Caso Byoblu-Solovyev: La Libertà di Stampa Sotto Attacco?
L’intervista al giornalista russo Solovyev fa esplodere il caso politico: l’eurodeputata Pina Picierno chiede l’intervento della Commissione UE. Byoblu denuncia una deriva censoriale. CMI si schiera a difesa della libertà d’informazione.
8 Maggio 2025
Esmeralda Mameli
Napoli – L’intervista realizzata da Byoblu al giornalista russo Vladimir Solovyev ha dato vita ad un acceso dibattito sulla libertà di stampa in Europa. L’eurodeputata Pina Picierno (PD), vicepresidente del Parlamento Europeo, ha chiesto alla Commissione UE di verificare se tale intervista costituisca una violazione delle sanzioni imposte alla Russia. Da parte sua, Byoblu ha difeso il proprio operato, denunciando un tentativo di censura politica. Il caso ha suscitato reazioni contrastanti, con accuse di propaganda e difese accorate della libertà d’informazione.
Il Contesto: L’Intervista a Solovyev e l’Interrogazione di Picierno
Byoblu, emittente nota per la sua indipendenza dai media mainstream e per la sua apertura a opinioni spesso controcorrente, ha intervistato Solovyev da remoto, senza compenso e senza violare alcuna legge italiana. L’intervista mirava a fornire una prospettiva alternativa sul conflitto russo-ucraino e sulla geopolitica globale.
Solovyev è considerato uno dei principali propagandisti del Cremlino e, per questo, è stato sanzionato dall’Unione Europea. Secondo Picierno, offrire spazio a Solovyev significa favorire la propaganda russa e potrebbe configurare una violazione delle misure restrittive dell’UE.
Nella sua interrogazione parlamentare, Picierno ha chiesto alla Commissione Europea di valutare se l’intervista abbia eluso le sanzioni contro i media russi e se sia opportuno adottare provvedimenti contro Byoblu. La questione solleva interrogativi sulla libertà di stampa, sul diritto di cronaca e sui limiti della regolamentazione dell’informazione in tempo di crisi.
Byoblu Risponde:
“Vogliono Mettere a Tacere il Pluralismo“
Di fronte alle accuse, Byoblu ha respinto con forza ogni addebito, difendendo la legittimità dell’intervista. Secondo l’emittente, il vero problema è il tentativo di delegittimare le voci fuori dal coro:
“Il giornalismo non è ripetere le veline istituzionali, ma dare spazio a opinioni diverse, anche controverse, purché siano contestualizzate e sottoposte a vaglio critico. Censurare voci scomode non è giornalismo, è propaganda mascherata da etica.”
Byoblu ha inoltre, sottolineato come la richiesta di Picierno sia una pericolosa deriva autoritaria che mette a rischio la libertà di espressione e di stampa in Europa.
Per rafforzare la propria posizione, l’emittente ha lanciato una petizione pubblica per chiedere alla Commissione Europea di garantire il rispetto del pluralismo informativo. L’iniziativa ha raccolto migliaia di firme in poche ore, dimostrando quanto il tema sia sentito dai cittadini.
Le Offese di Solovyev a Picierno e la Reazione Italiana
La controversia si è ulteriormente intensificata dopo che Vladimir Solovyev, nel corso di una trasmissione sulla tv russa Rossija 1, ha insultato pesantemente Pina Picierno, definendola una “miserabile bestia schifosa” e “vergogna della razza umana“. Queste dichiarazioni hanno suscitato indignazione in Italia e in Europa.
Il Partito Democratico ha condannato con fermezza gli attacchi di Solovyev, sottolineando come essi confermino il carattere propagandistico della sua attività. Anche esponenti del governo italiano e del Parlamento Europeo hanno espresso solidarietà a Picierno, ribadendo la necessità di contrastare la disinformazione russa.
Confederazione Meridionalisti Identitari (CMI):
“Un Pericoloso Precedente Contro la Libertà di Stampa“
La Confederazione Meridionalisti Identitari (CMI) si è schierata apertamente in difesa della libertà d’informazione, criticando l’iniziativa di Picierno. Secondo CMI, l’interrogazione rappresenta un pericoloso precedente che potrebbe giustificare ulteriori restrizioni alla libertà di stampa.
Sergio Angrisano, Coordinatore Nazionale di CMI, ha dichiarato:
“La libertà di stampa è un diritto fondamentale che non può essere messo in discussione da logiche politiche. Ogni giornalista ha il dovere di informare e offrire al pubblico una pluralità di punti di vista. Se iniziamo a censurare le interviste per ragioni politiche, chi stabilirà il confine tra informazione legittima e propaganda?”
CMI ha anche sottolineato il rischio di una gestione arbitraria delle sanzioni UE, che potrebbe trasformarsi in uno strumento di controllo dell’informazione più che in un mezzo di sicurezza.
Intervista a Sergio Angrisano, Coordinatore Nazionale CMI
Qual è la posizione di CMI sul caso Byoblu-Solovyev?
“Siamo fermamente convinti che il giornalismo debba rimanere libero da pressioni politiche. L’intervista a Solovyev può piacere o meno, ma fa parte del diritto di cronaca. Se iniziamo a censurare contenuti scomodi, rischiamo di minare i principi stessi della democrazia.“
La libertà di stampa può giustificare la diffusione di opinioni ritenute propagandistiche?
“La soluzione non è la censura, ma l’educazione critica del pubblico. Un’informazione realmente libera permette alle persone di sviluppare un pensiero indipendente. Se un’intervista è sbilanciata, si può controbattere con altre interviste e analisi, non con la repressione.“
Quali azioni intende intraprendere CMI per difendere il pluralismo informativo?
“Stiamo valutando di promuovere un osservatorio sulla libertà di stampa e di sensibilizzare le istituzioni affinché garantiscano un accesso equo ai media per tutte le voci, evitando ingerenze politiche.”
Dilemma: Sicurezza o Libertà?
Il caso Byoblu-Solovyev mette in evidenza il delicato equilibrio tra la necessità di contrastare la propaganda ostile e la tutela della libertà di stampa. Da un lato, l’UE deve proteggersi dalle campagne di disinformazione, soprattutto in un contesto di guerra come quello attuale. Dall’altro, è fondamentale evitare derive censorie che possano limitare il dibattito pubblico e il pluralismo.
Se un’intervista può diventare un caso politico, i prossimi passi potrebbero essere la chiusura di redazioni non allineate o la censura preventiva sui contenuti giornalistici, marginalizzando sempre più il confine tra sicurezza e libertà.