Cronaca estera

Missione Washington – Meloni Cede Miliardi e Sovranità agli USA in Cambio di Nulla

Aumento delle spese militari, investimenti italiani negli Stati Uniti e gas liquido americano: il governo Meloni rafforza la sudditanza verso Washington mentre l’Italia paga il prezzo in termini di economia, indipendenza e coerenza.

19 Aprile 2025

Esmeralda Mameli 

«Non andremo con il cappello in mano».

Così aveva giurato il governo italiano alla vigilia dell’incontro tra Giorgia Meloni e Donald Trump. Ma il quadro che emerge dalla visita negli Stati Uniti è quello di un’Italia piegata, ancora una volta, agli interessi strategici di Washington.

Senza ottenere nulla di concreto in cambio, Meloni ha promesso al Presidente USA un pacchetto di concessioni che peseranno sull’economia e sull’autonomia nazionale.

Le cifre parlano chiaro: l’Italia aumenterà da subito la propria spesa militare portandola al 2% del PIL, pari a circa 42 miliardi di euro all’anno. Un impegno che costerà ai cittadini italiani oltre 115 milioni di euro al giorno, destinati non alla sanità, alla scuola o alla transizione ecologica, ma a una corsa agli armamenti guidata dalla NATO sotto comando statunitense.

A ciò si aggiungono almeno 10 miliardi di euro in investimenti italiani negli USA, fondi che potrebbero alimentare delocalizzazioni industriali e perdita di posti di lavoro in patria, e un ulteriore incremento nelle importazioni di gas naturale liquefatto americano. Un’energia più costosa, meno sostenibile e logisticamente più complessa da gestire rispetto al gas proveniente da Russia o Nord Africa, ma che viene imposta per allineamento politico.

In cambio? Ufficialmente solo calorosi elogi personali di Trump a Meloni – «una grande persona», «un premier fantastico» – e la vaga promessa di una visita in Italia.

Nessuna riduzione dei dazi USA sui prodotti europei. Nessuna contropartita economica. Nessun accordo privilegiato.

Questa dinamica di asimmetria pone inevitabilmente interrogativi profondi sull’indipendenza dell’Italia. Non solo Roma si accoda alle richieste statunitensi in campo energetico e militare, ma rinuncia anche a relazioni economiche strategiche con paesi come la Cina, con cui aveva siglato nel 2019 un memorandum vantaggioso per l’export italiano, poi non rinnovato nel 2024 dal governo Meloni.

La logica che guida le relazioni transatlantiche è quella dell’obbedienza incondizionata. L’Italia, membro NATO e del gruppo di contatto per l’Ucraina, continua a inviare risorse militari a Kiev, mentre si impegna indirettamente anche nel contenimento della Cina, in linea con la nuova dottrina della NATO globale che punta ora anche al Pacifico.

Le parole del Ministro della Difesa giapponese e del Segretario della NATO  confermano che la guerra in Ucraina è usata per giustificare un’escalation globale che coinvolge anche l’Asia e l’Italia si trova trascinata in una logica bellica sempre più lontana dagli interessi del Paese e dei suoi cittadini.

La stampa allineata al governo esulta. “Missione compiuta”, titola Libero. “United States of Giorgia”, ironizza Il Tempo. Ma il reale bilancio della missione è amaro: miliardi regalati a Washington; industria che rischia di fuggire; energia più cara; azzerate le relazioni strategiche con la Cina .

Il risultato è una perdita netta di sovranità. Il paradosso dei sovranisti italiani si compie: da difensori dell’interesse nazionale, si trasformano in zelanti esecutori della volontà americana. A pagare il prezzo saranno, ancora una volta, i cittadini italiani.