Corte Suprema dà Via Libera al Divieto di Trump – Nuova frenata ai diritti LGBTQ+ nell’esercito
La decisione del massimo organo giudiziario consente all’amministrazione Trump di espellere anche i transgender già in servizio, segnando un duro colpo per la comunità LGBTQ+ americana e per i diritti civili in generale.
7 Maggio 2025
Esmeralda Mameli
Washington – La Corte Suprema ha autorizzato l’amministrazione Trump a far rispettare un nuovo divieto contro i militari transgender, segnando una svolta drammatica per i diritti LGBTQ+ negli Stati Uniti. La decisione consente l’espulsione anche di coloro che attualmente servono nelle forze armate, annullando anni di avanzamenti verso l’inclusività.
La politica americana sembra voler riscrivere i confini dei diritti civili. Il divieto, inizialmente introdotto da Trump nel suo primo mandato e poi cancellato da Joe Biden, ritorna ora in una versione ancora più severa. Questa mossa va oltre l’ambito militare e rappresenta un tentativo più ampio di ridefinire le libertà individuali all’interno di un progetto politico identitario e conservatore.
La decisione della Corte Suprema, fortemente contestata da gruppi LGBTQ+ e giuristi progressisti, rischia di diventare un precedente giuridico utilizzabile per limitare altri diritti in futuro. Già nei mesi scorsi la Corte era finita al centro delle polemiche per l’erosione del diritto all’aborto, con la cancellazione della storica sentenza Roe v. Wade. Un clima che preoccupa chi teme una deriva verso una “democrazia illiberale”, dove le minoranze vengono progressivamente escluse dallo spazio pubblico.
L’assenza di una reazione forte da parte delle istituzioni internazionali e degli organismi per i diritti umani mostra quanto la questione delle libertà individuali sia sempre più relegata al secondo piano rispetto agli equilibri geopolitici. L’ONU ha espresso “preoccupazione” ma senza interventi concreti, mentre in Europa si assiste a reazioni tiepide, forse per non compromettere i rapporti diplomatici con Washington.
Negli USA, la comunità LGBTQ+ non resta in silenzio. Cortei, mobilitazioni e campagne digitali stanno crescendo di intensità. Celebrità, veterani e perfino membri attivi delle forze armate hanno pubblicamente dichiarato il proprio dissenso, ricordando che l’identità di genere non compromette il valore, la disciplina o il patriottismo.
Diritti LGBTQ+ e militari USA: le tappe principali
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2011: abolizione del “Don’t Ask, Don’t Tell”, che vietava ai militari di dichiararsi omosessuali.
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2016: l’amministrazione Obama autorizza i transgender a servire apertamente.
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2017: Trump annuncia il bando via Twitter, ufficializzato nel 2019.
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2021: Biden annulla il divieto e riapre l’esercito ai transgender.
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2025: la Corte Suprema consente a Trump di reintrodurre il divieto con effetto retroattivo.
Quale sarà il prezzo in termini di diritti civili per una società che sembra sempre più disposta a sacrificare l’inclusione sull’altare della “sicurezza”?