturale e logistico: Ferrovie dello Stato, Fincantieri, Leonardo, Italgas. Una convergenza strategica di questi attori, sostenuta da una visione politica chiara, potrebbe creare un ecosistema industriale in grado di rilanciare l’intero sistema-Paese, restituendo centralità alla manifattura, alla cantieristica, alla ricerca e alla difesa.

Ritorno della sovranità economica: sogno o piano concreto?

Dalla svendita degli anni Novanta – inaugurata con il famigerato viaggio del Britannia nel 1992 – alla ricostruzione della sovranità. Oggi il controllo dei nodi logistici può rappresentare il primo passo di un piano più ampio di rinascita industriale. Si tratta di tornare padroni delle proprie infrastrutture, dei propri settori strategici, della propria moneta e politica economica. Un progetto ambizioso, certo, ma non più utopico.

Il futuro geopolitico del Mediterraneo

Il Mediterraneo è tornato al centro delle strategie globali. Dalla partita energetica nel Nord Africa alle nuove rotte del gas liquefatto, dalle tensioni nel Mar Rosso ai corridoi intermodali europei, tutto converge in quest’area. L’Italia, cuore geografico del Mediterraneo, ha ora l’occasione storica di diventare anche il cuore geopolitico, superando decenni di marginalizzazione e subordinazione.

Un futuro da protagonisti

Nel 1991 eravamo la quarta potenza economica mondiale. Poi è iniziata la lunga notte neoliberale. Ma oggi, tra le macerie di un sistema globale al collasso, l’Italia può risorgere. Il mare, i porti, la logistica e una visione multipolare del mondo potrebbero restituirci ciò che ci è stato tolto: il diritto di essere protagonisti, non spettatori. E la famiglia Aponte, silenziosa e determinata, potrebbe essere uno dei volti di questa rinascita.

 

 

 

 

Sergio Angrisano

Direttore Editoriale - giornalista televisivo e scrittore