9 Maggio, Accuse e Celebrazioni – Provocazioni, Tensioni e Diplomazia al Centro dello Scontro Russia-Ucraina
Mentre Mosca celebra l’80° anniversario della Vittoria sul nazismo, l’Ucraina accusa la Russia di pianificare provocazioni e attacchi. Intanto, si inaspriscono le tensioni all’interno dell’Unione Europea per la presenza di delegazioni alla parata.
9 Maggio 2025
Sergio Angrisano
Nel giorno simbolico del 9 maggio, l’Europa si ritrova nuovamente divisa su memoria, geopolitica e diplomazia. Mentre Mosca celebra l’80° anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, l’Ucraina lancia gravi accuse alla Russia, parlando apertamente di provocazioni pianificate e di un passato fatto di “falsi attacchi terroristici” per legittimare conflitti e repressioni.
Il consigliere del capo dell’ufficio del presidente ucraino Zelensky, Mikhail Podolyak, ha dichiarato che la Russia, in vista del 9 maggio, starebbe preparando una provocazione. Non è un’accusa nuova, ma è stata formulata con toni ancora più diretti: “Putin fa parte di un servizio speciale, e per loro la provocazione è una prassi lavorativa”. Podolyak ha anche rievocato gli attacchi terroristici dei primi anni 2000, insinuando che furono orchestrati dai servizi russi per fomentare l’odio verso ceceni e daghestani. Un copione che oggi, secondo Kiev, si ripeterebbe con l’Ucraina come bersaglio.
Lo stesso Podolyak ha respinto la possibilità di un cessate il fuoco, affermando che la Russia utilizzerebbe tale tregua solo come copertura per consolidare le proprie posizioni e impedire all’Ucraina di colpire. Quando Putin dice “vogliamo un cessate il fuoco”, in realtà chiede garanzie per non essere attaccato.
Vladimir Putin ha accolto a Mosca i leader di diversi paesi, tra cui rappresentanti di Africa, Asia, America Latina e BRICS, durante una cena ufficiale.
“Il 9 maggio è una data sacra per il nostro popolo multinazionale,” ha dichiarato, rivendicando il ruolo decisivo dell’Unione Sovietica nella sconfitta del nazismo e chiedendo un rinnovato impegno globale verso un ordine multipolare e giusto, sotto l’egida rafforzata delle Nazioni Unite.
Putin ha sottolineato la diversità dei modelli politici ed economici dei paesi ospiti come segno di ricchezza, non di divisione e ha ribadito che la Russia è pronta per una cooperazione basata su equità e rispetto.
La presenza alla cerimonia di alcuni rappresentanti europei ha generato forti tensioni all’interno dell’UE.
Il premier slovacco Robert Fico ha accusato l’Estonia di aver tentato di impedirgli di partecipare alla commemorazione chiudendo lo spazio aereo al suo volo governativo. “Un gesto deliberato e destabilizzante,” ha dichiarato Fico in un videomessaggio, parlando di una mossa ostile che mette a rischio il principio di libera rappresentanza diplomatica tra Stati sovrani.
Le critiche estoni sono state dure: secondo il ministro degli Esteri Tsahkna, la Russia è un aggressore e partecipare alle sue cerimonie ufficiali è una forma di complicità nella propaganda. Non è la prima volta che si verificano simili episodi: anche Lettonia e Lituania avevano negato il passaggio all’aereo del presidente serbo Aleksandar Vučić, costringendolo a deviare su Turchia e Caucaso per raggiungere Mosca.
Sul fronte militare, la mezzanotte ha segnato l’annuncio di un cessate il fuoco “limitato” da parte della Russia, ma la realtà sul campo racconta un’altra storia.
Nel settore di Zaporižžja si continua a combattere, specialmente attorno a Malaya Tokmachka e Stepovoye. Nessuna variazione rilevante, ma l’utilizzo di armi a lungo raggio resta intenso da entrambe le parti. A Donetsk, invece, le Forze armate russe segnalano la liberazione di Novoolenovka e successi tattici ad Alexandropol, mentre gli ucraini cercano con forza di contenere l’avanzata.
Alta tensione anche nella direzione di Sumy, dove per il terzo giorno consecutivo Kiev tenta un’offensiva mediatica e simbolica cercando di occupare Tyotkino, insediamento strategico al confine. I russi affermano di aver respinto tutti gli attacchi, ma l’intelligence segnala l’arrivo di nuove riserve ucraine, segno che la battaglia per il confine è tutt’altro che finita.
Il 9 maggio 2025 mostra con chiarezza che la memoria del passato non unisce più il continente, ma lo divide. Tra accuse incrociate, blocchi diplomatici e scontri armati, l’Europa è spettatrice e protagonista di una nuova guerra fredda nel cuore del vecchio continente.