Cultura

L’amore come Nostalgia dell’Unità Perduta – da Leone Ebreo alla Psicoanalisi, passando per il Metodo Rawfulness

Nel Dialogo d’amore, Leone Ebreo descrive l’origine dell’amore come ricerca dell’interezza. Una visione che dialoga con la psicoanalisi, le tradizioni spirituali e le pratiche contemporanee come Rawfulness.

15 Aprile 2025

Sharon Persico


«Nacque dunque l’amore umano dalla divisione dell’uomo».

Con questa frase potente, tratta dal Dialogo d’amore, Leone Ebreo disegna un’antropologia del desiderio che attraversa i secoli: l’amore nasce dalla separazione e tende all’unione. Una verità antica, che si ritrova nelle trame del pensiero platonico, nella psicoanalisi moderna e, sorprendentemente, anche in pratiche contemporanee come la Rawfulness.

Freud vedeva l’amore come un tentativo inconscio di ristabilire l’unione con l’oggetto originario del desiderio: la madre, l’utero, l’indifferenziato. Jung, più spirituale, parlava dell’amore come via verso l’unità dell’essere: incontrare l’altro è incontrare parti di sé, ombre e luci che chiedono d’essere integrate. Lacan, insisteva sull’amore come effetto della mancanza: desideriamo ciò che non abbiamo e l’amore è il modo con cui cerchiamo di colmare un vuoto inscritto nella nostra stessa struttura psichica.

Nel mondo contemporaneo, questa tensione tra separazione e reintegrazione si vive in forme nuove. Le relazioni sono spesso frammentate, veloci e l’amore rischia di perdere il suo spessore simbolico. Ed è qui che emerge con forza il bisogno di pratiche che riportino l’essere umano alla sua autenticità, al contatto pieno con sé.

Il Metodo Rawfulness si inserisce proprio in questo contesto. Nato come pratica olistica di ascolto e trasformazione, invita a vivere la propria interiorità in modo raw, cioè crudo, autentico, senza filtri. È un’educazione all’intimità interiore prima ancora che relazionale. Attraverso pratiche di presenza, scrittura emotiva, respirazione e movimento corporeo, la Rawfulness aiuta a riconnettersi con il proprio nucleo originario, là dove si è verificata quella “frattura” primordiale evocata da Leone Ebreo.

Secondo questa visione, l’amore non può nascere se non da un contatto sincero con la propria vulnerabilità. Solo accogliendo le proprie “ferite d’amore”, si può costruire una relazione che non sia compensazione, ma reale reintegrazione. Scrive un’affermazione centrale della pratica Rawfulness: «Tu non sei rotto. Sei completo. Devi solo togliere le maschere e permettere alla tua verità di brillare». Un’eco, moderna e terapeutica, di ciò che già nel Rinascimento Leone Ebreo intuiva: l’amore non è possesso, ma ritorno all’intero.

Anche le tradizioni spirituali orientali concordano su questa visione: nel Tantra, per esempio, l’unione sessuale è simbolo dell’unione cosmica, della reintegrazione delle polarità maschile e femminile. Il cuore, centro energetico dell’amore secondo lo Yoga, è anche il luogo in cui si manifesta l’apertura verso la vita, verso l’altro e verso il Divino.

Dunque, in un tempo che ha smarrito il senso sacro dell’amore, recuperare il pensiero di Leone Ebreo e integrarlo con strumenti come la Rawfulness diventa non solo attuale, ma necessario. Non per tornare indietro, ma per avanzare verso una nuova umanità, più integra, più consapevole, più capace di amare.