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Ucraina, Salta il Vertice di Londra – Zelensky dice NO alla Cessione della Crimea. Trump attacca

Il rifiuto ucraino alla proposta di pace e il ritiro di Rubio spaccano il fronte occidentale. Intanto piovono missili su Kiev. Cremlino: “Trump la pensa come noi”.

24 Aprile 2025

Esmeralda Mameli 

Il vertice di Londra sulla pace in Ucraina si è concluso ancor prima di iniziare. Il Segretario di Stato USA Marco Rubio ha ritirato improvvisamente la sua partecipazione per “questioni logistiche”, subito dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito il suo rifiuto di riconoscere la Crimea come territorio russo. La reazione dell’ex presidente americano Donald Trump non si è fatta attendere. Su Truth ha definito Zelensky “un uomo senza carte da giocare”, accusandolo di prolungare la guerra con “dichiarazioni incendiarie”.

La proposta di pace statunitense prevedrebbe il riconoscimento de facto e de jure della Crimea come russa, concessioni territoriali nel Donbass e in altre regioni occupate, la rinuncia ucraina alla NATO in cambio di garanzie di sicurezza e la possibilità di entrare nell’Unione Europea. Per Zelensky, “non c’è nulla di cui discutere: la Crimea è terra ucraina”.

Il vertice di Londra, previsto per il 23 aprile, avrebbe dovuto accogliere i ministri degli Esteri di Ucraina, Regno Unito, Francia e Germania, oltre a funzionari statunitensi tra cui Steve Witkoff e Keith Kellogg. Dopo il ritiro di Rubio e l’assenza dei principali rappresentanti di Francia e Germania, gli incontri si sono tenuti in formato ridotto, senza risultati concreti.

Nel frattempo, la notte tra il 23 e il 24 aprile, Kiev è stata colpita da una delle offensive aeree più massicce dall’inizio del conflitto: secondo l’aeronautica ucraina, sono stati lanciati 70 missili e 145 droni, 112 dei quali abbattuti. I raid hanno causato almeno 9 morti e 70 feriti, e Mosca rivendica di aver colpito infrastrutture militari strategiche nella capitale ucraina.

Dal Cremlino, il portavoce Dmitry Peskov ha elogiato Trump, affermando che la sua posizione sulla Crimea “è pienamente coerente” con quella russa. A fare da contraltare, le dichiarazioni dell’Alto Rappresentante UE Kaja Kallas: “Il vero ostacolo alla pace è Mosca, non Kiev. Gli attacchi aerei dimostrano la presa in giro dei negoziati”.

In un’intervista al canale Russia 24, l’ambasciatore russo nel Regno Unito, Andrei Kelin, ha dichiarato che “l’atteggiamento americano è cambiato perché Kiev non vuole riconoscere la realtà sul campo” e ha definito inaccettabile ogni ipotesi di missione di peacekeeping europea in Ucraina.

Le tensioni restano altissime e la pace, al momento, sembra sempre più lontana. Con la diplomazia in stallo e le bombe che continuano a cadere, il futuro dell’Ucraina si gioca su un campo di battaglia che è tanto militare quanto politico.

 

OSSERVATORIO GUERRA:

Kiev sotto attacco: escalation militare e nuova emergenza umanitaria

Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 2025, la capitale ucraina è stata colpita da uno degli attacchi più devastanti dall’inizio del conflitto.

Secondo l’Aeronautica ucraina, oltre 70 missili e 145 droni kamikaze Shahed sono stati lanciati dalle forze russe, bersagliando Kiev e altre sette regioni del Paese. Si tratta di un’offensiva senza precedenti negli ultimi mesi.

Le difese aeree hanno intercettato più della metà dei velivoli in arrivo grazie ai sistemi Patriot statunitensi e IRIS-T tetedeschi.

L’impatto sul terreno è stato devastante: almeno 9 morti, più di 70 feriti (tra cui bambini e una donna incinta), edifici distrutti, incendi e blackout.

Tra le armi utilizzate, Kiev denuncia anche l’uso di missili forniti dalla Corea del Nord, segnale di una crescente alleanza strategico-militare tra Mosca e Pyongyang.

Durante l’attacco, il presidente Volodymyr Zelensky si trovava in missione diplomatica in Sudafrica. Ha condannato duramente l’operazione russa, chiedendo un potenziamento delle difese aeree e un maggiore coinvolgimento della comunità internazionale.

Le conseguenze umanitarie sono gravi: ospedali al collasso, carenze di sangue e medicinali, difficoltà logistiche per le ONG.

Il conflitto non si sta placando. La guerra in Ucraina continua a mietere vittime, distruggere infrastrutture e alimentare tensioni globali.